Spiegazione brevissima per chi non sa come funziona il BlackBerry ed in cosa si differenzia dagli altri.
In pratica Rim (la casa produttrice di BlackBerry) possiede una rete di server proprietaria, in cui fa girare tutte le comunicazioni tra i propri device: di fatto i BB non comunicano tra loro e con il mondo attraverso i server degli operatori “normali”, ma attraverso i server di Rim, e questo è il dettaglio che fa la differenza con gli altri smartphone. Questa rete si chiama BIS (BlackBerry Internet Service) e, nella sua versione aziendale BES (BlackBerry Enterprise Service), permette a milioni di professionisti in tutto il mondo di restare in comunicazione con le proprie aziende in modo sincronizzato per ogni cosa, ovvero per la rubrica, i contatti, la posta, gli appuntamenti e tutto quello che serve per rimanere aggiornati tutti, su tutto.
Questo network è talmente potente che Paesi come l’Arabia Saudita vogliono bandire Rim perchè non riescono a controllarne il traffico, essendo esso appunto non sotto il controllo dei server tradizionali.
Ora, capiamo bene che se questa rete di macchine “va giù” è un casino. Ecco, è quello che è successo negli ultimi tre giorni.
Nessun BB del pianeta funzionava più (70 milioni di utenti), e il danno all’azienda è stato incommensurabile.
Rim non dice quasi nulla sull’accaduto, se non un messaggio di scuse ogni tot di tempo da qualche giorno a questa parte, sul sito ufficiale, ma non spiega praticamente niente. Adesso le cose sembrano ristabilite, ma lo sembravano anche l’altro ieri mattina…
Molte teorie sono emerse per spiegare il fatto: una è che ci sia la voce di acquisto di Rim da parte di un paio di aziendone enormi nel campo dell’informatica, e che queste aziendone abbiano hackerato il sistema di server per far calare il prezzo di Rim stessa.
Un’altra è che la responsabilità sia di Apple che, coincidendo con l’uscita del poco rivoluzionario iPhone 4S e la morte di Steve Jobs, abbia voluto dare una spinta alle vendite hackerando (di nuovo) la rete BB.
Un’altra ancora, la più affascinante, sostiene che vi sia un attacco hacker come quello portato ai server di Play Station l’anno scorso, attacco durante il quale furono rubati milioni e milioni di dati personali… possibilità che mi terrorizza.
Ma tutte queste sono congetture, visto che io so la verità. Martedì mattina sono andato a Milano per una due giorni composta da un corso/seminario/convegno Google, per andare a Radio DJ ad incontrare Nicola Savino e consegnarli il premio per i #TA11 e per recarmi allo IAB.
Bene, Rim si è resa conto che in questi due giorni, giorni per i quali non ho portato su il PC perchè ho un BB (decisione infausta) se avessi potuto accedere liberamente alla Rete avrei rotto i maroni a tutto il mondo con foto, condivisioni, messaggi di stato, video, ceck-in, tuittate e chi più ne ha più ne metta.
Il gotha internazionale della tecnologia si è riunito in una caverna e, con l’appoggio di Rim che conscia di perdere milioni di clienti ha accettato di salvare il mondo, ha deciso di spegnere le macchine, per quei due giorni, oscurando di fatto me e tutte le mie smanie di gloria mediatica.
Per fortuna la macchina fotografica dello smartphone andava e sono riuscito a fare qualche foto, in una delle quali vedete Daniele Giudici di Creativi Digitali dentro allo studio di DJ chiama Italia ed io e Davide Licordari, in diretta TV sul divanetto del suddetto studio, in una foto fatta direttamente da Nicola Savino. Cioè, siamo talmente VIP che Savino fa le foto a noi e le tuitta! Qui trovate le altre foto della giornata, e grazie al Savino che dal vivo è esattamente come in TV.

A parte gli scherzi comunque è evidente che un down di tale portata non è una cosa normale e secondo me è altrettanto evidente che Rim non ce la racconta tutta, visto che è a mio avviso impossibile che “il blackout ormai mondiale dei servizi è stato causato da una montagna di email, praticamente un ingorgo” come detto dalla stessa Rim: e non dimentichiamo che ” I titoli Rim, in calo a Wall Street dell’1,35%, hanno perso il 60% da gennaio, con Apple e Google che hanno rafforzato la loro quota di mercato in Nord America e altrove.” Da parte mia spero che l’azienda sia stata attaccata a livello hacking, perchè il pensiero di affidare i miei dati e la mia vita digitale a qualcuno che non riesce a tenere in piedi i server che sono il punto di forza dell’azienda, francamente mi terrorizza.