Un paio di settimane fa ho scritto un post nel quale cercavo di spiegare cosa fosse Amazon Kindle e perché comprarlo. Ovviamente un ebook reader muove anche delle perplessità di ordine “etico” in quanto la digitalizzazione dei libri apre degli scenari oscuri per chi i libri li distribuisce.
Proprio su questi scenari è stato fatto un commento al suddetto post, da Gianluca che ringrazio, commento che riporto integralmente e che voglio approfondire:
Ciao Rudy, condivido tutto in pieno, possiedo anche io un Kindle, ma… cosa risponderesti a chi mi accusa di contribuire alla distruzione del mercato editoriale? Se tutti avessero il Kindle, mi dicono, tutti (o quasi) si scaricherebbero copie pirata e gli scrittori non guadagnerebbero più un centesimo.
Ora, io sono uno dei pochi pirla che comprano gli ebook, non scaricano film da internet e se li comprano originali in blu ray, ma conosco persone che, dopo aver preso un e-reader, mi dicono “senti, mi sono appena scaricato 2.000 ebook, ti interessano?”.
E dicono “scaricato”, non “rubato”, vorrei far notare. Sta’ cosa succede anche per i film e la musica oggi, ma almeno i cantanti possono guadagnare dai concerti e i film si vanno a vedere al cinema. E gli scrittori cosa possano inventarsi? Una formula magica per annientare la pirateria o far diventare tutti onesti?
Non è facile affrontare un discorso di questo tipo e cerco di farlo in modo discorsivo, come se parlassi con qualcuno.
“Ciao Rudy, condivido tutto in pieno, possiedo anche io un Kindle, ma… cosa risponderesti a chi mi accusa di contribuire alla distruzione del mercato editoriale?”
Risponderei che non è vero ma che, anzi, lo sto rinvigorendo! Se per mercato dell’editoria si intende “dare soldi ed opportunità agli scrittori” sono certo che il Kindle ed i reader siano un passo avanti, se invece si parla di case di distribuzione beh, forse hanno esaurito il loro tempo.
“Se tutti avessero il Kindle, mi dicono, tutti (o quasi) si scaricherebbero copie pirata e gli scrittori non guadagnerebbero più un centesimo.”
Ah si? Allora se tutti avessero un iPod si scaricherebbe la musica e se tutti avessero un computer si scaricherebbero i film, se mio nonno avesse avuto i cingoli sarebbe stato un M1 Abrams e così via.
Diciamo subito che con i se non si va molto lontano e poi, siamo sicuri che sia davvero così?
Il grande gap che hanno i prodotti “legali” rispetto a quelli che non lo sono è la semplicità di acquisto-usufrutto. Ogni volta che apri il Kindle qualsiasi cosa uno tocchi, qualsiasi cosa uno prema, trova la scritta “Acquista su Amazon” ed in due passaggi si cerca quello che si vuole, si compra e lo si trova sul Kindle sincronizzato in wireless. In 10 secondi si compra un libro, legalmente e a basso prezzo.
Scaricare 2000 libri “piratati” sarebbe così semplice? Assolutamente no: si dovrebbe aprire un browser, iniziare a cercare sui siti di condivisione di Torrent, cercare quello che interessa, scaricare il tutto, decomprimerlo, convertirlo per l’ebook che abbiamo in dotazione e passarlo sul device. Oppure fare una cosa simile con eMule, ad esempio, con il rischio di raccattare virus o porcheria varia.
Tutto questo senza la sicurezza di trovare quello che cerchiamo, of course.
Siamo sicuri che tutti quelli che comprano un reader siano tanto geek da essere in grado di scaricare illegalmente? Per me no, e la comodità ed i micro-pagamenti (iTunes docet) sono il presente ed il futuro del mercato digitale: spese di distribuzione vicine allo zero, autori felici di poter veicolare il proprio prodotto su enormi bacini di utenza, clienti contenti di pagare un prodotto due terzi in meno di quanto non lo pagherebbero in cartaceo. E vissero tutti felici e contenti… tranne i distributori.
Ora, io sono uno dei pochi pirla che comprano gli ebook, non scaricano film da internet e se li comprano originali in blu ray, ma conosco persone che, dopo aver preso un e-reader, mi dicono “senti, mi sono appena scaricato 2.000 ebook, ti interessano?
Forse si, ti potrebbero anche interessare, ma siamo sicuri che siano le “ultime uscite”? Cioè, il punto è: come mai devo pagare un libro come, ad esempio, “I promessi sposi” o “La divina commedia” quando gli autori sono morti da tempi immemori? Per arricchire le case editrici?
Se, ad esempio, le case di distribuzione si accordassero per fare pagare i libri per un periodo che è di 18 mesi dopo l’uscita ufficiale e poi distribuire liberamente, si avrebbero buoni introiti (sappiamo tutti che la gente vuole la novità), nascita di best seller e liberalizzazione della cultura. In un colpo solo.
Ma è difficile che le case editrici rinuncino a guadagni a lunghissima data.
E dicono “scaricato”, non “rubato”, vorrei far notare. Sta’ cosa succede anche per i film e la musica oggi, ma almeno i cantanti possono guadagnare dai concerti e i film si vanno a vedere al cinema. E gli scrittori cosa possano inventarsi?
hanno ragione a dire “scaricato” e non “rubato” nella gran parte dei casi. Se trovo la “Gerusalemme liberata” in pdf online e non lo compro da Mondadori, scusa, ma non mi sento di rubare.
Tutto dipende da quello che si prende.
Per il discorso del “cosa devono inventarsi” c’è da fare una digressione. David Bowie diceva anni fa “i dischi, i cd, non possono essere una fonte di introito per gli autori, ma devono essere un mero prodotto pubblicitario per concerti, gadget, apparizioni TV e tutto quello che deve diventare il vero business di un artista”.
Per gli scrittori vale lo stesso principio, ma semplificato. Se una casa editrice non deve produrre un libro cartaceo e distribuirlo nelle librerie ma solo promuoverlo, il libro costerà molto meno, l’autore prenderà parte dei soldi dai micro-pagamenti e poi terrà corsi, seminari e tutto quello che farà si che lui possa cavalcare quello che ha e che altri non possono avere. Un cervello creativo.
Una formula magica per annientare la pirateria o far diventare tutti onesti?
La prima parte della frase è un errore semantico, la seconda un paradosso. A parte gli scerzi, la parola “pirateria“ non ha senso, dobbiamo necessariamente trovarte un altro termine per definire chi scarica e cosa scarica.
Facciamo un esempio: compro “Il signore degli anelli” di Tolkien su Amazon (senza capire nemmeno bene a chi vanno i soldi, visto che a Tolkien non vanno di sicuro) e lo leggo. Passano il film per Sky (del quale pago un abbonamento) e me lo guardo con gusto.
Dopo un mese mi viene voglia di riguardare il film, lo dovrei forse comprare? O mi posso sentire in diritto di scaricarlo? E se lo scarico sono un pirata? Non direi, visto che ho pagato ben due volte per la stessa opera.
La parola “pirateria” non è corretta, e tende a traviare le persone che non sono all’interno di un mondo mediatico-digitale che con Napster ha cambiato le regole: gli intermediari non servono a nulla, e sono loro quelli che si accaniscono contro quella che viene definita pirateria, quindi gli intermediari sono il problema e sono quelli che devono trovare una soluzione se non vogliono scomparire.
A parte il fatto che mi risulta che siano moltissimi gli e-book che si scaricano gratis e legalmente. Oppure ho ricevuto informazioni sbagliate?
Analisi che condivido in pieno.
@ Cicapui:
no no0, hai assolutamente ragione. Tra questi anche I promessi sposi, la Gerusalemme liberata e la divina commedia. Ecco perchè mi sono venuti in mente ;)
@ Teo:
grazie mille.
– “Senti, mi sono appena scaricato 2.000 ebook, ti interessano?”
– Senti, quando finirai di leggerli sti 2.000 ebook?
Non scherziamo! Chi scarica 2000 ebook, è uno di quei soggetti che non interessano agli autori, perché i libri, non li avrebbe mai comprati!
Si sta parlando di gente che, la maggior parte delle volte, non ha nessun interesse ad avere il libro e mai lo leggerà. Se l’avesse potuto scaricare gratis, magari non l’avrebbe nemmeno scaricato!
Vorrei dire una cosa sull’ultima parte del discorso.
“Facciamo un esempio: compro “Il signore degli anelli” di Tolkien su Amazon (senza capire nemmeno bene a chi vanno i soldi, visto che a Tolkien non vanno di sicuro) e lo leggo. Passano il film per Sky (del quale pago un abbonamento) e me lo guardo con gusto.
Dopo un mese mi viene voglia di riguardare il film, lo dovrei forse comprare? O mi posso sentire in diritto di scaricarlo? E se lo scarico sono un pirata? Non direi, visto che ho pagato ben due volte per la stessa opera.”
Sky è un conto Amazon è un altro non devi sentirti in diritto di scaricare gratis solo perchè paghi l’abbonamento a sky. Scaricare un film coperto da copyright è illegale, purtroppo. Per ovviare a questa cosa sky dovrebbe semplicemente rendere fruibile i suoi contenuti gratis una volta passati in onda tra i suoi abbonati. Non lo fa perchè anche sky paga dei diritti per mettere un film in onda, cosa che dovresti fare anche tu.
La realtà è che non ti va proprio di pagare una cosa già vista. Non ci nascondiamo dietro un dito, sappiamo bene che viviamo in un paese dove vince chi è più furbo. Adesso vai in Germania una settimana e prova a scaricare qualcosa, ti assicuro che la situazione cambia, li applicano le leggi sul serio.
Ti assicuro che se facessero una cosa del genere qui in italia, saresti ben felice di andare a comprare il dvd per evitare 5 mila euro di multa. Altrimenti, non lo guardi e ti vai a rileggere il libro ;-)
Ciao Rudy
Viva l’Italia.
se compro un cd e poi lo presto o lo vendo ad un amico l’amico è un pirata?
se lo metto sul pc e gli do l’accesso?
Complimenti Rudy, davvero un bell’articolo.
Sicuramente scaricare è illegale, ma la domanda che mi pongo è questa:
due anni fa’ usci il catalogo dei dischi dei Rolling Stones (quelli di metà anni settanta) rimasterizzati in digitale (!?) nudi e crudi senza alcun inedito. Ora a distanza di due anni appunto, stessi dischi con l’aggiunta di un cd supplementare con concerti e altri inediti.
Chi è il vero pirata adesso? non credo sia un operazione commerciale del tutto onesta. Se mi compro il cofanetto dvd di guerre Stellari, i diritti di autore su quei film li ho già pagati.
Se l’editore fosse corretto , quando compro la versione blue-ray dovrebbe ritirarmi il vecchio supporto e fammi pagare la differenza.
Pasquale Gangemi ha scritto:
Non sono d’accordo. Io di libri ne ho scaricati, anche in pacchetti molto grossi, ma solo perchè non è possibile fare altrimenti, con il Torrent.
Fabio ha scritto:
Lo so, ma il punto non è cosa è illegale ma se è giusto, a certe condizioni, che lo sia. Di questo stiamo discutendo.
Fabio ha scritto:
No no guarda, nessuno si nasconde da nessuna parte ed io non sto parlando di essere furbi o meno. Si discute sul fatto che sembra assurdo dover comprare un prodotto quando il suo autore è stato pagato già da “due fonti” diverse. So che Amazon e Sky sono cose diverse ma il punto è che si parlava del guadagno degli autori ed i soldi di una e dell’altra vanno agli autori.
E se in Germania applicano delle leggi del cazzo? Ce lo siamo chiesto questo? Anche in certi paesi islamici applicano la legge del taglione alla lettera, ma per questo devo pensare che sia giusta?
@ max:
Bella domanda e bella discussione potenziale. Se ne dovrebbe parlare in effetti.
@ Oreste Di Modugno:
grazie amico mio bello :)
@ luca:
anche questo è un bel punto di vista, assolutamente. Se compro “Star wars” rimasteriazzato sto comprando un film che avevo già pagato. Come mai non pago solo la differenza?
Ragazzi, io non credo di avere ragione ma non mi piace sentire dire “quello che è illegale non si fa” senza porsi domande sul giusto e sullo sbagliato. Se passo con il rosso è sbagliato, perchè metto a rischio altre persone, quindi l’illegale combacia con il non corretto.
Ma le cose si complicano quando si parla di download….
se si guardasse il tutto da un’altra prospettiva, perchè vista così mi pare una lotta tra poveri,da una parte gli autori e dall’altra i consumatori entrambi sfruttati dalle multinazionali.
se invece di scannarsi a vicenda ci si unisse per una alternativa di mercato condivisibile che sia fruttifera per entrambi?
a tal proposito ho “pescato” questo link
http://www.liberarchia.net/blog/?p=670
@ Rudy Bandiera:
Amo leggere i libri in carta, non mi interessa scaricare e-book, mi piace ancora fare le “orecchie alla pagina” per segnare dove sono arrivata a leggere. Mi addormento e mi cade il libro questo è il piacere di leggere.
Il dispiacere è che un libro ormai uscito da 4 anni all’epoca € 18, ora in edizione tascabile (copertina molle) € 11, leggo molto meno perchè costano troppo.diritti d’autore? se nessuno compra che se ne fanno. Far scaricare illegalmente conviene anche alle case editrici se nessuno compra dovrai pur far conoscere il prodotto.
ci sono alcune cose discutibili in questo articolo,per esempio:
Facciamo un esempio: compro “Il signore degli anelli” di Tolkien su Amazon (senza capire nemmeno bene a chi vanno i soldi, visto che a Tolkien non vanno di sicuro) e lo leggo. Passano il film per Sky (del quale pago un abbonamento) e me lo guardo con gusto.
Dopo un mese mi viene voglia di riguardare il film, lo dovrei forse comprare? O mi posso sentire in diritto di scaricarlo? E se lo scarico sono un pirata? Non direi, visto che ho pagato ben due volte per la stessa opera.
uso una metafora per descrivere quello che penso: se uno acquista un gelato oggi e se lo mangia,domani,se vuole ricomprare lo stesso gelato,uguale identico,dovrà pagarlo?
Ciao Rudy!
Ho letto con molto interesse il post – l’argomento mi sta parecchio a cuore – e devo dire che mi trovo perfettamente d’accordo col tuo punto di vista. Fra l’altro sto discutendo spesso ultimamente di questi temi, e ho scritto anche un post qualche giorno fa che – seppur in maniera tangenziale rispetto al tuo – affronta in qualche modo il tema del copyright e del diritto d’autore all’epoca dei nuovi media (se vi interessa lo trovate qui: http://bit.ly/y4YhKR).
Credo anch’io che le cose debbano necessariamente cambiare, e continuare a nascondere al testa sotto la sabbia parlando di furti e muovendosi con censure e tribunali non sia affatto la soluzione. Prima i grandi player dell’industria culturale si renderanno conto di essere in un mercato nuovo in cui le regole valide fino agli anni ’80 non contano più nulla e meglio sarà per loro…
Achille ha scritto:
no, ma è un bene materiale che ha un costo produttivo ogni volta che, appunto, lo si produce.
Un bene digitale ha un costo produttivo una volta soltanto. Qui sta la grande differenza tra i beni materiali ed immateriali.
Purtroppo secondo me è giusto, anche se il sistema è malato. Quello che tu paghi in teoria dovrebbe pagare lo stipendio ad altri. Forse si dovrebbe soltanto controllare la cosa.
Se io ho la possibilità di venderlo al miglior offerente e/o alla grande distribuzione (amazon, sky) avrò più introiti. E’ credo la base dell’economia non bisogna farci troppe fantasie, lo faresti anche tu perchè è lo scopo primario. E’ giusto perchè se è un prodotto che la grande distribuzione definisce meritevole per venderlo lo fa’ e perchè deve essere libera di farlo. Avere pluralità di mercato è la base per evitare il monopolismo. Cerca di metterti dalla parte di chi scrive il libro e non da quella che lo legge.
Cerchiamo di migliorare ovviamente, non guardo paesi del terzo mondo con governi religiosi dove non esiste nemmeno una sorta di politica. Ma io mi riferisco a paesi più avanzati del nostro. Ricorda che siamo noi quelli che stanno pagando il debito, non la Germania. Qualche cosa che funziona meglio di noi ce l’hanno. Pensa se tutti iniziassero a pagare libri, dvd e giochi. Secondo te l’economia aumenterebbe o diminuirebbe?
Rudy Bandiera ha scritto:
Allora scrivi un libro lo vendi al tuo vicino di casa e hai finito. Giusto? Poi sarà lui a venderlo ad altri..
A volte cerco DVD in rete per acquistarli ma quasi sempre non sono mai nel circuito nel mercato italiano, ma li trovi ad esempio nel continente americano (lì hanno sempre tutto!!)… ma non funzionarebbero con il mio lettore perchè ci sono i cosiddetti codici delle regioni (e… siamo nell’era della globalizzazione!!!)… cosa faccio rinuncio ad avere l’opera o la scarico?… Le mie intenzioni di acquisto sono oneste ma se il mercato mi preclude di avere alcuni prodotti che m’interessano… E questo vale anche per i libri, dischi ecc… Ho sempre affermato che le regole sul diritto d’autore nell’era di internet dovrebbero essere cambiate…. in fondo anche la connessione si paga forse basterebbe alzare un pochino la quota dell’abbonamento per avere la libertà di scaricare legalmente…
Laura ha scritto:
Io la vedo più semplice.
Si paga una tassa annuale ti danno un codice e quando compri un libro metti il codice e hai detratta la somma dei diritti d’autore. Stessa cosa per un dvd. Ma non ci arrivano..troppi interessi.
Per curiosità che film cercavi? :-) forse bisogna affinare anche la ricerca.
@ Fabio:
Lasciamo perdere tasse e balzelli annuali… dopo si creano precedenti e non ne usciamo più!!I dvd che cerco sono di autori argentini in lingua spagnola… ho affinato tantissimo le ricerche (pensavo di trovarli almeno in Spagna) ma hanno sempre il codice regione diverso dalla 2… Li vendono, ovviamente in Argentina ma anche negli USA… Grazie lo stesso..
La questione è decisamente più complessa e non viene mai affrontata dalla parte dell’autore. Faccio l’esempio con la musica, rendiamoci conto di una cosa: Scrivi un gran brano, per contenere i costi te lo registri in casa. Ovviamente il mix fa ribrezzo e ti devi appoggiare ad uno studio e un fonico e sono soldi. Tu sei un puro e respingi i produttori che vorrebbero il brano di sicuro successo per farci ovviamente dei soldi. Così hai un master e vuoi tentare la distribuzione. Hai due strade: internet e la tradizionale.
Internet: ti fai il sito, metti il brano al pubblico, dopo un po’ senti il tuo brano su tutti gli mp3 player d’Italia e tu non hai preso un soldo. Siccome non lo hai protetto con la SIAE, appunto perchè sei un puro e con quei ladroni legalizzati non ci vuoi avere a che fare, lo senti pure nella pubblicità della coca-cola ma non puoi chiedere un soldo. Anzi. lo ha firmato un’altro che ci sta facendo i milioni.
passo indietro
Internet: non ti fai un sito e decidi di appoggiarti presso un grosso contenitore tipo vitaminic, il tuo brano finisce tra milioni e non si sa nemmeno che esista. Lo sanno i tuoi amici e i contatti in fb. Magari qualcuno lo sente e fai la fine del punto 1. E poi Vitaminic chiude. E ti attacchi.
In sostanza si viene a sapere di brani nuovi (e di conseguenza! li cerchi in internet) tramite i canali tradizionali.
Tradizionale: ti rivolgi ad un produttore. Per far conoscere il tuo brano ci vuole
a) la produzione (copie Cd registrate alla SIAE)
b) l’edizione (quindi devi trovare un editore, vedi etichetta)
c) la promozione (Radio, Tv, Concerti, Merchandising, riviste)
Mentre nei primi due casi tutto sommato i costi sono contenuti e chi ci mette i soldi può sostenerlo facilmente, nel terzo è un bagno di sangue. Far passare il tuo pezzo in UNA radio network costa qualche decine di migliaia di euro, e solitamente i capoccioni vogliono almeno la metà dei tuoi punti siae se vuoi che il pezzo passi. Non parliamo della TV. Messo tutto insieme (cercando poi di entrare in amici, xfactor e vaccate varie) ci vogliono tanti, tanti, TANTISSIMI soldi perchè il pezzo sia conosciuto a dovere.
L’autore alla fine non vede un soldo. Ma ne vede enormemente di meno se non si mette sotto l’ala di una major. Questo perchè è insito nella testa delle persone che pagare per un brano, un libro, un’opera di ingegno insomma sia denaro sprecato. Non giriamoci intorno, l’idea di un musicista o di uno scrittore non vale una mazza (in fondo questi fannulloni non fanno niente di utile – è la MEDIA del pensiero imperante) e non serve pagarla. E’ la classica battaglia di chi vuole condividere gratis la conoscenza (degli altri sopratutto).
Concludendo dietro un’editore ci sono degli autori che prendono spiccioli, e se li leviamo nessuno (non nascondiamoci dietro a un dito) o pochissimi sarebbe disposto a pagarli direttamente per quello che producono. Dice bene Gianluca, i musicisti suonano, fanno la marchetta da pianobar o il concerto con il proprio repertorio e qualcosa tirano su (anche lì c’è di che aprire un bel capitolo sugli agenti di spettacolo), ma l’autore di un libro ha ben poche speranze di fare del proprio talento un modo per vivere, sopratutto in Italia.
@ ErlKoniG:
“TI fai un sito” scusate il refuso
@ ErlKoniG:
ho fatto l’errore dell’errore (NON ti fai un sito), mi sono incasinato da solo.
Ci sono regole vecchie con tecnologie nuove, una revisione etico/legislativa e quantomai urgente…
@ skande:
ci vogliono passi da entrambe le parti. Su quell etico sono MOLTO scettico.
Fabio ha scritto:
La domanda è mal posta. Non è possibile che tutti paghino quello che leggono/ascoltano. la domanda sarebbe “pensi che se tutti usassero solo quello che pagano si userebbero più o meno supporti multimediali?”.
Fabio ha scritto:
Questo è un bel punto di vista! Interessante, davvero.
@ ErlKoniG:
@ skande:
Anche per me si deve ripensare al copyright, comunque la si pensi, ed il diritto d’autore ha forti implicazioni etiche. Da entrambi le parti, ovvio. Ma le major, per quello che mi riguarda, possono esplodere. Questo voglio sia chiaro ;)
@ Rudy Bandiera:
Ok, sono d’accordo, però attualmente le major (che hanno in mano anche i circuiti internet) sono quelle che permettono ad un artista di guadagnare. Molto interessante la questione indicata da Fabio. Se il codice equivale ad un corrispettivo direttamente all’autore. Ma si aprono altri problemi, quanto è un’importo di tassa adeguato? Chi gestisce il tutto? E non risolve la questione della promozione; siamo sinceri: quanti brani o libri e quindi autori nuovi avete scoperto SENZA input dai media tradizionali?
@ ErlKoniG:
questo post non voleva essere una risposta ma una grande domanda. Come dicevo io non so quale sia la via migliore da seguire ma so, per certo, che quella che stiamo seguendo non lo è. Quindi ben venga un argomentare come quello che sta avvenendo.
ErlKoniG ha scritto:
pochissimi, vero. Ma le cose stanno moooolto cambiando ed i media tradizionali stanno perdendo peso e potere.
@ Rudy Bandiera:
L’importante è tenere ben presente l’autore, senza il quale non ci sarebbe nulla da discutere. Ed evitare l’ipocrita “condividere conoscenza” sopratutto quella degli altri, usando come foglia di fico l’odio per le major. Che hanno in mano anche molti canali cosidetti alternativi.
Rudy Bandiera ha scritto:
Secondo me non è così. E’ vero che internet sta avendo sempre più diffusione ma ha un difetto: l’eccessiva quantità di materiale che si traduce in nessun materiale. Giornali online, libri, musica tutto viene veicolato grazie ai media tradizionali, si conoscono perchè già presenti come o sui media tradizionali. Perfino i prodotti tipicamente internettiani come i blog sono gocce che si perdono nel mare magnum della rete. Pensa: il blog di Beppe Grillo sarebbe così famoso SENZA i suoi spettacoli, i DVD, le TV e i giornali che fanno risonanza? Io penso proprio di no, anzi, lo conoscerebbero gli stessi quattro gatti del mio. E’ mia opinione che internet da sola non è la soluzione, anzi. Certo si vive un momento di ubriacante euforia per questo straordinario media, ma tornando ad un autore, internet senza i media tradizionali si risolve in un TOTALE fallimento oltre che a rappresentare un’impossibilità di guadagno per il suo lavoro. Questo è il dato di fatto allo stato, e sarà così per lunghissimo tempo, almeno finchè non lo si arriva a tutelare in modo adeguato ovvero imponendo la corresponsione di un riconoscimento economico a chi produce in misura proporzionale alla sua fruizione. Altrimenti è ingiustizia e sfruttamento (non è rubare ma forse è peggio) allo stato puro.
oh se voi sapeste quanti scrittori in erba pagano, e pagano caro per entrare nelle librerie a fare presentazioni.
pagano per essere accolti dai distributori, pagano salato prima di essere messi in vendita e prendere qualche spiccio, se avanza, spesso non avanza, copre le spese ti rispodono.
Gli scirttori pagavano e pagavano salato per andare al maurizio costanzo show con il librino in mano. Quando si parla di pirateria di download selvaggio, di impoverimento dell’ indotto editorile a causa del formato digitale si deve guardare indietro e vedere quanti “pirati off line” (questa è da registrare) ha alimentato il sistema dell’ editoria cartacea. Ve lo giuro, a inizio anni ’90 potevi anche pagarti la stampa dei libri e darli in conto vendita alle librerie, ma vi assicuro che i librai li nascondevano quando passavano i rappresentanti mondadori o einaudi o … quelli che cacchio sono, perchè senno questi s’ incazzavano a bestia, quando vedevano i libretti autoprodotti in bella vista.
Analizzando quindi il recente passato “cartaceo” mi sento di garantire che la situazione non può certo peggiorare per gli scrittori esordienti, cazzo prima dovevi pagare per uscire, ora male che vada regalo il libro, ma di sicuro non pago stampa e carta e mi pubblicizzo senza dare mazzette a giornali, televisioni e faccendieri vari. Credo sinceramente di non avere detto cazzate.
jack 3 mani ha scritto:
per una volta lo credo pure io…..
@ jack 3 mani:
Una volta pagava e se aveva talento e capacità poteva anche, dopo una bella gavetta, arrivare al successo. Ora pagano meno ma l’invisibilità è certa al 100%, per avere visibilità devono passare sempre da lì. Ora, è più frustrante per un autore fare la fame e vedere migliaia di sue opere usate da tutti o avere delle possibilità? Pare che la questione etica nei confronti dell’autore non ve ne freghi una mazza, l’importante è poter usufruire per il proprio sollazzo delle sue opere; tante parole spese per non voler pagare ma soluzioni zero nei confronti delle vere vittime (che non sono certo i “cagnoni” delle major ma, e si badi bene, nemmeno gli utenti).
Poi c’è indubbiamente la visione distorta di vedere internet come possibilità di vendere subito milioni di copie, una chimera che sta facendo fuori più di qualche centinaio di aspiranti al successo e che si rivela un flop colossale o un notevole guadagno per chi offre servizi a pagamento e per chi mette banner nei luoghi deputati a scarico selvaggio…
:) l’argomento “pirateria” non si limita certo alla classica contrapposizione “rubate il nostro lavoro” / “costa un follia quindi lo scarico” ed è davvero molto complesso come scriveva @ErlKoniG, non soltanto per la questione comunque importante del “punto di vista” degli autori/creatori ma perchè il “Fenomeno Sociale” http://it.wikipedia.org/wiki/Fenomeno_sociale (perchè di questo si tratta) file sharing coinvolge un bel po di ambiti e argomenti:
– dall’inadeguatezza del vecchio diritto d’autore per la tutela delle opere immateriali http://www.fakepress.it/ebooks/copyleft/?p=73 (che oltre ad una riforma complessiva spinge anche allo sviluppo di licenze libere/creative commons e/o licenze collettive estese http://nexa.polito.it/licenzecollettive) alla giusta remunerazione degli autori, sia in relazione agli editori, che dei costi e del vergognoso sistema di ripartizione dei proventi delle società di collecting http://editriceffequ.wordpress.com/2010/04/17/il-diritto-d%E2%80%99autore-andrebbe-tutelato-dalla-siae/ (senza contare la voluta disincentivazione a sistemi come i micropagamenti a costi ridotti, il crowdsourcing, il crowdfunding e l’autoproduzione);
– dalle enormi possibilità che offrono agli artisti, agli utenti e al mercato stesso dei contenuti i sistemi di file sharing senza scopo di lucro (enorme capacità di storaggio e reperimento dati, di calcolo distribuito e di banda, affidabilità e velocità di trasmissione, costi tendenti allo zero perché distribuiti tra i peer, creazione di comunità di appassionati con fini comuni, possibilità di profilazione dei “fans” su larga scala) alla mancanza di volontà degli editori (VERI titiolari di quasi tutti i diritti, che loro malgrado gli autori sono costretti a cedere loro) di proporre i “contenuti” a prezzi “diversi” e con modelli di business adeguati alle mutate carattersitiche e necessità del mercato;
– dalla possibilità offerta dai sistemi Peer ti Peer di agevolare e moltiplicare all’ennesima potenza le capacità di accesso alla conoscenza e all’infomazione a livello mondiale (ferma restando la necessità di giusta renumerazione di cui sopra) contrapposta ai rischi della limitazione delle libertà personali, della privacy, della neutralità della rete, della libertà di espressione rappresentati da una serie di norme (dall’Hadopi, al Digital Economy act, dalla Ley sinde all’Ipred, da Sopa/Pipa all’ACTA) che negli ultimi sono state “sospinte” dalle lobby dell’industria dei contenuti per cercare di riprodurre in Rete il modello di business dei beni “fisici” basato sul loro monopolio del mercato.
Tutto ciò in un momento in cui, nel bene o nel male, molti di questi argomenti (basilari non solo per il contesto “pirateria”) stanno entrando di “forza” nell’agenda politica e nella discussione pubblica di molti stati, mettendoci di fronte alla possibilità di assistere (e/o contribuire, a noi l’opzione) a scelte che determinerano non solo la Rete ma anche la struttura economica e sociale del nostro futuro prossimo.
Byez.
@ ErlKoniG:
eh scusa, ti sei rivolto a me credo in base al mio commento, ma io mica ho capito niente.
@ jack 3 mani:
Si scusa, ma ho scritto come fosse una conversazione. La tua frase
“…prima dovevi pagare per uscire, ora male che vada regalo il libro, ma di sicuro non pago stampa e carta e mi pubblicizzo senza dare mazzette a giornali, televisioni e faccendieri vari.”
Mi ha portato a scrivere, riguardo allo scrittore che pagava per entrare nel cono di visibilità:
“Una volta pagava e se aveva talento e capacità poteva anche, dopo una bella gavetta, arrivare al successo. Ora pagano meno ma l’invisibilità è certa al 100% eccetera.
@ yanfry:
C’è da dire che la questione “diritto d’autore” o “proprietà intellettuale” è in realtà sfruttata come pretesto per arrivare ad autentiche censure per materiale scomodo, non solo per tutelare i superguadagni degli squali delle major (e c’è anche la questione dei lavoratori intorno a queste strutture che andrebbe considerato e non è indolore). Si muovono interessi anche di molto superiori a quelle delle major, questi temi sono il piede di porco per un controllo sempre più stretto sulla rete.
Vorrei sottolineare ancora che il problema è sopratutto di cultura dei fruitori: se tu vendessi un nuovo cd anche a soli 3 euro, non lo comprerebbero, lo scaricano comunque. Perchè è diventata ormai una questione culturale.
Il tuo intervento è molto interessante.
skande ha scritto:
Concordo perfettamente!!
La prossima volta Rudy presentati con l’occhio bendato e la bandana in testa per presentare il post… sarebbe più attinente all’argomento hi he he :) :D mi fai morire…
@ ErlKoniG:
ok non parliamo della stessa cosa
Ciao, sono l'”ormai” famoso Gianluca, quello che ha contribuito a partorire questo post, e ora aspetto la percentuale :-)))
Condivido anche questo tuo intervento, per la maggior parte, ma non credo che ci siano dubbi su cosa sia la pirateria. E’ ovvio che scaricare “Guerra e Pace” non è illegale, anzi ci sono siti, come Gutenberg Project, che si propongono di raccogliere tutti i libri non coperti da copyright.
Ma sappiamo tutti che cosa non è legale, non nascondiamoci. Chi va a noleggiare un film al Blockbuster è un dinosauro, e si scaricano i film da internet perché siamo pigri e non vogliamo tirar fuori un centesimo. Ottenere una cosa gratis è una conquista, ci rende fieri e spavaldi. E mi fa sorridere chi sostiene di voler combattere le grandi aziende che lucrano, che mandino delle donazioni direttamente agli autori, se ci credono davvero.
Che una cosa che sia legale, poi, non vuol dire che sia anche giusta, e probabilmente al mondo ci sono anche i pirati buoni. Io resto dell’idea che molte cose, anche se immateriali, hanno ancora un valore, un valore per cui vale la pena pagare un prezzo.
@ jack 3 mani:
non mi sembrava.
in pratica, dall’altra, si usa il pretesto delle major ladre perchè non si vuole cacciar fuori un euro per comprare la musica o il libro che ti piace. Salvo poi spendere 750 euro per un iphone e riempirlo di libri i musica “scaricata”. O 150 euro per un paio di jeans firmati.
ErlKoniG ha scritto:
io i jeans li pago 250,00 quelli da 150,00 sono diesel e ce li hanno tutti.
non parliamo della stessa cosa, perchè io parlo dei libri al tempo di kindle, dove la gente che me lo scarica (e io per iniziare, visto che non spendo stampa posso anche decidere di pubblicare gratis) lo legge.
perchè sugli e-reader la gente legge, mentre sui pc la gente guarda. non parlavo dello scaricare via web in generale, parlavo del fatto che ora esiste uno strumento che si legge.
@ jack 3 mani:
Per i jeans se prendi un diesel ti avanza per prenderti una decina di cd :oD
Il topic però riguardava se era etico scaricare e la pirateria, non sul kindle.
“se mio nonno avesse avuto i cingoli sarebbe stato un M1 Abrams”
Scusa devo recuperare la mia dignità perchè sto ridendo come una sguaiata XD
@ Mykoize:
HAHA anche a me ha fatto molto ridere :D E adesso l’ho tuittata :)
Povero nonno tuo XD
(sono ancora qui che rido, è imbarazzante)
@ Mykoize:
Ce ne sono enne di questi esempi, da piccolo i miei dicevano in milanese “se mio nonno avesse avuto il trolley sarebbe stato un tram”. Penso che la più divertente sia “se mio nonno avesse avuto 4 palle sarebbe stato un flipper” (si’ nonnem’ tenev’ quatt’ pall er’ nù flippèr).
@eriKoniG
Non so, l’immagine dei cingoli e dell’M1 Abrams mi ha fatto immaginare ad un nonno carro armato e son ancor qui che me la rido sotto i baffi XD
(se non si fosse capito, sì, sono una che con un’immaginazione molto fervida…)
@ ErlKoniG:
ce ne sono N di preconfezionati, ma questo è un mio brevetto hehe ;)
no scusate ma la battuta è montata male,: il nonno aveva una virtù quindi il nipote è…
es.: se mio nonno aveva tre palle ero un flipper
capito?
se mio nonno aveva le ruote ero un carretto. ok?
queste battute fanno parte della tradizione della mia infanzia, come specchio riflesso, scemo chi legge,
“hai visto luca?”
“luca chi?”
“lucazzo”
manteniamole ok?
@ Rudy Bandiera:
anche te visto che dici sarei bene facessi anche la parte giusta.
@ jack 3 mani:
Eh no jack, la battuta è se il nonno aveva qualcosa allora sarebbe stato, lui il nonno, non il nipote. Per lo meno parlo di quella che circolava quando avevo 12 anni, circa 8 lustri fa, che era “se mio nonno aveva cinque palle era un flipper”
@ Wish aka Max:
ma no scusa: il nonno ha le palle in più, quindi i discendenti si trasfomano in flipper, Dai era così
cacchio bisogna andare in fondo a sta faccenda.
ah scusa Wish, ma tu conosci Luca?
@ jack 3 mani:
A quanto ricordo i miei, che la dicevano in dialetto meneghino, citavano quella del trolley del tram proprio come dice wish aka max.
Se mio nonno avesse avuto il trolley sarebbe stato un tram, come se il nonno di wish avesse avuto tre palle (in esubero) sarebbe stato un flipper, se tuo nonno avesse avuto i cingoli sarebbe stato un abrams. Io la so così, anche da altre persone.
@ jack 3 mani:
luca chi?
@ jack 3 mani:
questa cosa delle colpe dei nonni che ricadono sui nipoti mi pare una fantasia di voi giuovani giuenerazioni…
noi vecchierelli che siamo anime semplici ragioniamo in termini di hic et nunc: hai cinque palle? sei un flipper… “ai miei tempi” (lo virgoletto perché ho sempre sognato di dirlo un giorno, e quel giorno è finalmente arrivato) non ci si preoccupava dell’effetto dello sbattere d’ali della farfalla a Singapore, e il concetto stesso di propagazione degli eventi di oggi su un lontano domani non era così evidente come ora, quindi se il nonno avesse avuto cinque palle, il nonno sarebbe stato un flipper…
Wish aka Max ha scritto:
lucazzo
…
@ ErlKoniG:
@ Wish aka Max:
si, mi sa che rimane tutto sul nonno, palle, ruote, flipper e cariole…
Etico o non etico rimane un bel dilemma….