Breve, brevissima disamina: Schettino è verosimilmente in parte responsabile della morte di oltre 30 persone e dell’affondamento di una nave del valore di innumerevoli Mig35.
Schettino è vittima della lentezza della giustizia italiana, e come tale è virtualmente innocente ma, in attesa di giudizio, già condannato dal popolo e dai media.
I media che lo hanno virtualmente condannato gli offrono 50mila euro per una intervista TV che va in onda su Canale 5 (o meglio, è andata in onda ieri sera).
Tutto questo fa pensare e capire una cosa sola: i media pensano solo e soltanto al profitto, sono totalmente svincolati da qualunque regola morale, etica, di educazione, di costume o di saggezza. Non provano pietà o paura, non si può ragionare con loro, non si può patteggiare con loro. Come non si poteva con Terminator.
I media sono il carburante dell’Italia che siamo diventati, sono il propellente che ci ha spinto ad essere il popolo cinico, individualista e senza senso della misura che siamo diventati.
I media ci hanno fatto diventare il popolo che accetta che alla Diaz siano stati massacrati dei ragazzi con l’appoggio, anzi con l’uso dei manganelli, da parte delle più alte sfere della polizia. Siamo il Paese che accetta che un ragazzo di Ferrara sia stato ammazzato dai poliziotti. Siamo il Paese che si indigna per l’evasione fiscale ma che non vuole essere toccato dalla finanza perchè ci sono “altre priorità”.
Siamo il Paese che si è assuefatto talmente alla bruttura che non capisce più dove sta il bene e il male, dove sta il giusto e lo sbagliato.
Bene, dobbiamo uscire da questa impasse barbara. Dobbiamo capire e prendere coscienza che siamo NOI i padroni del vapore, che siamo NOI ad avere in mano le chiavi di questo sistema di merda. Siamo NOI che dobbiamo cambiare le cose, non le cose che devono cambiare.
Non guardare programmi come quello di ieri sera con Schettino è quello che possiamo fare. Non foraggiare gli sciacalli che pensano che noi ci si nutra di “sangue e arena”, non dare Auditel allo sterco televisivo.
Grazie alla Rete possiamo non solo decidere cosa fare, ma lo possiamo anche decidere con gli altri, lo possiamo accordare in decine, centinaia, migliaia. Grazie alla Rete possiamo essere “come un sol’uomo” come i gladiatori di Russel Crowe al Colosseo.
Decidiamo insieme di mandare a gambe all’aria il sistema e cominciamo a cambiare le cose. Non guardiamo quello che non vogliamo venga trasmesso, mettiamo da parte gli istinti pruriginosi e capiamo dove si pone il limite della decenza.
Siamo noi i padroni del vapore: le masse si muovono e cambiano la storia.
Forse il tuo miglior contributo di sempre, Rudy. E (quasi) come sempre, concordo con te al 100%.
All’università ci insegnano l’agenda setting. O meglio, ce lo spiegano. Poi ce ne dimentichiamo, inghiottiti come siamo dal magico sfarfallio dello schermo, dallo staseramibuttosuldivanoefacciozapping, dalla superficialità dettata dalla stanchezza mentale o, più semplicemente, dalla nostra dis-forma mentis.
E’ bene, invece, ricordare che i media sono quello che sono. E mostrano quello che vogliono mostrare. Che camminano, spesso, sui sentimenti. Sul buongusto.
Noi, però, possiamo ancora scegliere: agenda setting VS persona setting.
Grazie a gasparri non vedo piu’ mediaset, la cosa fa di me un uomo felice.
Un’intervista del genere non l’avrei guardata comunque.
Rimango dell’idea che noi comandiamo il vapore, tu lo sai che lo dico da una vita, dobbiamo evitare di comprare i prodotti delle multinazionali, e guardare la tv spazzatura.
Il giorno che una parte di noi lo fara’, avra’ il proprio futuro nelle mani.
Lov
Anche io non ho guardato Schettino. Più in generale, in televisione tendo a prediligere la fiction autentica, e non la cronaca narrativizzata e costruita ad arte (che alla fine, sempre di fiction si tratta).
Tuttavia non ho sentito il bisogno di ribadire su Twitter che non guardo Schettino. Nella logica del “se ne parli bene o male, purché se ne parli” preferisco non parlarne. Penso che a volte l’indifferenza sia la via preferibile perché un fenomeno cada nel dimenticatoio.
Fermo restando che la giustizia italiana è lenta e ipocrita e che tutti noi dobbiamo tenere viva l’attenzione su questi argomenti. Ma solo su questi. Non sui loro risvolti mediatici.
Mi chiedo quante persone, nel leggere su un qualche social la rabbia di qualcuno che “non guarda Schettino”, non abbia girato su Rete 4 per alimentare la propria indignazione. Così che alla fine la ruota dell’audience continua a girare.
La tv è questa cosa ed è decisamente un assurdo in termini.
Questo principio la raggiungibilità e il mantenimeno (ascolto)è anche principio cosciente di disinfomazione ma non solo anche di disinFormazione: non negamento di formazione ma appunto manipolazione della formazione del processo complesso di informazione e formazione della coscienza e della percezione del mondo.
Questa cattiva percezione rende cattiva la società e quindi noi.
So che dico cose banali ma (non prendete la cosa come apocalittica quanto come lollosa) è il male.
Per cui mai smettere di coccolarlo questo male, siamo troppo facilmente preda del lato oscuro della forza, altro che quindici minuti di fama, qui abbiamo flebo continue di sostanza, e che diamine lo spaccio di stupefacenti non dovrebbe essere consentito dalla legge.
Ndr Rudy conosce il mio linguaggio sclerato e associativo per altri non sono “apocalittico”.
grazie Rudy :)
Grazie a tutti ragazzi, questo è il classico post nato ieri sera, fermentato in testa, decantato sotto la doccia stamattina e cacciato fuori di getto appena arrivato in ufficio. Quello che mi preme che si capisca è che deve esserci una presa di coscienza, si deve pensare e dire “oh cazzo, io sta cosa non la guardo perchè è una schifezza” e si deve essere coscienti che se tutti ragionano in questo modo proattivo, i media devono cambiare.
Possiamo essere migliori, tutti insieme. Questo è il motivo per il quale la politica ha il terrore della Rete.
@ Valentina: ti ringrazio tantissimo per il tuo commento, che mi ha fatto piacerissimo, mi ha colpito e con cui concordo. Solo una cosa: io non so cosa sia agenda setting. Lo potrei cercare su Google ma preferisco che sia tu, se ti va, a dirmelo in due minuti e contestualizzando.
Grazie, scusa e grazie :)
@ Rudy Bandiera:
Ciao Rudy, ma grazie di che? Grazie a te :)
Allora, vediamo se le reminiscenze universitarie mi aiutano a spiegare in poche parole, e bene, il meccanismo dell’agenda-setting.
Si tratta di una teoria secondo la quale sono i mass media a dare importanza agli eventi. Anzi, a imporla.
In pratica, se di una notizia non ne parlano i mass media, questa notizia non è importante. O non passa agli occhi del pubblico come tale. L’agenda-setting, quindi, è una sorta di macro meccanismo di influenza delle nostre menti. E’ un soporifero della nostra capacità di raziocinio. Perché non sono più io a cercare di dare rilievo – nella mia testa – a una notizia, ma mi affido ai media. Calo sui miei occhi un velo d’ignoranza. I media non parlano più della situazione dei terremotati in Emilia (o Abruzzo? Allora io penso che vada tutto bene – altrimenti ne parlerebbero. E via dicendo…
Fondamentalmente i media ci impigriscono, io credo. Il bello di internet, dei motori di ricerca, dei social e dei blog è questo: possiamo ridestarci dallo stato di torpore mentale nel quale la tv e i giornali ci hanno fatto cadere negli anni. Per questo, nel primo commento, parlavo della possibilità che abbiamo di scegliere, oggi come non mai. Di scegliere noi. Di scegliere noi a cosa dare importanza e a crearci la nostra agenda in maniera autonoma. O, per lo meno, meno vincolata.
PS: Spero di aver contestualizzato e spiegato bene ;)
@ Valentina:
PERFETTA! Grazie mille, mi hai aperto un mondo che non conoscevo. Grazie davvero.
@ Rudy Bandiera:
My pleasure ;)