Il PageRank è l’algoritmo usato da Google che assegna una sorta di “punteggio” ad ogni sito Web: va da 0 a 10, più è alto e più è fico e deve il suo nome ad uno dei suoi creatori, Larry Page.
Bene, questo numerino è stato sempre più snobbato negli ultimi anni passando da dato fondamentale a dato del tutto trascurabile: in molti hanno scritto “la morte del PageRank” oppure “il PageRank è finito“, ma io sono sempre stato perplesso.
Ho persino letto in giro che Google lasciava il valore numerico, seppur senza alcuna utilità oggettiva, solo per fare “giocare” i SEO di tutto il mondo.
Boh, pensavo io. Ma come mai Google deve lasciare un “pezzo di algoritmo” solo per fare giocare i SEO, che poi non sono nemmeno tutta sta simpatia?
E infatti, come volevasi dimostrare.
Se c’è una cosa che Google ci ha insegnato in questi anni è che guarda lontano, sempre molto molto lontano: è una grande azienda come per esempio Apple, e molte cose di quelle che avvengono nel presente sono legate a strategie di lungo periodo che noi, poveri mortali, spesso non siamo in grado di interpretare.
Con l’arrivo dell’algoritmo Penguin infatti, il PageRank è tornato di gran moda: in pratica Google tiene per le palle tutti gli amministratori di siti in un modo semplicissimo, ovvero dicendo, in soldoni: “secondo me il tuo sito ha dei link non naturali, che non mi piacciono. Quindi, visto che comunque i contenuti sono buoni ma sono i link che non mi piacciono, ti tolgo tutto il PageRank (privando così i suddetti link di qualunque tipo di peso sul posizionamento) ma ti lascio posizionato com’eri prima”.
Morale: migliaia di siti si trovano ben posizionati esattamente come prima ma allo stesso tempo si vedono privati della possibilità del “link building” ovvero quella pratica che attraverso parole chiave e link, appunto, permette di aumentare il posizionamento di altri siti.
Insomma, il Re è nudo: chi ha fatto link building “spinto” o chi ne ha usufruito si trova a dovere bonificare decine di siti, migliaia di link, per poi chiedere a Google la “riconsiderazione” dei siti che Google ha inquisito.
Ed il PageRank torna al centro della scena. Un po come Silvio dopo le ultime amministrative.
In parole povere, per uno che non capisce una mazza di SEO e compagnia bella, non importa che tu scriva bene, con argomenti interessanti, se non piaci a Google non entri nemmeno nella classifica parrocchiale.
Per favore, mai piu’ pronunciare il nome del male, ne gioverebbe la classifica, ma il mio fegato no!
Lov
@ ardu:
no no Ardu. se tu scrivi bene, con argomenti interessanti ti posizioni perfettamente su Google. Solo che se metti dei link dentro al testo, e ne metti troppi, i tuoi link perdono “autorevolezza”. Ma non il sito… i link.
Poi ti spiego davanti ad un bicchiere di lambrusco ;)
Ma il modo di calcolarlo è rimasto lo stesso?
Non che me ne freghi molto, mi diverte solo l’algoritmo che c’è dietro…
Rudy Bandiera ha scritto:
Questo è parlare.
Lov
Shaina Quella Stronza ha scritto:
no no, anche quello è cambiato. Infatti i “troppi link” definiti “innaturali” ti abbattono il PR…
@ Rudy Bandiera:
Ah ecco perché il mio blog è passato da tre a due…
Adesso mi metto a piangere e vado a comprare una borsa…
E per vendicarmi ti metto mille link inutili nei commenti così ti abbatto il page rank U.U
Shaina Quella Stronza ha scritto:
quelli non valgono! Sono “no follow” e Google non li considera… altrimenti sai quanti blog avrei tirato giù?? :D
Dai, vai di borsa…. ;)
@ Rudy Bandiera:
E a questo punto mettiamo tutti i link come nofollow e pace…
No?
@ Shaina Quella Stronza:
ah potrebbe essere una soluzione, si. Ma onestamente mi sembra drastico… cioè Google non penalizza siti come questo, anche se di link ne ha. Ma quando ne escono un bel pochino, sempre verso gli stessi url, con le stesse anhor text… allora si, che se ne accorge!
@ Rudy Bandiera:
Quindi i link “negativi” potrebbero essere quelli ai blog nel blogroll e cose simili?
@ Shaina Quella Stronza:
bravissima! Quelli sono diventati il male, ad esempio. Il fatto è semplice: un link nel blogroll si “ripete” per tutte le pagine indicizzate di un sito. Di fatto, uno solo link nel blog roll, Google lo interpreta come migliaia di link…. quelli sono da levare ed è bene non essere nei blogroll degli altri, anche se non è l’unico motivo eh
A parte che “scrivere bene”… è un concetto anche questo “volatile”!!.. se è tutto calcolato da algoritmi bisogna vedere per Google cosa vuol dire questo e quello!… :) E poi è un pò difficile con con i cms andare ad agire sui blogroll, è un meccanismo creato per facilitare l’inserimento in tutte le pagine dei links… Comunque Google cambia le carte in tavola ogni anno a seconda dei suoi umori… :)
@ Rudy Bandiera:
Io sono su blogger che è di google e mi consente di avere un blogroll. Non dovrebbero per lo meno specificare che questa cosa nuoce alla salute del blog?
Lascia stare che poi io scrivo minchiate e non mi serve per nulla avere un PR alto…
Però almeno ditelo, no?
Non è che ogni volta poi ci devi spiegare tutto RudyBadiera U.U
@ Shaina Quella Stronza: no no spetta. Se hai un blog roll “normale” no succede nulla eh. Cioè io lo levo perchè sono paranoico ma non succede nulla.
Cioè, tutti abbiamo il diritto di linkare un nostro amico, se ci va.
Ma se abbiamo un sito che parla di marketing e linkiamo un sito che parla di formaggio qualcosa non quadra…. e google se ne accorge. Ora, se è solo un link non ci sono problemi ma se dal blogroll linki i formaggi, dai testi che scrivi delle cose del tutto non inerenti e così via allora davvero, qualcosa non quadra. Se poi Google vede che diversi siti linkano la stessa pagina dello stesso sito, con la stessa anchor da diversi siti allora capisce che deve penalizzare, sia da dove partono che dove arrivano.
Questo è il punto… che è un casino anche per chi li riceve quindi potenzialmente puoi anche “abbattere” il posizionamento di chi li riceve linkando un sito che ti sta sui coglioni! Ovviamente il sito se ne accorgerebbe dai web master tool e ti segnalerebbe a google, a sua volta, per spam. Un casino hehehe
Insomma, signori, la situazione è da prendere comunque con le molle. Non sono esperto di queste cose, sto aggiornando un po i miei siti dopo un periodo di test vari per prendere confidenza con queste tematiche, quindi spero di non fare molte cavolate. Grazie e scusate l’intrusione.
@ Rinaldo:
non hai nulla di cui scusarti ed hai assolutamente ragione, la cosa è da prendere con le molle.
Se posso permettermi aggiungo una cosina (che di solito dico nei corsi). Il pagerank non è morto: semplicemente è cambiato il suo valore. E’ nato come variabile principale per “ordinare” i siti in SERP e ora è solo una piccola componente di un paniere ampio (si parla di oltre 250 fattori!).
Almeno dal mayday (2009) si consiglia di non perdere più la testa dietro al pagerank, come si consiglia di tenerlo d’occhio quando “lampeggia”, ovvero quando improvvisamente va a zero e magari torna normale in un paio di giorni: è un segnale che qualcosa ‘sta per succedere e richiama un “esame di coscienza”.
@ Merlinox:
quoto ogni parola, mio Maestro.
Oltre al blogroll (che moltiplica i link per il numero degli articoli)
consiehlirei di guardare anche la parte dove si firma il commento nel blog.
Qui su Rudy Bandiera (e la maggior parte) funziona tutto preciso: se faccio 10 commenti, 10 commenti risultano pure in webmaster, ma con altri blog mi è capitato che dopo aver lasciato un solo commento google vede 15.000 o anche piu link verso il mio sito.
Prima non comprendevo questo fenomeno, e neanche adesso, ma so chè malvisto, quindi chiedo subito di cancellare il commento e quel blog esce dalla mia lista