Questo post è nato nel momento in cui una persona mi ha detto la frase seguente “secondo me le relazioni sono rovinate dai telefonini e da Internet. Un mio amico avvocato mi ha detto che l’80% dei matrimoni finiscono a causa di Internet” alla quale io ho risposto “certo, ma il tuo amico ha anche le percentuali di quelli che nascono, grazie ad Internet? Un sacco di persone si mettono insieme grazie alla Rete, persone che altrimenti non avrebbero mai potuto conoscersi”.
Sono sempre più stressato da individui che parlano per sentito dire o che accusano una o l’altra tecnologia di alienare, senza conoscere ne la tecnologia ne le persone che la adoperano.
Un’altra persona, sempre durante la stessa conversazione, ha detto “si ma se uno cerca la donna su Internet vuol dire che ha dei problemi” ed io ho ribattuto “non ho detto che la cerca, ma che la trova“.
La conversazione è poi passata, da parte del mio interlocutore a questo “io so che quando ero ragazzino ci trovavamo in 50 in un cortile, mentre oggi mio figlio conosce molta più gente su Internet”.
Probabilmente il mio interlocutore non pensa che lui con quelle 50 persone ci ha anche verosimilmente passato il resto della vita, assottigliando in modo imbarazzante la possibilità di trovare persone davvero stimolanti e compatibili.
Partiamo da un presupposto: è statisticamente possibile che io trovi, nella mia città e tra le persone che conosco “fisicamente”, degli individui stimolanti e perfettamente compatibili con me?
Assolutamente no, come è molto difficile che la mia “donna ideale” in senso assoluto, la possa trovare nella mia stessa città.
Ma allora, perché si pensa che Internet interdica le possibilità e la comunicazione?
Le cose stanno in questo modo:
- Internet NON allontana le persone
Chi viene allontanato dai nuovi media come ad esempio Facebook, aveva dei problemi regressi. Se un uomo cerca delle scappatelle su Facebook, le avrebbe cercate anche senza Facebook. Oppure sarebbe un frustrato a vita. Un infelice.
- Internet fa innamorare, non solo lasciare
Conosco decine di esempi di persone che si sono trovate (non cercate ma trovate) grazie alla Rete, e che ad oggi vivono una vita insieme. I due casi che meglio posso raccontare sono quelli di Jack ed Elena, che si sono conosciuti commentando su questo blog, uno da Pistoia ed una da Lecce. Adesso vivono insieme ed hanno una meravigliosa bambina. La loro storia è meglio raccontata qua.
Altro esempio, mio fretellone Claudio Gagliardini e la dolce Clara: si sono conosciuti su Facebook, per caso, attraverso un’app. Si sono piaciuti, piaciuti e messi insieme. Si sposeranno il prossimo 29 giugno a Cremona, nella città di lei, ed io sarò testimone. Ah, io e Claudio ci siamo conosciuti su Internet, grazie ad un progetto lavorativo.
- Internet mette in contatto persone che altrimenti non si sarebbero MAI conosciute
Nel 2008 stavo lavorando ad un progetto online, un network di blog, dall’Emilia Romagna. Insieme a me partecipava al progetto anche Davide Licordari, dalla terra sabauda.
Ci siamo conosciuti su Internet e ci siamo subito piaciuti come due pischelli alle medie. A prescindere dai 10 anni di età che ci separano, siamo stati subito in sintonia, le nostre compagne quanto noi e non ci siamo mai più persi di vista. Da allora abbiamo fatto vacanze insieme, fine settimana insieme e condividiamo tutto, tutti i giorni, grazie alla Rete.
Sarebbe stato possibile senza Internet?
- Il trovarsi in un cortile non esclude il potersi trovare anche online
Nessuno pensa o dice che sia il male giocare a calcio insieme o il trovarsi in un cortile. Semplicemente non si esclude il fatto che lo si possa fare anche in altre sedi, meno fisiche e più digitali. Sono due cose complementari, semplicemente.
Credo che sia ora di sdoganare la Rete anche per quello che riguarda i rapporti sociali, e che sia il momento di mettersi di traverso, quando qualcuno accusa Internet di essere il male. Sarebbe come accusare il telefono di Meucci di avere “raffreddato i rapporti” o come l’accusare la posta (non la posta elettronica ma proprio la posta) di avere levato il fascino dell’incontro di persona.
Internet è un mezzo attraverso il quale si possono fare cose magnifiche. L’uso del mezzo sta in noi.
Tutto si racchiude nella frase che l’amico Alessandro Mencarini, persona che non avrei mai trovato senza la rete, ha detto su Google Plus su questo argomento: “Internet rovina le relazioni “obbligate”, o almeno per me è stato così. Ma ti fa trovare persone che ti stimolano a livelli che altrimenti ti sogneresti.”
Se le relazioni obbligate vengono “rovinate” e sostituite con scelte di coscienza e stimolanti, beh… evviva la rovina delle relazioni obbligate.
Condivido, internet non divide la gente. È uno strumento incredibilmente potente. Come tutti gli strumenti potenti deve essere usato in modo critico, ma questo è scontato.
Però ti butto lì una riflessione che secondo me vale la pena aggiugnere alla tua. Internet è un mezzo, e come tutti i mezzi di comunicazione non è neutro. Mi spiego meglio. Il cellulare è stata una gran cosa, ma se vuoi parlare seriamente con una persona (e puoi farlo), allora incontri direttamente. Perché è diverso. Perché di persona ci si capisce meglio. Questo succede perché il telefono non è uno strumento neutro, ad esempio non trasmette bene la comunicazione della mia faccia o del mio corpo.
Con internet è uguale.
Io lo vedo come uno strumento fenomenale, che mi rende in grado di stare in contatto con amici da tutti i continenti.
Il guaio, secondo me, avviene quando perdi la voglia di vederli di persona e ti accontenti di vederli sempre su internet. Quelli che vivono in Africa e quelli che vivono nel quartiere di fianco al tuo. Ecco, se succede questo ci siamo persi un pezzo.
@ Giuseppe Lanzi:
punto di vista ragionevole
“Il medium è il messaggio” (Marshall McLuhan)
Proprio ieri ho pubblicato un post su Google Glass e sulla necessità di staccarsi dal web.
Ho incontrato un sacco di persone meravigliose sul web, ma credo che sia terapeutico staccarsi un po’ ogni tanto. Le persone, come il tuo amico avvocato, non comprendono, è vero, ma spesso si ritrovano magari a parlare con persone che non staccano gli occhi dallo smartphone. Equilibrio e buon senso in tutte le cose :)
si vabbè poi alla fine hanno ragione tutti, ma è bene specificare che conoscersi su internet non vuol dire mettersi in contatto chattando e poi darsi un appuntamento al buio. Conoscersi su internet significa venire a contatto con il materiale che le persone pubblicano, gestiscono o pubblicizzano sul web. Prendiamo ad esempio uno come rudy, io lo adoro me lo strafarei di brutto e l’ ho pure incontrato (anche se ormai era tardi perchè ero già accalappiato dalla Elena). Dicevo, che l’ ho incontrato in seguito alla conscenza avvenuta su internet, e quell’ incontro è stato tutt’altro che un salto nel buio, perchè ormai dal web avevo appreso tutto di lui, vita, morte e miracoli, e lui di me. Quindi le amicizie e le relazioni che si realizzano dopo la conscenza sul web, non sono solo frutto, purtroppo, di combine avvenute su siti per scambisti.
E’ invece assolutamente vero che internet rovina le relazioni e non ci voleva proprio, in un mondo dove già, maestri di tennis, palestre, riunioni di lavoro, idraulici, otto marzo, addii al nubilato e al celibato, santo domingo e capo verde, animatori e animatrici di villaggi turistici e, per chiudere il cerchio, “consulenti in ambito web”, minacciano la rotondità della testa di ognuno di noi.
Ciao Rudy un abbraccio.
@ Acrossnowhere:
@ jack 3 mani:
vi quoto in toto. (era una vita che volevo fare sta rima)
Io non sono figlia della rete, appartengo infatti alla casistica che ha cavalcato costi proibitivi, anche solo per mettere fuori il naso dal piccolo mondo antico costruito intorno ai centri urbani di periferia. Ma in un percorso temporale che si è tradotto in attimo, la rete mi ha spalancato porte e finestre a saldo e catapultato nella terra di mezzo, l’unica senza possibilità di circumnavigazione. Non ho scritto volutamente “isolachenoncè” perché quest’isola esiste eccome ed è fatta anche da quella gente che per strada butta le cicche e sputa dal finestrino e invece qui no, non si può e non si vede. E forse proprio Jack, mentre mi parlava d’amore, sputava per aria e bestemmiava in aramaico antico mentre pestava una cicca nell’aiuola vietata.
Mia figlia è figlia della rete però, per quanto l’atto in se fosse fisico e quella sia una bimba in carne ed ossa senza necessità di cyberprogrammazione. Di questa cosa – amena e bellissima – io sono grata al progresso e non smetterò mai di votare pro. In verità, lo stesso progresso che ci cura, ci assiste, ci permette di laurearci a chilometri e chilometri di distanza dalla povertà dei mezzi fisici, che un tempo ci costringevano ad impegnarci la giacca per un colloquio di lavoro. Poco importa se una persona si è mai vista nell’atteggiamento peggiore o migliore della propria vita, qui quello che conta è il valore aggiunto, l’esperienza in più, il confronto tra cervelli e culture (tutte, non solo quelle mistiche), è la periferia che si fa centro ed il centro che si fa periferia. E se non ho i soldi per raggiungere gli amici pechinesi pazienza, mi accontento di quelli spesi per Pistoia, tanto dall’incrocio tra Via Colombo e Via Soleto non sarebbero mai sbucati né gli uni né l’altro.
@ Elena:
ti voglio molto bene.
@ Rudy Bandiera:
pur’io, ma come potrei fare altrimenti ;-)