Sapete come si dice no? La comunicazione è tutto. Questa frase è vera per metà, evidentemente.
Non voglio ammorbare nessuno con le nuove pagine di Facebook, strutturate come la timeline dei profili, che possono diventare dei veri e propri “siti Web” con funzionalità avanzate, che adesso sono disabilitate dalle impostazioni ma che probabilmente verranno riabilitate come “pagina di approdo” dei nuovi fan.
Non vi voglio ammorbare con i dettagli tecnici sulle nuove pagine, dicevo, dettagli che potete trovare spiegati ottimamente su siti come quello di Julius, ma quello che mi preme far notare è la differenza di comunicazione che c’è tra due aziende tra le più influenti che siano mai apparse su questo pianeta dai tempi di Ford: Facebook e Apple.
Quando Apple, nella persona di Steve Jobs, presentava un prodotto, tutti erano in ansia, con le orecchie tese, sintonizzati sui canali in streaming di tutto il mondo per capire quale fosse il nuovo prodotto, il nuovo miracolo della casa di Cupertino.
La comunicazione precedeva il prodotto, creava hype-aspettativa e diveniva di fatto una parte del prodotto stesso.
Facebook ha 800 milioni di utenti, entro la fine del 2012 (se ci arriveremo causa Rettiliani o Maya) saranno un miliardo (1.000.000.000 sono tanti zeri) e si permette di non comunicare nulla a nessuno, se non a giochi fatti.
Le statistiche dicono che circa una persona su due che ha un account Facebook fa un login al giorno e questo vuol dire che tutti i giorni 400 milioni di persone (sei Italia e mezzo) si sciroppano le modifiche di Facebook e milioni di aziende si arrabattano per capire cosa sta succedendo senza che nessuno si degni di dire qualcosa.
Zuckerberg si fa vedere molto di rado, in abiti dismessi ed informali (e questo non è un male), per dire qualche cazzata: i suoi luogo tenenti si vedono un po’ più spesso ma quasi sempre dopo che “i fatti” sono avvenuti.
La differenza comunicativa tra le due aziende è enorme, così come è diverso il tipo di prodotto che vendono: Apple vende oggetti e Facebook un servizio online quindi la comunicazione deve essere necessariamente diversa, ma se Facebook avesse un pochino più di rispetto per i suoi utenti, spiegando quello che succederà un pochino prima che succeda, sarebbe forse meno antipatico.
Condivido, molto meno antipatico e piu’ educato.
Lov
Già, non a caso l’utente di Facebook è insofferente alle più piccole variazioni. Se non si trasforma il cambiamento in un evento (come fa Apple), rischia di diventare una delle tante cose di cui lamentarsi ogni giorno, come il freddo, il governo, le tasse, le allergie e, appunto, i rettiliani. A proposito, avrei una mia teoria sul fatto che Zuckerberg si vede poco in giro…
@ Francesco:
interessante punto di vista, al quale avevo pensato pure io.Ma rimane il fatto, per me, che un minimo di rispetto lo debbano a 800 milioni di persone. Ma non sono certo il CEO di nulla eh ;)
Francesco ha scritto:
dai? Sarebbe? Mi incuriosisce! Per me perchè è un a-sociale frustrato. Dici di no?
Francesco ha scritto:
Vero vero, oltre alle cose elencate, quest’anno bisogna aggiungere la neve in maniera massiva.
Dici che Zuckerberg è un avatar di sé stesso?
No, è un rettiliano! Non mi dirai che quella è la sua vera faccia :D
Sai, c’è comunque una differenza tra Apple e Facebook: gli utenti Apple spendono fior di quattrini, mentre Facebook è un servizio gratuito. Insomma, della mutua.
O meglio, questo è quello di cui ci hanno convinto, perché in fondo la moneta con cui lo paghiamo sono i nostri dati. Per cui noi non riceviamo un centesimo, ricevendo in cambio un trattamento scortese da qualcuno che li fa fruttare miliardi di dollari. C’è un certo squilibrio in questo, non trovi?
@ Francesco:
c’è squilibrio eccome! Il fatto che uno venda un prodotto (connotato da un sacco di “sentiment” e molto caro) è verissimo, ma essere trattati come dei numeri solo perchè non paghiamo un servizio in danaro è brutto ecco.