Voglio riportare pari pari una articolo apparso su mediablog.corriere.it nel quale è spiegato, con un esempio pratico, lo strapotere che ha assunto Internet negli ultimi anni, uno strapotere enorme che solo i media “tradizionali” non hanno ancora percepito in pieno. Ma se ne accorgeranno presto…
New York, maggio 2006. “Ivanna, una giovane signora, perde il suo cellulare sul sedile posteriore di un taxi. La poveretta si sente perduta: nella memoria del telefono ci sono tutti i suoi contatti e alcuni documenti di lavoro.
Ivanna fa quello che probabilmente tutti noi avremmo fatto nella stessa situazione: invia un sms al proprio numero offrendo una ricompensa a chi le riporterà il cellulare. Ma purtroppo non riceve alcuna risposta. Così, due giorni dopo, decide di comprare un nuovo cellulare di ultima generazione al prezzo di 300 dollari.
Fortunatamente, la compagnia telefonica di Ivanna ha conservato una copia delle informazioni nei suoi server così può trasferire quasi tutti i documenti e i contatti di Ivanna sul nuovo telefono. Così, tra le vecchie informazioni, Ivanna scopre che una ragazza nel Queen ha inviato con il suo vecchio cellulare alcune sue foto a un gruppo di amici.
Ivanna racconta la storia a Evan, un amico che lavora come programmatore nell’industria finanziaria. Adesso i due hanno le foto e l’indirizzo email di Sasha, la ragazza che ha il vecchio cellulare di Ivanna. Evan decide così di inviare una email a Sasha per chiederle di restituire il telefono. Sasha, una sedicenne di origine ispanica, invia una replica che lascia poco spazio alla trattativa: “Non ho nessuna intenzione di restituirlo, culo bianco”.
Evan decide di rendere pubblica la storia. Il 6 giugno mette online una semplice pagina web con le foto di Sasha e una breve descrizione degli eventi e la linka al suo sito personale. La pagina viene intitolata “StolenSidekick”. La storia completa degli eventi può essere letta sul sito di Evan, EvanWasHere.com, o nell’interessantissimo libro di Clay Shirky, “Here Comes Everybody”.
In poche ore, la pagina web viene inoltrata dagli amici di Evan agli amici degli amici. Alcuni lettori si appassionano. Alcuni fanno perfino un lavoro investigativo e trovano su una pagina di MySpace alcune foto di Sasha con il suo ragazzo. Evan continua ad aggiornare la pagina con le nuove informazioni sulla storia.
Alla sera, la storia di Evan finisce su Digg, un sito collaborativo dove gli utenti suggeriscono le storie più interessanti che trovano sul web. A questo punto milioni di lettori possono leggere la saga del cellulare “rubato”. Qualcuno fornisce così il cognome di Sasha e perfino il suo indirizzo di casa. Un lettore invia anche un video della casa della ragazza nel Queens.
Evan riceve dieci email al minuto da persone che non conosce ma che vogliono sapere come procede la storia del cellulare. Anche la Polizia di New York viene informata dei fatti, ma poiché classifica il telefono come perso piuttosto che rubato, decide di non intervenire.
Ma ormai milioni di lettori stanno seguendo la saga sul web. Perfino i grandi media ufficiali sono costretti a seguire la vicenda. Il dipartimento di polizia si sente sotto pressione da parte dell’opinione pubblica, tutta scherata dalla parte di Evan. Due investigatori parlano con Ivanna e, alla fine, decidono di classificare il cellulare come rubato piuttosto che smarrito.
Il 15 giugno la polizia si presenta a casa di Sasha e arresta la ragazza: il celluare recuperato torna nelle mani di Ivanna che decide di ritirare la denuncia nei confronti di Sasha che torna così in libertà.
Memorabile il commento della madre di Sasha: “Non avrei mai immaginato nella mia vita che un cellulare potesse procurarmi così tanti problemi”.”
Questa storia ci spiega le dinamiche, nuove e potentissime, con cui si possono veicolare informazioni ad un numero tale di persone e ad una velocità che fino a qualche anno fa risultavano del tutto impensabili.
Benvenuti nel 2.0
Fantastico!!! Mi fa piacere che Sasha ne abbia pagato le conseguenze!
Purtroppo il potenziale di facebook è sconosciuto proprio alle persone che maggiormente potrebbero trarne profitto: beni culturali e promozione turistica in testa
Bella case history, sono contento per Ivanna.
Voglio lanciare una provocazione: se Ivanna avesse fatto lo stesso nell’italia di oggi. Cosa sarebbe successo?
Io dico la mia: probabilmente avrebbe passato un po’ di guai per sospetta violazione della privacy, diffidenza verso l’uso dei Social Network e altro.
Un passaggio nella (old Stream) Gogna Mediatica l’avrebbe fatto e sarebbe stata mal giudicata dagli strati più anziani della popolazione ancora dipendenti dalla televisione.
Mentre per i segmenti più giovani la vicenda di Ivanna sarebbe stata apprezzata.
Naturalmente IMHO ;-)