Partiamo come sempre dalla spiegazione, velocissima, dell’argomento che stiamo trattando. E’ infatti importante sia per chi non sa bene cosa sia il personal branding sia per quelli che credono di saperlo… e sono in moltissimi.
La capacità di promuovere se stessi, al fine di essere gradito o comunque appetibile nei confronti di una comunità di consociati, con modalità simili a quanto avviene in campo economico, con i prodotti commerciali.
A differenza di altre discipline di miglioramento personale, il personal branding suggerisce di concentrarsi oltre che sul valore anche sulle modalità di promozione. (fonte)
Oltre che sul valore anche sulle modalità di promozione vuol dire che se siete bravi ma sbagliate posto allora… non siete bravi.
La domanda del titolo potrebbe sembrare banale ma non lo è per nulla: nella mia carriera sui social, che posso definire lunga in quanto i social ci sono da poco tempo, ne ho sentite di tutte i colori in riferimento ai modi e ai luoghi dove sviluppare il proprio brand, il proprio marchio.
Ho sentito per esempio spesso dire che Facebook non va bene, troppo popolare, Twitter è sbagliato, troppo secco. Ho letto spesso che l’unico social in cui fare PB è Linkedin perché professionale.
Tutte cagate. Vi spiego il perché.
E’ popolare, certo. E allora?
Pensateci: i rapporti lavorativi sono basati sui rapporti umani i quali, volenti o nolenti, oggi passano anche per Facebook.
Io scelgo qualcuno in base a chi è, non solo in base a cosa fa.
Se posso scegliere tra due persone che fanno qualcosa e la fanno bene, di certo scelgo quella che mi sta più simpatica, che mi è più affine, che sento più vicina.
Facebook è un posto ottimo per rappresentare noi stessi nella nostra totalità.
Dimostriamo chi siamo e cosa sappiamo fare anche a chi non ci conosce e non conosce il nostro lavoro e il nostro ambiente.
Personalmente, è quello che trovo più professionale di tutti, o meglio è che quello che io uso in modo più professionale di tutti.
Se non siete dei battutisti sagaci o se non siete ammorbati da un cinismo becero et incivile, Twitter vi potrebbe sembrare un posto secco o freddo, ma non lo è per nulla.
Io uso Twitter TANTISSIMO per condividere contenuti. Di altri, non miei.
Perché lo faccio? Perché se trovo qualcosa di interessante penso che possa interessare anche ad altri e così ottengo due risultati: condivido, facendo si che altri possano godere di qualcosa di utile, e alzo il trust del mio nome. Condivide et impera.
Di fatto, se le persone pensano che dal mio account escano contenuti interessanti, allora saranno interessate anche quando condividerò qualcosa di mio.
Twitter accresce la nostra credibilità e reputazione attraverso contenuti non necessariamente nostri.
E’ il più professionale e professionalizzante tra i social principali, questo senza dubbio.
E’ il più palloso tra i social principali, anche su questo non c’è dubbio. E perché? Perché la vita NON è solo lavoro!
Dobbiamo smettere di pensare che dobbiamo dare un’immagine di noi che sia da serio professionista… e basta.
Noi siamo persone, dotate di mille sfaccettature e di mille lati e di mille qualità: queste cose vengono fuori tutti i giorni, da noi e dai nostri modi, quindi devono uscire anche sui social.
Quindi Linkedin va benissimo, certo, ma NON va meglio degli altri.
E’ solamente un altro canale, un canale che non è Twitter o Facebook, che va usato in modo diverso (come diversi sono i modi di usare TW e FB) ma questo non vuol dire che sia migliore.
In definitiva, a mio avviso, il social migliore non esiste: sono solo diverse strade che portano al medesimo risultato.
Dobbiamo mostrare tutto di noi: ad alcuni piaceremo e ad alcuni no. Alcuni ci ameranno in modo insensato e altri ci odieranno in modo altrettanto insensato ma tutto questo fa parte del gioco.
Usate tutti i social per mostrare chi siete, cosa fate e come lo fate ma soprattutto, e questa è la cosa più importante, INCONTRATE le GENTI.
Uscite, stringete le mani, raccontatevi e ascoltate.
Il personal branding si fa prima di tutto nei bar.
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