A Genova, ieri, è successa una cosa che dovrebbe far riflettere tutte le persone dotate di intelletto e dovrebbe fare allontanare dal calcio tutte quelle persone che il calcio lo amano. Proprio perché lo amano, se hanno un cervello, lo dovrebbero abbandonare.
A Genova, con il Genoa sotto di 4 goal con il Siena, un gruppo di tifosi/ultras/coglioni ha iniziato a minacciare l’invasione di campo e a lanciare fumogeni: in particolare uno, il classico intelligentone pelato grande e grosso, si è arrampicato per bene sulla recinzione ed ha detto con i calciatori “voi adesso vi levate la maglia e ve ne andate“.
E loro l’hanno fatto.
Abbiamo assistito al più grande e palese ricatto sportivo della storia del calcio italiano: un gruppo di coglioni che decide le sorti di una partita giocata da professionisti, che decide che gli altri spettatori paganti non debbano vedere il resto della partita, che decide che gli sponsor vedano negati i minuti di presenza mediatica che gli spetta, che decide che una partita deve finire al loro ordine.
Il calcio non è di chi lo ama, è di un gruppo di violenti ai quali, negli anni, è stata data la possibilità di fare il bello ed il cattivo tempo nel calcio stesso, ai quali è stato dato il potere dalle squadre, le quali, hanno sempre cercato di compiacere questi gruppi di subumani che vivono solo in funzione della domenica allo stadio.
Le squadre di calcio di ogni serie sono vendute a dei violenti sottosviluppati e ancora qualcuno è capace di definirlo “il gioco più bello del mondo“?
Di gioco non ha più niente: è un mondo stupido, marcio, sessista, infangato, corrotto e dopato. E’ un mondo violento e becero che ha una sola strada, una sola via di uscita: lo si deve lasciar agonizzare, senza soldi.
Chi ama davvero il calcio deve smettere di sovvenzionarlo, deve bonificarlo se non vuole vedere ancora uno sport, uno stadio ed una città sportiva, ostaggi di un gruppo di cerebro-sgombri.
sinceramente sono molto stupito che gli stadi siano ancora aperti al pubblico. Non riesco a capire che si lamenta perchè allo stadio scoppiano risse, volano motorini dalle gradinate, esplodone ordigni rudimentali; che c’è di strano? Sono trent’anni che la gente va allo stadio per imitare i suoi idoili: 22 imbecilli decelebrati che appena finisce il ritiro vanno a drogarsi in bordelli autorizzati e corrono contromano con la fuoriserie, gestiti da agenti la cui scaltrezza fa invidia a Totò Riina.
@ jack 3 mani:
mi imbarazza, ma ti quoto in pieno.
L’umanità è sempre la stessa dai tempi di panem et circensem
come disse qualcuno: la mamma dei coglioni e sempre gravida. e questo vale in tutti i campi dallo sport alla politica. devo dire che anche i giocatori in questa vicenda si sono dimostrati non all’altezza della situazione, non hanno capito che non avrebbero dovuto sottostare al ricatto di quei mononeuronici, quello sarebbe stato un segnale che spazzava via la sudditanza, ma purtroppo quei ragazzi non hanno mai ricevuto una cultura sociale in grado di metterli al riparo da forzature di quel tipo.
@ Giovanni ~ Quacos:
@ Rudy Bandiera:
e anche questi due commenti li condivido in pieno. Nulla da aggiungere.
Amavo il calcio giocato, lo consideravo il piu’ bel sport di gruppo.
Saranno 25 anni che non guardo piu’ una partita, non vado allo stadio, e se mi propongono una tv a pagamento chiamo l’esorcista.
Quoto jack
Il calcio è diventato uno sport per checche isteriche, con sceneggiate in campo e sugli spalti roba da brividi.
Lov ai non calciatori
Rudy Bandiera ha scritto:
Ci mancherebbe che non condividessi te stesso… :D :D :D (scusa non ho resistito ora metto un commento vero)
Non sono mai stato un tifoso nel senso pieno del termine, anche perché da ragazzino non sapevo assolutamente giocare a pallone. Però ho seguito il calcio per molti anni, anche con un po’ di passione, e da juventino abitante in Roma, non è stato facile.
Dopo il primo episodio di calcio-scommesse mi sono disamorato ma non completamente allontanato. Quando una decina di anni fa sono iniziati i casini veri mi sono definitivamente allontanato.
Per contrappasso, ho la figlia minore che se andasse allo stadio militerebbe negli ultras. E ha un punto di vista sorprendente, rispetto alla faccenda di Genova. Lei sostiene che dei giocatori che disonorano la propria squadra in questo modo (e non sono in grado di dire se ha ragione o torto ma lei sostiene che la partita di Genova è stata giocata di malavoglia dai giocatori) devono essere umiliati pubblicamente in questo modo, a fronte di tutti i soldi che portano a casa.
La mia opinione è che, al netto del principio, in nessun caso si deve consentire ad un manipolo di facinorosi di prendere in ostaggio uno stadio. Credo anche che in determinate circostanze si debba procedere con la fermezza e non con la negoziazione. Al posto del questore avrei fatto sospendere la partita e avrei lasciato nelle mani della giustizia sportiva la decisione su chi penalizzare e come. Ma certamente non bisognava consentire quella squallidissima farsa.
Se dessi retta alla mia “panza” direi che le forze dell’ordine sono perfettamente in grado di identificare i 100-200 deficienti. E penso che i 100-200 deficienti potrebbero essere portati in questura per accertamenti e lasciati lì un paio di giorni. E poi si potrebbe interdire loro l’ingresso allo stadio per uno-due anni. E poi si potrebbe penalizzare la squadra, che con gli ultras va sempre a braccetto per il merchandising.
Ma.
Ma tutto questo presupporrebbe la volontà politica di risolvere un problema, e incidentalmente anche la volontà politica di evitare che ogni domenica (anzi con i ritmi che ci sono in pratica quotidianamente) siano mobilitati centinaia di agenti solo ed esclusivamente per “prevenzione”.
In breve, presupporrebbe di vivere in un paese civile. Dove il problema del calcio, come in Gran Bretagna, si risolve con la determinazione e la volontà. Qui si preferisce che il calcio sia un pezzo di panem et circenses, ma anche un utile mezzo di distrazione di massa per distogliere l’attenzione dai problemi veri.