Credo sia assodato: Renzo “Trota” Bossi non è la persona più sveglia di questo mondo.
Questo non è certamente un reato o un problema insormontabile, visto che il suddetto Trota viene invitato in televisione a parlare di inno nazionale o gli viene addirittura richiesto di parlare di nuovi media, proprio a lui che a quanto pare non sa nulla né dell’uno e né dell’altro.

Dicevo, comunque, che non è un problema insormontabile visto che lavora in Regione Lombardia e prende uno stipendio da sogno per tutti noi, quando in Italia escono statistiche che dicono che un ragazzo su tre non ha lavoro.
Che sia un caso di nepotismo? Che Bossi Renzo occupi quel posto perché suo padre è il boss della Lega Nord?
No dai, certamente è li per meriti…

Bene, a quanto pare l’anima “cattiva” della famiglia Bossi non è Renzo, ma è Roberto Bossi, il figlio 21enne di Umberto:

“Il figlio del senatur dovrà risarcire un militante di Rifondazione Comunista vittima di un gavettone alla candeggina (…) I fatti risalgono al marzo 2010, alla vigilia delle elezioni amministrative: a Laveno Mombello Schiesaro con altri militanti stava attaccando alcuni manifesti negli spazi elettorali tappezzati da cartelloni leghisti. Ad un certo punto da un’auto, una Fiat Ulisse, volano prima insulti e poi gavettoni carichi di candeggina che colpiscono il 47enne di Rifondazione, provocandogli irritazioni al volto. Il giovane Bossi, all’epoca 19enne, e un altro coetaneo saranno poi ritenuti responsabili delle lesioni.” Corriere.it

Allora, facciamo un quadro velocissimo: Umberto Bossi, padre e padrone della Lega Nord, passa le giornate dicendo che i giornalisti dovrebbero essere picchiati, a mandare in culo la gente, a dire che è pronto a prendere il fucile e a fare il dito medio a mezza Italia, senza considerare quando dà dello stronzo alla terza carica dello Stato o cose simili.
Suo figlio prediletto, denominato “Il Trota” dallo stesso Umberto a causa delle non troppo brillanti capacità intellettive del giovine, lavora in regione Lombardia e colleziona figure meschine una dietro l’altra. E’ innegabile. E’ un fatto.

Ora l’altro, Roberto, 21 anni, se ne va in giro a tirare candeggina agli avversari politici. Certo, non è un gavettone di napalm o di acido cloridrico, ma nemmeno d’acqua. Non so voi ma io non sono mai andato a gettare candeggina a chi non la pensava come me.

A quanto pare l’educazione civica in casa Bossi viene meno, Umberto docet, ma se dovete sbiancare dei jeans saprete dove andare.