Siamo in un mondo decadente, in un’era decadente. La decadenza della quale siamo testimoni ogni giorno ci circonda e ci permea talmente in profondità da risultare quasi invisibile ai nostri occhi. La decadenza è talmente grande ed imponente da essere invisibile.
Ma ci sono cose, ci sono segnali che ci possono fare capire quello di cui parlo.
Uno di questi è l’atteggiamento che l’uomo moderno, l’uomo “civilizzato” ha nei confronti degli animali ed in particolare dei cani.
I cani, nostri compagni di viaggio evolutivo da almeno 30.000 anni, sono trattati dagli uomini in due modi opposti e sempre sbagliati: o vengono brutalizzati o vengono umanizzati.
Non voglio parlare della brutalizzazione, come quella che riguarda l’Ucraina in questi giorni di europei di calcio, perchè mi fa stare male e perchè non è questo il senso del post, ma voglio parlare di “umanizzazione” ovvero di qualcosa di deleterio per le bestiole pelose.
Le persone sempre più spesso tendono a trattare i propri animali come altre persone, non come animali, e questo avviene in modo ancora più evidente con i cani
Una barista che conosco dice “che schifo” al solo pronunciare della parola “africano” o “marocchino” o “albanese” ma si fa leccare in bocca dal suo cane che ha appena leccato solo dio sa cosa.
Avevo un’amica che aveva un Dobermann il quale non poteva salire sul divano quando aveva le zampe sporche ma poteva quando le aveva pulite: morale, i cane non capiva se poteva salire o no perchè una volta gli veniva detto di no ed una di si.
Vedo cani e gatti tenuti in borsette durante lo shopping di avvizzite signore o di giovani ragazzine, come se l’animale fosse un accessorio da esibire, non un individuo da lasciare libero.
Ho sentito persone bisbigliare “non parlare di cancro in sua presenza perchè capisce tutto” riferendosi al barboncino bianco e con la faccia da stupido sdraiato sul tappeto.
L’umanizzazione, ovvero trattare un cane come una persona, è deleterio per il cane ed un segno tangibile di decadenza: le scale di valori si sono invertite o corrotte, non capiamo più cosa sia bene e cosa sia male e non abbiamo punti di riferimento.
In questo imbarazzante marasma ci sono quelli che esagerano, quelli che arrivano a dire che se noi fossimo come i cani tutto sarebbe meglio, la cattiveria non esisterebbe: “se le persone avessero il cuore di cane… la cattiveria non esisterebbe”.
Per quelli che pensano che questa “banalità scintillante” sia una cosa giusta, ricordo che il cane è un predatore carnivoro, diretto discendente dal lupo, il quale non disdegna l’antropofagia ovvero il mangiare anche carne umana.
E’ un animale, in quanto tale ha delle cose che sono diverse da noi e che ci risultano aberrazioni, come ad esempio la comune coprofagia, l’usanza bizzarra di mangiare le proprie e le altrui feci. Il comportamento coprofago è abituale nel cane, il cui metabolismo provoca spesso carenze di sali minerali che necessitano di essere reintegrati rapidamente. Per questo il cane ingerisce escrementi propri o altrui. Anche le feci dei cavalli sono particolarmente appetibili per i cani.
Ora, non voglio dire che i cani debbano essere brutalizzati, come si diceva all’inizio, ma non penso che debbano essere trattati come persone, visto che persone non sono. Non solo, penso che chi ha fatto la locandina avrebbe potuto pensare a qualcosa di un po meno stupido ed avrebbe potuto cambiare la frase in, che so: “se le persone avessero il cuore di Gandhi… la cattiveria non esisterebbe”.
Più ragionevole, no?
PS: Animalisti, non vi irritate: i cani sono meravigliosi e degni di rispetto, ma devono essere trattati da cani, per la loro salute. Ed il cuore di cane io non lo voglio.
Sono ovviamente d’accordo con te quando dici che gli animali non devono essere umanizzati: sono animali e non persone e i loro comportamenti sono diversi dai nostri. Ma una cosa a vantaggio del “cuore di cane” c’è ed è lampante. I cani, come tutti gli animali, non sono e non possono essere malvagi. Possono avere comportamenti che noi consideriamo tali perchè aggrediscono altri esseri viventi per cibarsi o per difendersi, ma non lo fanno mai per crudeltà. In più: non sono ingordi, nemmeno di cibo (mangiano solo il necessario) e non hanno l’assillo del potere. Insomma per certi versi avere un “cuore animale” è una bella cosa direi, qualcosa da cui imparare.
Sono d’accordo con quasi tutto, solo un pensiero mi sorge…questa è sicuramente la visione di una persona che vive in città. E non è questione di razzismo rurale, ma probabilmente in città tutto corrisponde davvero. Posso garantire però che moltissimi cani e gatti sono trattati come compagni di vita o di lavoro senza essere così umanizzati, sono lasciati vivere come natura e le cose che sono “no”, sono “no” sempre, così come per i “si”. Il solo fatto di costringere altri animali a condividere spazi troppo umani, come la città, gli appartamenti, volendo proprio cercare rogne, è una forma di violenza sull’animale. Se si amano gli animali e si decide di vivere in loro compagnia, dobbiamo essere disposti anche noi ad andare incontro ai loro bisogni, adattandoci a vivere in un posto un po’ più naturale che non una città. Natura chiama natura. Altrimenti, come per tutti gli altri animali non umani, meglio lasciarli vivere nel loro ambiente.
Cicapui ha scritto:
ma per favore, dai. Se un cane lo lasci mangiare mangia fino a scoppiare! E’ istinto di sopravvivenza, non ingordigia.
Poi non hanno l’assillo del potere e tutto il resto, certo, ma non provano pietà, non hanno capacità di pianificazione… insomma, io il cuore di cane (o il cervello) non lo voglio ;)
@ Daniela Zannoni:
quoto in pieno. Tutto.
@ Rudy Bandiera:
rudy, non è vero che se lo lasci mangiare il cane mangia fino a scoppiare e non è neanche istinto di sopravvivenza. ciao rudy
@ eleonora:
ok… dai, ve lo concedo. Ma non mi dite “non sono ingordi” su..
Come locandina mi sembra decisamente realizzata male, perché in effetti il “cuore di cane” (o di animale) prevede comportamenti che sono spesso gli stessi che noi bipedi abbiamo iniziato a rifiutare centinaia di anni fa.
Se però parliamo di “cuore di cane” in relazione al tipo di affiatamento che può venire a crearsi nel rapporto uomo/animale, tale da mostrare su più livelli una effettiva sensibilità dell’animale, il discorso cambia e diventa molto difficile considerare solo l’indole (selvaggia) dei cani.
Io sono animalista, amo i cani e li considero per certi versi migliori di molte persone, ma penso anche che vadano rispettati per quella che è la loro natura e non umanizzati perché alcune loro abitudini appaiono così distanti dal nostro punto di vista.
Questo non significa lasciare che il cane si comporti in maniera del tutto istintiva (ha bisogno di regole nel momento in cui viene inserito in un contesto a lui sconosciuto, come il vivere in un appartamento), però bisogna imparare a conoscerlo ed allontanarsi il meno possibile da quelle che possono essere le sue propensioni.
Un’ultima cosa: la coprofagia nei negli animali è anche dettata dal voler cancellare le proprie tracce, tanto è vero che lo fanno le mamme dei cuccioli in presenza di predatori.
@ C.:
e anche qui quoto tutto. MI compiaccio che non sia ancora capitato un fanatico, me lo aspettavo con questo post :)
@ Rudy Bandiera:
sono d’accordo. ciao rudy
Io non ho mai capito come mai gente di cultura e tolleranza elevate, quindi assolutamente contrarie al razzismo, siano in realtà molto selettive sulle razze dei cani.
eleonora ha scritto:
A volte penso che i cani con il cibo abbiano un rapporto molto simbiotico con quello che è il rapporto con il padrone. A meno che il cane non abbia davvero fame (dando quindi luogo a reazioni come il rovistare nella spazzatura, cercare cibo altrove, etc.), il mangiare più o meno fino a scoppiare dipende dalla misura in cui viene concesso ciò.
Per carità, poi ciò non impedisce loro di lasciarsi morire di fame se entrano in contrasto con il padrone o si sentono abbandonati, ma se il “capobranco” dà loro da mangiare, difficilmente si tirano indietro.
I cani hanno un forte istinto di sopravvivenza, ma non va dimenticato che hanno delle loro gerarchie e che quindi possono affidarsi anche ad un altro essere vivente (ed è la loro condanna a volte).
@ Emanuele:
Dipende se parliamo di prediligere determinate razze o tenere da conto l’effettiva indole.
Per i cani subentra un discorso caratterizzato dalle necessità e dalle finalità che accompagnano la volontà di avere un animale di questo tipo: se ad esempio il cane deve inserirsi in un contesto con determinate caratteristiche (presenza di persone anziane, con handicap o anche problematiche di altra natura), certo un Labrador sarà più indicato come indole di un Akita o un Rottweiler, mentre se si vuole un “cane da compagnia”, qualsiasi cane sarà più che all’altezza del compito.
C. ha scritto:
Eventuali “impurità” nell’albero genealogico non dovrebbero impattare sull’indole. Per qualcuno invece è una macchia indelebile. Quindi sì, mi riferisco alla predilezione per la razza fine a se stessa.
Certuni mostrano un integralismo degno di un tizio coi baffi, vegetariano e amante degli animali…
Per quanto ne so, gli animali tutti, cani compresi, hanno le loro crudeltà, razzismi e vendette, hanno una vita sociale complessa come la nostra, solo che pochi si interessano di conoscerla preferendo rifugiarsi nei luoghi comuni. @ Cicapui:
@ Emanuele:
No, non dovrebbero impattare ma, come già detto, il problema per alcuni sorge quando si ricerca un tipo di cane in particolare.
Specialmente per chi ha intenzione di portare i propri cani a mostre e competizioni varie (eventi che personalmente aborro), entra in gioco il ricercare un ideale e non un “cane”.
Io amo gli animali, e mai metterei un alano, un mastino, un labrador in un appartamento di 100m.
Quello è egoismo e razzismo nei confronti degli animali.
Molti prendono il cane perchè va di moda, oppure 2 o 3 fa piu’ figo,
poi non raccolgono gli escrementi.
C. ha scritto:
Condivido in pieno. Lov a tutti i cani ( ne hanno bisogno)
Rudy Bandiera ha scritto:
No Rudy, io avuto cani quando avevo un giardino e ne sono sicura. Se il cane sa di poter essere nutrito regolarmente mangia solo il necessario, il di più lo avanza. Diverso credo sia il discorso per gli animali selvatici o i cani randagi che non sanno quando potranno contare sul prossimo pasto… Ed è vero che non hanno capacità di pianificazione, ma la pietà e la solidarietà la provano eccome! Hai mai visto un cane stare vicino a un simile suo amico che ha avuto un incidente e sta male? Si assistono tra loro e questa per me è compassione!
@ Cicapui:
mah… allora si vede che erano solo i miei a mangiare fino a quando non finivano o non gli si toglieva la roba….
Rudy Bandiera ha scritto:
mah… allora si vede che erano solo i miei a mangiare fino a quando non finivano o non gli si toglieva la roba….
Sai che la convivenza porta ad assomigliarsi… hi hi he i cani poi che sono animali da branco se vedono il padrone mangiare lo imitano!! :) Joke! :D