Quando una persona condivide e rilancia un contenuto da attore passivo si trasforma in soggetto attivo e, per quanto modesto possa essere il seguito, si diventa un dente dell’ingranaggio.
Walter Quattrociocchi, che si occupa di disinformazione e fake news, dice sul Corriere che quando piace troppo l’informazione che ho letto allora deve suonare un campanello d’allarme perché a causa del pregiudizio di conferma è in questi casi che si controlla meno la veridicità.
Il New York Times ha definito 7 semplici regole per attivare dubbi prima di condividere, evitando la condivisione di insulse -pericolose- baggianate, come la foto (ampiamente smentita da ormai TUTTI) che Zelensky indossi la croce di ferro tedesca o la ragazzina combattente con fucile e lecca-lecca.
1- Chi lo condivide?
Sui social in molti hanno la spunta blu accanto al nome per indicare l’identità confermata. Anche questi account commettono errori e buone informazioni possono provenire da persone non verificate, ma almeno sappiamo con certezza da chi arrivano.
2- Verificati, ok, ma poi?
Anche quando ti imbatti in account verificati, cerca indizi sul fatto che abbiano qualche motivo CONCRETO per sapere cosa ti stanno dicendo come giornalisti sul campo o ricercatori che hanno studiato la cosa.
3- Attenzione ad account come stellina832797694
Un nome utente composto da un sostantivo e una lunga serie di numeri è spesso un account non autentico. se nuovo di zecca, con pochi tweet presenti, non correlati tra loro o un basso numero di follower, si dovrebbe dubitare.
4- #hashtag #eccessivi
Quando un post non coinvolge, aggiungere hashtag popolari ma non inerenti al tema aiuta la diffusione ma mette dubbi sull’autenticità.
5- Google, prima di tutto
Se esegui una rapida ricerca su Google e non riesci a trovare articoli di notizie su ciò che stai condividendo, è possibile che tu stia condividendo immagini e didascalie pescate da una guerra precedente.
6- Cerca i fact-checker
Molte testate giornalistiche dispongono di team per verificare o sfatare le affermazioni che si diffondono durante i momenti di notizie ad alta intensità emotiva.
Reuters, The Associated Press, BBC (e anche molti italiani come Open) hanno sezioni dedicate al Fact-checking. Se poi pensate che siano “i poteri forti e la stampa di sistema” questo è un altro tema ancora.
7- Soldi o attività?
I truffatori cercano di creare risposte emotive e potrebbero dire che stanno raccogliendo fondi per le vittime. Esamina attentamente qualsiasi organizzazione a cui sei tentato di fare una donazione o di cui postare contenuti, utilizzando un sito come Charity Navigator per assicurarti che sia legittimo.
E, aggiungo, se ti capita di condividere qualcosa di sbagliato o falso e te lo fanno notare (perché può capitare) chiedi scusa, rettifica o cancella senza rimanere sulle tue posizioni fallaci solo per difendere il “tuo onore”. Farlo è da perdenti.
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