Forse qualcuno di voi ricorderà un mio pezzo di qualche mese fa, intitolato “Puzza di bolla nel mondo dei social network” in cui parlavo di un mondo, quello del #SMM (che non è sado-maso ma social media marketing) che “gode” di stime di mercato decisamente superiore all’oggettività del danaro che riesce a mobilitare.
Scrivevo, nel suddetto post:
I social sono una enorme opportunità, possono essere una vetrina interattiva nella quale le aziende parlano con i propri clienti, così come possono essere un non-luogo dove conoscersi, unirsi e perché no, vendere. Possono essere davvero la piazza di domani ma ci vuole un modello che sia su misura per tutti, altrimenti il rischio di bolla è davvero grosso. I social sono acerbi, sono nuovi, e stiamo rischiando di bruciarne le opportunità per la troppa fretta.
Nella giornata di ieri, su Twitter, l’amico Marcello Mari mi ha segnalato un suo articolo (lo trovate a questo indirizzo) in cui si cerca appunto di spiegare il valore OGGETTIVO di ognuno di noi all’interno dei social. Per oggettivo intendo basato su dati certi, matematici e non congetturali.
Riporto alcuni passaggi del pezzo per farvi capire come sono nate le stime:
…utenti che hanno utilizzato un determinato servizio in maniera attiva nell’ultimo mese. Login accidentali non vengono considerati. Account doppi o inesistenti vengono tenuti anch’essi fuori dalla conta e per questo le time potrebbero sembrare più bassi del dovuto (…) Per il calcolo del valore del singolo utente mi sono invece affidato ad un semplice calcolo matematico basato sul valore di mercato della compagnia divisa per la base di utenti attiva.
Ecco i risultati ottenuti da Mari:
– Facebook
$114mld diviso per 637mln di utenti attivi fa un valore di 179 dollari ad utente.
– Twitter
$22.7mld diviso per 321.5mln di utenti attivi fa un valore di 70.7 dollari ad utente.
– Linkedin
$26.5mld diviso per 132mln di utenti attivi fa un valore di 200 dollari ad utente.
Qua finiscono le certezze (sono i social con un valore quotato) ma nel post di Mari sono riportati anche i dati di Pinterest, Instagram e WhatsApp in base a delle stime di quotazione o agli investimenti o a cosa sono stati pagati.
Ora veniamo al punto: a quanto pare Twitter ha un valore di mercato 22 volte superiore ai guadagni previsti per tutto il 2014 (circa il doppio di Facebook). Io non sono un broker o un investitore, e capito che investire è bello, ma cifre astronomiche per sistemi che non hanno ancora capito come monetizzare mi sembrano…. mi sembrano dopate. Gonfiate. Edulcorate. Imbellettate.
Lo stesso vale anche per Facebook e Linkedin, anche se in misura di scala minore (specie per Linkedin).
Vi ricordate la storia della bolla dei tulipani, in Olanda?
La bolla dei tulipani o tulipomania è stata probabilmente la prima bolla speculativa documentata nella storia del capitalismo.
Nella prima metà del XVII secolo, nei Paesi Bassi la domanda di bulbi di tulipano raggiunse un picco così alto che ogni singolo bulbo di tulipano raggiunse prezzi enormi; questo straordinario livello dei prezzi calò comunque drasticamente in breve tempo. A partire dal 1636, il bulbo di tulipano è diventato il quarto principale prodotto di esportazione dei Paesi Bassi. Il prezzo dei tulipani salì alle stelle a causa della speculazione sui futuri tulipani fra coloro che non avevano mai visto i bulbi. (Wikipedia)
Il prezzo dei tulipani salì alle stelle a causa della speculazione sui futuri tulipani fra coloro che non avevano mai visto i bulbi.
Da un certo punto di vista noi, tutti noi, potremmo essere i futuri tulipani per gli investitori, futuri tulipani fra coloro che non hanno mai visto i bulbi.
Senza noi utenti, tutti i Social, non varrebbero 1 solo dollaro. PUNTO!
Quindi vogliamo un “grazie” caro Sig. Twitter, caro Sig. Facebook e così via… ;)
@ Alessandro Pozzetti – APclick:
Non mi basta un grazie!! Visto che siamo merce che fa ingrassare i padroni dei Social… voglio almeno il mio…. reward!!