Non troppo tempo fa, parlando di Web 3.0, cercavo di spiegare cosa fosse il Web Potenziato, che del Web 3.0 sarò una parte se non il tutto.
So bene che una definizione precisa dell’una e dell’altra cosa non esistono, ma per capirci è bene partire chiari: Web Potenziato o High Powered Web (HPW) è un termine nato per descrivere alcuni fenomeni, di ordine sociologico e tecnologico, che hanno portato il Web ad avere una capacità di influire sulla realtà superiore a qualsiasi altro canale informativo. Di fatto un prodotto sociologico basato sulla tecnologia che l’ha generato. Il Web come vero ed unico Mass Media. Anzi, non un media ma noi stessi, tutti noi, come un unico enorme media.
NOI siamo il mass media.
Ora, dopo questo delirio alla Skynet di Terminator, veniamo al punto: possiamo già vedere un embrione di quello che sarà il Web di domani?
Assolutamente si, nella social TV, cosa della quale solo i diretti interessati ed in particolare la RAI, non si sono accorti.
Social TV è la convergenza di Social Media e Televisione. Più precisamente s’intende per Social TV l’attività di interagire attraverso i Social Network con i prodotti fruibili attraverso la Televisione come trasmissioni d’intrattenimento, talkshow, film o telefilm. L’interazione è bidirezionale e può avvenire direttamente attraverso il televisore oppure attraverso altri device, in contemporanea con la visione televisiva oppure no. (Wikipedia)
Come vedete non l’ho sognato, la social TV esiste davvero ed è un fatto di importanza straordinaria per i vecchi media che vogliono rinnovarsi.
Vecchi media che vogliono rinnovarsi… vi dice qualcosa? Non vi viene in mente la TV e la RAI in particolare?
A me si, almeno con vecchi media.
Bene, ieri sera è iniziato il Festival di Sanremo e una parte di quello che mi aspettavo è puntualmente accaduto: tutti quelli che erano davanti alla TV e che possiedono un account Twitter, hanno guardato il Festival twittando.
TUTTI.
Alcuni esempi:
Quando la Casta ride, nel mondo un odontotecnico muore. #Sanremo2014
— La Pausa Caffè (@LaPausaCaffe) 18 Febbraio 2014
Il regolamento di #Sanremo2014 è un semplice maggioritario doppio turno misto proporzionale inverso
— Rudy Bandiera (@RudyBandiera) 18 Febbraio 2014
Cat Stevens: "Se la religione non insegna a vivere insieme, non è una religione".
Lascia perdere, Cat, è un mestieraccio.
#Sanremo2014
— Dio (@lddio) 18 Febbraio 2014
Portano tutti una canzone bella e una brutta. Per questo non ci sono i Modà: non avevano quella bella.
#SanRemo2014
— matteo grandi (@matteograndi) 18 Febbraio 2014
Pensate a quanta corrente si usa per twittare su #Sanremo2014 quando avremmo potuto risparmiare e sistemare i denti alla Casta
— Rudy Bandiera (@RudyBandiera) 18 Febbraio 2014
Se guardate i numeri degli account in questione, noterete che si toccano i 300.000 followers. Un bel numero. Una bella pubblicità. Gratis.
Ora, quale dovrebbe essere la cosa sconvolgente in merito a tutto questo? La cosa sconvolgente è che la RAI NON ha lanciato un hashtag ufficiale. La RAI non si è curata di “socializzare” con le persone dall’altra parte della TV, non si è curata di interagire con loro, non si è curata di prendere atto dell’esistenza dei social network e non si è curata di riflettere sul fatto che sono i social che possono decretare la morte o la vita dei vecchi media.
Il bello, la cosa davvero buffa di tutto questo, è che il Web 3.0 con il suo “Web Potenziato” non è una questione di “se” ma soltanto una questione di “quando” ed in parte ci siamo già dentro.
I vecchi media, tronfi del loro glorioso passato, sono del tutto disattenti al loro stesso assassino, lo ignorano e lo snobbano. Mentre lui si avvicina, nemmeno troppo furtivo.
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