E’ ormai da tempo che mi diletto con i social media, anzi a dire la verità Facebook, Twitter, Google+ eccetera, sono diventati proprio il mio lavoro.
Ho sempre pensato che Internet non fosse “completo” fino a quando ad Internet è stata aggiunta la componente sociale: non possiamo pensare ad un mondo in digitale se questo mondo non comprende anche una vita sociale, degli svaghi con gli altri e la condivisione di esperienze di vita. I social network appunto.
Ma si sa, i social sono un mondo molto più complesso di quanto non si creda: mi è capitato di tenere 5 lezioni ultimamente, sui social appunto, dopo le quali le persone sono uscite con più perplessità e domande di quante non ne avessero all’inizio. Non che io sia un cane ad insegnare, non solo quello almeno, ma è che uno si aspetta che Twitter ad esempio, sia una stupidaggine. Ma non è così. Sono mezzi molto potenti ed in quanto tali molto complessi e terribilmente delicati.
Se non fosse così io sarei ancora in fabbrica a fondere dell’alluminio per fare dei cerchi in lega, no?
Ora, visto che il prestigioso Lettera 43 riporta il mio “teorema” in questo articolo (del quale francamente non capisco il titolo), ho pensato di scriverne altri 4 per avere 5 cardini, 5 punti attorno ai quali muoversi ed orientarsi sui social media.
Ci ho messo molto tempo per svilupparli e oggi prendo spunto dall’articolo per pubblicarli: sono 5 cose da tenere presente per muoversi in maniera conscia e propositiva in un mondo che sta diventando sempre più importante e, di conseguenza, sempre più complesso.
Primo teorema
Se ogni 5 cose che scriviamo 4 riusciamo ad alleggerirle nei toni o riusciamo addirittura a renderle frivole, avremo l’attenzione su di noi anche quando vogliamo colpire nel segno: ogni 5 cose che dici fà che 4 siano divertenti.Secondo teorema
Più hai seguito più hai detrattori. E’ un assioma che prescinde da quello che scrivi e con quale conoscenza/autorità ne scrivi. All’aumentare della popolarità aumentano invidia, critiche e pensieri discordanti dal tuo. E’ normale, fisiologico e giusto.Terzo teorema
Qualunque tipo di promozione basato su eventi che fondono la “real life” con la “digital life” sono il modello dell’advertising di domani: la fusione digital-real-life è la pubblicità del futuro. Di certo non cliccheremo su dei banner e dei link per sempre.Quarto teorema
L’efficacia di un’azione dipende sempre dalla fatica che richiede la stessa.
Più fai fatica più quello che fai è efficace. Quando ti chiedi “meglio questo, o meglio questo?” sappi che è sempre meglio quello più faticoso.Quinto teorema
L’ironia, sui social media, spesso non viene percepita. Se scrivi qualcosa di ironico preparati ad essere nel centro del mirino di chi non ti conosce bene: online non ci sono sorrisi o ammiccamenti e in quello che scrivi c’è quello che gli altri capiscono.
Ok, la parte seriosa l’abbiamo fatta, adesso ve li spiego in soldoni.
Primo teorema
Ogni tanto scrivi una cosa seria in mezzo alle cazzate. Non vuol dire essere stupidi, le cazzate possono essere anche pungenti e geniali. Dovete far sorridere e dare piacere alle persone che vi leggono, dovete farle pensare, indignare o incazzare. E sempre divertire.
Secondo teorema
In Rete c’è pieno di rompicoglioni.
Terzo teorema
Tutti noi siamo un hub pubblicitario. Uscire da Internet per andare nella vita reale è fondamentale per fare avvicinare anche quelle persone che di Internet, ancora, non sanno nulla.
Dobbiamo smettere di raccontarcela tra di noi.
Quarto teorema
Come fanno a fare un algoritmo? Pensano che più una cosa è faticosa in meno la faranno, quindi più sarà efficace.
Sbattetevi, fate fatica. Alla lunga paga.
Quinto teorema
In Rete c’è pieno di rompicoglioni.
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Bell’articolo!Condivido i tuoi teoremi, soprattutto nella versione in soldoni.
Ma rompi coglioni o rompicoglioni?
Se prima scrivi in un modo perché dopo lo scrivi in un altro?
Ma che razza di blogger da strapazzo sei se non riesci a mettere in fila neanche due parole???
Bla bla bla socialguro dei mie stivali ma va và
E i teoremi 2 e 5 non sono veri, dici solo fregnacce!!!
Ps. non si sono notati i sorrisi e gli ammiccamenti? :))
@ Gabriele:
stavo per dire che si, avevi raqggione su “rompicoglioni” ma poi ti avrei mandato in culo :D
Ah ah ah Rudy, te possino. Ridere di lunedì mattina è sempre una gran, gran cosa.
F.to la rompicò di turno
@ Valentina:
ma che! Fossero tutti come te :)
Sarebbe interessante anche il teorema della minchia fritta, ma qui forse andiamo O.T. [ammiccamento + sorrisino —> ;-) + ;-)]
N.B. Oh! ho fatto fatica a postare questo commento è!
ciao passerò a rileggervi
Chiedo una cosa che sto chiedendo anche in altri blog.
Ma quando si gestisce professionalmente un social o un blog a nome di un brand, come si fa a restare informali e scherzosi? Come si fa a non restare imprigionati nel vecchio schema pull del web advertising?
Conviene forse evitare social di brand e inserirsi come Pinco Pallino Resp. marketing di un determinato brand?
@ Matteo:
conosco esempio di aziende che vendono tecnologia IP (non proprio la cosa più divertente al mondo) e che riescono a fare divertire. Ci vuole fantasia, ma è possibile.
Poi ci sono i casi estremi: se vendi prodotti chemioterapici ti sconsiglio di aprire una pagina FB…
Condivido alla grande la parte dell’ironia…
Solo una parola: fantastico ;)
@ Sara:
onoratissimo :)
Appena letto e visto il video tuo su Taglia…letter!!!
Ne terrò conto… per le varie pagine Facebook… :-)
Grande Ruby!
Tutti e 5 i punti sono largamente condivisibili…
Rudy Bandiera ha scritto:
Ma secondo me, Rudy, non ti sei smentito e non hai colto l’ironia di @gabriele.
@ RexVonKostia:
ma a dire il vero si ed ecco il motivo per il quale ho postato la faccina alla fine. Ma se ti piace pensare che di default non colgo l’ironia, beh a me non da fastidio eh
Penso che sia restrittivo che il quinto teorema si riferisca solo all’ironia. I social network, per le loro caratteristiche, si pongono a metà strada fra la comunicazione scritta e quella orale e perciò impongono dei cambiamenti ai nostri modi di comunicare.
Non viene usata la formalità della comunicazione scritta di tipo tradizionale e a volte chi comunica pensa di avere a disposizione uno strumento molto più simile alla comunicazione orale. Però dimenticano che nella comunicazione la componente verbale/orale riveste solo il 10/20% (a seconda delle scuole di pensiero) dell’intero messaggio; il rimanente è demandato al tono e alla comunicazione non verbale. Ecco: chi pensa di usare i social network come succedaneo della comunicazione “de visu” sbaglia, soprattutto laddove, come nel caso dell’ironia, si attua una comunicazione di tipo pragmatico. E’ un classico errore di “trasparenza”, ovverosia si pensa che i nostri costrutti mentali siano agli altri più accessibili di quanto non lo sono in realtà.
Per questo credo che i Social Network ci impongono riflessioni sul modo in cui è necessario cambiare il nostro modo di comunicare. Essi non sono sostitutivi dei metodi storici, ma ne aggiungono uno nuovo, che deve trovare necessariamente le sue modalità.
(Ed ora, dopo la seriosità di questo discorso, per attuare i dettami del primo teorema, dovrò inondare il web di facezie….)
Morale: Muore la pecora, muore l’agnello, muoiono il bue e l’asinello, muore la gente piena di guai… ma i rompicoglioni non muoiono MAI!
Ottimo articolo e ottimi teoremi! Aggiungerei che non bisogna postare cose che stiano bene a tutti per evitare i rompicoglioni: molti lo fanno e ne perdono in termini di personalità.