L’azienda di Cupertino, la Mela di Jobs, ha più soldi del Governo USA: “La liquidità dell’amministrazione Usa secondo le ultime stime del Tesoro è di 73,7 miliardi di dollari, mentre gli ultimi risultati finanziari del colosso di Cupertino parlano di 76,4 miliardi. (…) Ora la notizia più clamorosa: la Apple, con sede sociale negli Stati Uniti, potrebbe pagare meglio e con più celerità gli stipendi dei dipendenti pubblici yankees.” corriere.it
Dopo questa breve e sconcertante presa di coscienza, come possiamo pensare e sperare di risollevarci da una crisi che ha generato dei “mostri economici” più imponenti e più influenti degli Stati più potenti del pianeta?
Come possiamo pensare che i Paesi, per quanto potenti, facciano gli interessi della gente e non delle aziende?
Forse è il caso di rivedere il nostro sistema…
I colossi sono il problema! I governi si devono inchinare al loro strapotere,
e noi stiamo pagando per tutti.
Lov
L’articolo del corriere è dei tempi dello scontro Obama-repubblicani sull’aumento del tetto del debito. Negli Usa è il congresso che fissa il tetto massimo del debito pubblico e di volta in volta il presidente deve chiederne l’aumento. I repubblicani, a volte, quando controllano in congresso, ricattano il presidente sull’aumento del debito per ottenere leggi (tagli fiscali, allegerimento dello stato, ecc..) a loro favorevoli. Durante una faida di questo tipo potrebbe capitare che il governo USA non abbia più un cent e debba sospendere tutti i pagamenti (è successo negli anni 90 se non ricordo male). Il rapporto sulla liquidità USA/Apple pubblicato è stato fatto durante l’ultima di queste faide. Un caso dal quale non si possono trarre conclusioni.
[il budget *federale* degli USA per il 2011 è di 3830 mia di US$]
@ mauro:
un caso dal quale non si possono trarre conclusioni assolute, hai ragione. Ma rimane un fatto, ovvero che la politica deve inchinarsi di fronte a tali colossi, e questo è il prodotto del nostro malsano capitalismo il quale, negli ultimi 20anni, ha annichilito la politica di fronte all’economia.
@ Rudy Bandiera:
Ni! ;-)
Hai ragione nel sollevare il caso del malsano capitalismo che è però molto più finanziario che non industriale. La Apple è semplicemente un’azienda dal successo commerciale strepitoso a livello globale e i $ numeri $ che la riguardano sono in linea con questo successo. la Apple, tra l’altro, non mi è mai stata simpatica e se riconosco a Jobs qualità straordinarie (i suoi successi sono lì da vedere) non è un mio mito.
Se il discorso si sposta sul capitalismo finanziario fatto de leve e di avida e malsana creatività, che è poi figlio della “deregulation” delle banche e delle istituzioni finanziarie allora mi trovi più che concorde. Questo capitalismo è all’origine di tutti i guai; e qui la Politica dovrebbe prevalere e farsi sentire con molta più veemenza. Il movimento “occupy Wall Street” ha tutta la mia simpatia.
Hai presente Robocop, dove un’azienda privata comprava letteralmente una città e la sua polizia?
Beh, non credo che ci siamo tanto lontani.
Al di là dell’aggiornamento o meno dei dati riportati, va detto che un’informazione del genere non può essere analizzata a crudo.
La politica sulla liquidità fa parte della cosiddetta “composizione delle fonti”, cioè la politica che la dirigenza decide di perseguire riguardo quanto, come e dove reperire o destinare risorse.
Dire di avere “molta liquidità” vuol dire tutto e non vuol dire niente. Solitamente diciamo che una società è “liquida” quando è in grado di provvedere a ripagare i propri debiti alla scadenza.
Se la liquidità in azienda è “molta” (e per questo il termine andrebbe definito meglio) può essere un indice di qualcosa che non va.
Mi spiego: se in azienda necessito di liquidità 100 per far fronte ai miei impegni finanziari (prestiti, mutui, obbligazioni, debiti verso fornitori di servizi, macchinari, materie prime ecc) e mi trovo ad avere liquidità 500 la mia gestione è pessima: non sto investendo! Sarebbe il classico uovo oggi…
Se compariamo poi le due “aziende”, l’azienda Apple è una attività aleatoria (a rischio di fallimento) e fa parte di un settore (l’IT) molto “aggressivo”. Un eventuale finanziatore ritiene di rischiare molto investendo in questo settore, e per questo vuole più garanzie (oltre che più interesse). La Apple (così come altre società) potrebbero pensare di mantenere alta liquidità per lanciare un segnale di fiducia agli investitori.
Di contro lo stato per definizione “non può fallire” (se falliscono gli USA, anche gran parte della Apple, che ha sede in California, andrebbe a quel paese) e pertanto può permettersi di mantenere una liquidità inferiore. Se ci pensate lo stato: tende a prendere a prestito con termini più lunghi, non ha rischio di impresa, ha garanzie praticamente illimitate (demani, beni dello stato, fondi stanziati ed in attesa di destinazione).
Non esiste una “ricetta perfetta”, dipende dal tipo impresa, dal mercato in cui opera, dal rischio tipico del settore e così via (gli stipendi dei manager non sempre sono eccessivi rispetto al lavoro che fanno).
Non mi sento di esprimere una valutazione riguardo questi dati, e dovrebbero astenersi anche i giornalisti che riportano queste notizie, a meno che non siano economisti da premio Nobel (ed anche lì potrebbero trovare loro pari pronti a confutare le loro idee) e con i dati dettagliati di tutto ciò di cui parlano…
Aggiungo una cattiveria gratuita, e mi scuso in anticpo con Fabio Savelli, autore dell’articolo sul corriere, però sappiate che è solo a scopo di riflessione e non una accusa nei suoi confronti.
Ma vi pare giusto che questi articoli siano riportati da un giornalista laureato in Scienze della Comunicazione (per carità con master in Italia ed all’estero)? Ma far scrivere di economia agli economisti no??
@ Erriko:
minkia, sei cazzuto amico mio :)
@ Rudy Bandiera: sto andando a fare l’esame di finanza aziendale :)
@ Erriko:
In bocca al lupo
@ Erriko:
si giusto, in bocca al lupo!
Il problema sono le banche con le speculazioni finanziarie, la cosiddetta “finanza creativa”… e dalle agenzie di rating in combutta con banche e paesi….non la Apple che a quanto pare vende prodotti e parecchi, nonostante i prezzi non proprio “popolari”….http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-8d786bde-265f-412e-a52f-aa631f06b93b.html spiegato molto bene da report domenica scorsa…
@ Rudy Bandiera e @ ardu: grazie, è servito ;)
@ Laura: torno a dire che il discorso è davvero troppo ampio per parlarne così. Potremmo appellarci ai cicli economici, ai cambiamenti del mercato e quelli demografici. Certamente ritengo che la politica abbia avuto colpa in tutto ciò non settando bene “le regole del gioco” e dunque creando situazioni borderline. Tuttavia non dimentichiamoci che negli anni 70 abbiamo avuto un picco negativo (la stagflazione) che probabilmente è stato contrastato dai vari stati, negli anni 80, con politiche anticicliche che hanno permesso la ripresa dell’economia. Faccio riferimento agli aumenti enormi di spesa pubblica (e conseguentemente debito) avuti bene o male in tutti i paesi occidentali.
Noi ad esempio negli anni 80, è una mia opinione, abbiamo “comprato” l’ingresso nel g8 visto che è stato un decennio di indebitamento selvaggio che ha si favorito posti di lavoro (e dunque ha aumentato il benessere) ma a scapito delle casse dello stato che si sono trovate a dover pagare troppi stipendi e spese sul lungo termine. Negli anni 90 poi è intervenuta la finanza creativa…
Forse abbiamo solo rinviato di 20/25 anni un ciclo di depressione che è fisiologico in una economia di mercato?
@ Erriko:
Bene la dotta spiegazione sulla liquidità ma nella fattispecie non si applica.
Liquitdità viene inteso come traduzione dell’inglese “cash”: contanti o/e “marketable securities”. Infatti l’articolo del corriere è copiato da “business insider”.
http://bit.ly/oROTXu
I numeri così vicini, tra l’Apple e gli USA, sono dovuti, come ho già scritto, alla faida congressuale sul tetto del debito. Solo un’aneddoto!
Altro appunto: Non sono affatto d’accordo che su un giornale solo economisti debbano scrivere di economia. Sarebbe come dire che di calcio dovrebbero scriverne solo calciatori, di politica solo politologi e di ippica solo cavalli. Un cosa è un articolo scientifico (che l’economia sia una scienza poi…) che spiega fenomeni (l’economia, comunque, dal punto di vista predittivo è, come credibilità, un gradino sotto all’astrologia!), un’altra è il giornalismo che a mio parere deve essere accessibile a tutti ed interessare i più. Ad esempio i migliori libri divulgativi di scienza sono spesso scritto da non-scienziati (vedi Bill Bryson).
Sinceri complimenti per il tuo esame. :-)
@ mauro: ti ringrazio per i complimenti :)
Mi sento comunque di rispondere al tuo affondo sull’economia. Innanzitutto che sia una scienza è argomento di discussione per molti, e credo perchè il concetto comune di scienza è quello che vede la “scienza” come disciplina esatta, infallibile, la cui applicazione rende prevedibili gli eventi.
Non credo sia così. Credo si tratti di una “scienza sperimentale” al pari, consentimelo, della psicologia e della fisica. Anche queste discipline procedono a tentativi, formulando ipotesi anche fantasiose (basti pensare che i fisici non sono neanche d’accordo sul numero effettivo delle dimensioni esistenti) e che si basano sull’osservazione dei fenomeni.
Sento dire “se l’economia fosse una scienza avremmo previsto la crisi”. E’ vero, avremmo potuto e qualcuno l’ha anche fatto, ma bisogna considerare che il mondo è un’equazione con infinite incognite che variano infinite volte. L’unica cosa che possiamo fare è cercare di intuire degli andamenti, degli schemi ricorrenti.
Per quanto riguarda poi il discorso sui giornalisti si, ribadisco il mio pensiero. Quando scrivi un articolo esprimi (volente o nolente) quanto meno una valutazione. Giusta o sbagliata che sia preferirei che provenisse da chi ha contezza di ciò che dice.
Per risponderti si, vorrei leggere analisi politiche scritte da politologi, rubriche sulla salute scritte da medici e articoli calcistici scritti da gente che ha studiato questo sport. Sarò elitario, spocchiso, quello che vuoi ma è così che la penso. Io ad esempio scrivo di tecnologia sul mio blog perchè bazzico questo mondo da 15 anni e cerco di parlare solo di argomenti che conosco. Altrimenti vorrebbe dire limitarsi a copia/incollare robe degli altri (come l’articolo in questione mi sembra di capire), no?
@ Erriko:
Certo che sono più fattori che s’intersecano… ma dare la colpa alla Apple… mi sembrava esagerato…. poi scometto che ognuno di voi e noi (hi he) ha qualcosa in casa con il logo della mela…. (Io anche quella antesignana della casa discografica dei Beatles se per questo!!!) :)
@ Laura:
Laura ti assicuro che nessuno dava la colpa alla Apple, era un discorso solo volto a precisare alcune cose che, spero, aiutino a leggere meglio i dati che ci vengono forniti spesso dai giornali (in cerca della sensazione) :)
Per quanto riguarda la mela hai voglia, ci mancherebbe, però non confondiamoci, eh, la Apple Records non c’entra nulla con la Apple Inc. Anzi quest’ultima, visto che era molto più ricca dell’altra, sebbene sia arrivata dopo (quella dei Beatles è degli anni 60) ha condotto una battaglia legale aspra per acquisire qualsiasi diritto…
@ Erriko:
La conosco bene la Apple dei Beatles (sono stata anche Liverpool anni fa alle Beatles Convention) …. Ovviamente era per parlare del logo della Mela: Big Apple simbolizza New York, la Apple di Steve Jobs, la Apple dei Beatles etc (ed è vero che ci fu una battaglia legale come affermi tu..)
La Mela è un brand che ha sempre venduto molto….
Laura ha scritto:
non millantre, poveri beatles, te lo spiegai io più di un anno fa e ti dissi anche che le beghe ce le avevano avute già con la EMI… mannaggia se tu m’ avessi ascoltato un po’, ora potresti scrivere cose quasi sensate,
ehi ciao a tutti comunque, bel post, anzi bei commenti, visto che Rudy è sempre superficiale e provocatorio; ringrazio @ Erriko: per avermi spiegato cose particolari sulla liquidità e il suo utilizzo effimero. Una volta prendavo a spunto i debiti a medio lungo per screditare le aziende, togliendo dal contesto di bilancio un dato che pronunciato al grande pubblico faceva scalpore , tipo ” la mazzi & razzi SpA ha 2 miliardi di debiti” e tutti pensavano che fosse nella merda, si allontavano così quei soggetti che usavano la borsa come il gratta e vinci, ma davano un contributo forte alle imprese quotate.
jack 3 mani ha scritto:
@ jack 3 mani:
Cosa hai bevuto??? Il brunello di montalcino?? Cosa c’entrano le questioni legali EMI con quelle Apple…!!! Sono due eventi completamente diversi….
Laura ha scritto:
ok non ci siamo, comunque ti rammento di nuovo che è stata la apple corps. e non la apple records ad avere i guai con la mela di jobs…
@ jack 3 mani: Concordo con quanto hai detto su :)