Sono uno di quei fortunati che ha avuto modo di vedere il Museum of Modern Art (MoMA) di New York, e non solo l’ho visto, l’ho voluto fortemente vedere. Era una delle tappe fisse che mi ero fissato di non saltare.
Bene… non odiatemi ma non mi è piaciuto.
Non sono un patito di arte e credevo che un museo di arte moderna fosse semplice da “gustare”, credevo che le cose del nostro tempo, essendo cronologicamente vicino a me lo fossero anche dal punto di vista del gusto, invece niente.
Sono sicuramente troppo ignorante per capire l’arte e, paradossalmente, l’arte moderna che io credevo tanto vicina, mi fa abbastanza schifo.
Capisco tutto, e capisco anche che gran parte delle cose contenute al MOMA non sono tanto “belle” quanto originali nel senso che non è la creazione in se spesso ad essere geniale, ma l’idea stessa della creazione dell’opera.
La genialità sta nell’originalità dell’idea.
Ecco, allora io che non capisco un cazzo di arte moderna, mi sono trovato di fronte ad una mostra non permanente di… immondizia!
Un tipo, un cinese se non ho capito male, ha pensato bene di tenere tutte le cianfrusaglie, gli oggetti e le cose che ha usato durante tutta la sua vita, ed il museo ha pensato di esporle come arte moderna.
Il risultato è che ci si trova di fronte a scarpe vecchie, scatole di cartone, bicchieri, stoviglie, fornelli, spazzolini da denti, tubetti di dentifricio e tutto quello di cui un uomo fa uso durante una vita.
Capisco che l’idea brillante e nuova sta proprio nel fatto di dire “da oggi tengo da conto tutta la merda che consumo in maniera, un giorno, di farne una esposizione” ma io l’arte proprio non ce la trovo.
A parte questa mostra, alcune cose mi sono piaciute certo, ma se devo consigliare qualcosa della Grande Mela, non consiglio certo il MOMA.
Spero non me ne vorranno gli amanti di quel tipo di arte, ho ammesso da subito la mia ignoranza la quale mi preclude la possibilità di gustarmi un museo simile, ma rimane il fatto che di fronte ad un Michelangelo ad un Caravaggio, mi emoziono pure io e a dire il vero mi sono emozionato anche davanti ad un album dei Ramones… sempre al MOMA.
Forse ho sbagliato epoca…
Se non scappa una risata è arte…
A me la modern art piace… ma a volte anch’io rimango perplessa davanti a certe opere!
Ma sei sicuro ci fosse solo monnezza o è un tua solita trovata seo?
@ Ketty Increta:
ma quale trovata SEO! Era slo monnezza, in quella mostra particolare ovviamente.
Una cosa disgustosa…
Si tratta di “viral marketing”, ne stiamo parlando e a me è venuta una gran voglia di andare al MOMA, e non potendo andare a NY dovrò ripiegare sul Castello di Rivoli (TO) o aspettare settembre per ritornare al MAMBO (Modern art museum di Bologna)!
Allora io andrò al parco Massari di Ferrara in roller, fingendo di essere al Central Park di Nuova Amsterdam ;-)
@ Rudy Bandiera:
Guarda da appassionato d’arte e aperto a qualsiasi forma ti posso dire che quello che hai visto è solo provocazione e business, sicuramente ci sono “sponsor” dietro che vogliono portare quell’artista, così come molti altri, a quotazioni elevate per speculare. Le pseudo novità che ci propinano oggi in realtà sono solo ridicole scopiazzature, basti pensare a cosa espose Marcel Duchamp nel 1917: un orinatoio, o le Poubelle (assemblaggi di spazzatura) di Arman negli anni ’70. Quindi dove sono queste novità? Credimi basterebbe poco per, appunto, “spazzare” via tutto questo, la storia non inganna. Tutto è già stato fatto e chi oggi propina questa arte, in realtà, è solo un bluff.
@ Mauro:
Grazie per il tuo commento Mauro, fa sentire meno ignorante me. Grazie
per quanto ne capisco, l’esposizione di opere d’arte, o di quanto classificate tali, espone l’osservatore alla reazione emozionale, può far scaturire un’infinità di reazioni intime e personali. Quando l’osservatore comunica ad altri le proprie emozioni, siano esse di rigetto o critica, arrivando al limite dell’estasi, in quel caso l’opera d’arte ha compiuto il suo scopo, è il parlarne, l’interagire il comunicare che fà di una “MOSSA”,l’opera per intendersi, un’opera d’arte.
La merda d’artista del Manzù, ne è un valido esempio, o le opere di Christo, l’imballatore delle opere architettoniche dell’uomo o della natura…..sembra facile….basta scegliere dal catalogo dell’immaginario mai toccato e rappresentato in arte x stupire e far scaturire dibattito….ma nessuno aveva osato prima.
Personalmente amo Cattelan, non tocca materia e stupisce, notevole. Buona giornata Fabio
“Quando l’osservatore comunica ad altri le proprie emozioni, siano esse di rigetto o critica, arrivando al limite dell’estasi”. questo posso considerarlo arte: la comunicazione “estrema” che genera emozioni e che tende ad aggiungere qualcosa all’anima di chi guarda.
“è il parlarne, l’interagire il comunicare che fà di una “MOSSA”,l’opera per intendersi, un’opera d’arte.” qua invece non sono d’accordo: se io picchio un vecchio con un bastone suscito emozione, se ne parla, ma non si può considerare arte.
L’arte deve essere prima di tutto comunicazione ma non è detto che ogni cosa che da emozione sia arte: del rusco in una stanza è rusco in una stanza.
Ovviamente secondo me.
@ fabio:
Tutto giusto quello che scrivi, tranne una cosa, e perdonami se la correggo, la merda d’artista è di Manzoni, ma ogni cosa deve essere figlia del suo tempo. Non si possono spacciare novità per cose già fatte e rifatte magari 50 anni fa. Tu citi Christo, bene, pensa se fra 40 anni arriva un artista e rifà la stessa cosa, la chiameremo novità? Questo secondo me deve essere lo spunto di discussione: queste nuove forme d’arte sono novità o solo dei rifacimenti apportando modifiche per renderle più attuali? E guarda che non metto in discussione il piacere personale, se penso ai sacchi di Burri mi vengono i brividi per l’emozione che mi trasmettono, magari ad un altro queste emozioni vengono provocate da un affresco di Giotto o Piero delle Francesca.
“E allora cantiamo in coro, cantiamo in coro, cantiamo in coro:
Voglio un silos, si’ lo voglio un silos per riporvi i frutti del mio corpo;
voglio un silos, si’ lo voglio un silos, si’ lo voglio per l’umanita’.”
ELIO!! Silos è geniale… puro dadaismo :-D
Situazione molto complessa, dalle infinite sfaccettature, premetto di non aver visto l’opera ma da quel che si racconta sopra credo di aver capito di cosa si tratta.
Un archeologo riesce a risalire alle abitudini a modo di vivere di di una popolo grazie alla ” monnezza” che questo ha generato, così dagli scarti di lapislazzuli, di piombo o di paglia ecc,ecc. riusciamo a capire che tipo di attività svolgevano principalmente, dalla quantità di ossa animale di cosa si cibavano, da frammenti di stoffa come si vestivano, la diversificazione di qualità e di quantità di tutti questi frammenti ci aiuta a capire se vestivano tutti uguali, se vi era una casta benestante oppure no.
Facciamo un salto nel tempo l’enorme quantità di carta per chewingum, di cicche di sigarette, di biglietti del cinema o del tram, di filtri dell’olio ecc.ecc. racconteranno a chi “ci scoprirà” chi eravamo e cosa facevamo. In questo caso l’artista racconta la sua vita (che può essere uguale a tante altre) attraverso ciò che consuma o che ha consumato. Oggi non c’è più bisogno di edificare una statua un onore di Cesare, oggi Cesare andrebbe in tv. Gli spezzoni di pellicola che troveranno racconteranno come ci vestiamo, così come, grazie agli affreschi di Giotto vediamo come si vestivano i suoi contemporanei.
L’opera da voi descritta di per se non rappresenta una novità, perché queste sono tematiche e modi già affrontati.
Ma in un epoca consumistica, anche gli artisti vanno consumati, lanciati come grandi novità, come grandi opportunità di investimento, per poi sparire, non perché non sono più bravi o per cattiveria, semplicemente perché il mercato chiede un nuovo genietto da proporre come valido ed economico investimento! Compito dell’arte è descrivere il proprio tempo, novità o non novità credo che l’artista cinese sia riuscito nel suo intento stimolandoci a ragionare su cosa siamo e come viviamo.
Quando sono stato con mia moglie in viaggio di nozze a NY il MOMA della nuova sede ancora non era visitabile…. sicuramente ci sarei andato se non altro per vedere le cose più stravaganti del mondo….
Ho girato molto, ma il museo di storia naturale è rimasto, almeno per me, il migliore!!!
@ Gianluca:
Ti dirò, ho visto anche quello, e anche se mi è piaciuto più del MOMA, non mi è piaciuto particolarmente.
A parte la zona dedicata all’Universo che ho trovato straordinaria.
Insomma non ho un grande ricordo dei musei di New York, a parte il Guggenheim: quello merita davvero.
A me è successo lo stesso quando visitai il Reina Sofia a Madrid.
Un intero piano (planta!) dedicato all’ “arte” contemporanea.
Volevo vomitare! Ero proprio incazzato. Giusto al piano di sotto mi sono incantato davanti a Guernica, che (da ignorante quale sono) pensavo essere il solito 90 x 40, invece è più grande della parete grande del mio salotto e trasmette un’emozione indescrivibile.
Di sopra mi trovo con scale da imbianchino rotte da cui penzolano improbabili neon tipo UVA, disposti su vecchie lenzuola strappate. E quella sarebbe arte? Dal basso della mia ignoranza io dico che quella è MERDA.
Secondo me l’arte, oltre ad essere una pensata originale, deve essere anche frutto di un qualche talento. Li di talento c’era solo il furgone usato per portarla in giro quella MERDA.
Sono uscito incazzato dal Reina Sofia e ho giurato di non entrare mai più in un museo/esposizione di “arte” contemporanea.
P.S. – ero un po’ imbufalito anche quando ho visto l’opera “principale” di Fontana…
Le opere d’arte di periodi storici antecedenti ci provocano fascinazioni ANCHE perché sono famose e ogni volta che ne vediamo una spesso l’abbiamo vista in foto o nominata diverse volte prima. Captare un’onda di un’opera contemporanea non è certo facile. Io visito spesso il Mambo di Bologna e ammetto di essermi emozionato ALCUNE volte. Quindi penso ci stia che Rudy si sia “trovato male” al Moma.
@ Andrea Giuseppe Capanna: rimane il fatto che per mettere assieme materiale assortito non occorre alcun talento (sennò propongo il mio garage come opera d’arte!), mentre per la realizzazione di alcune opere pittoriche, famose e non, di talento ne serve a pacchi.
Non mi si racconti che un’accozzaglia di MERDA è arte; un’accozzaglia di MERDA è MERDA.
Mi si perdoni la volgarità, ma mi si risvegliano i sentimenti che provai al Reina Sofia e comunque per quanto volgare possa essere l’espressione “MERDA” è sempre meno volgare che spacciare per arte accozzaglie di MERDA.
Se partiamo dal presupposto che la genialità e l’arte stanno soltanto nelle emozioni che ci vengono provocate e nell’originalità dell’idea, allora io potrei fare una foto “macro” in un angolo di un muro qualunque, dove un ragno sta per morire di caldo. Lo chiamerei “la vita all’angolo: quando la speranza finisce” e lo invierei al MOMA.
Funziona così?
Non credo, perchè come dice Nico sono convinto che vi debba essere talento nella composizione, non solo lucidità fantasiosa.
Poi dopo uno vede l’arte dove vuole ovviamente, ma secondo me non ci dobbiamo scostare troppo dall’idea del bello, per identificare la vera arte.
Altrimenti è merda, vero Nico :-D
@ Nico:
Rispettando il tuo pensiero e quello di Andrea il punto non è se l’opera presentata al MOMA ci piace o no, se ci emoziona o no, io credo che si debba andare oltre. E come scritto sopra chiederci ma è una novità che merita di essere esposta in tal Museo? Se guardo alla storia non posso che incavolarmi perchè è già stato fatto sia da Arman sia da Spoerri, mi stupisce che un Museo di tal fatta cada in questo errore… la risposta che mi viene da dare è solo commerciale, ora sono di moda i cinesi i quali si dice abbiano alle spalle certe multinazionali, così che alle aste… 2+2=4
Forse bisognerebbe che i primi a fare “selezione” fossimo proprio noi consumatori di musei e non andare a vedere certe mostre con queste pseudo installazioni, sulle quali ci sarebbe da fare un bel discorsetto ma lasciamo perdere.
@ Nico: certo, sembra merda, o spazzatura, se non comprendi il significato del pezzo. L’arte contemporanea è ricca di individualismo e l’artista mostra un concetto che spesso nemmeno a parole riuscirebbe a spiegarti. Per questo dico che è fottutamente raro capire e, dopo, apprezzare, un pezzo contemporaneo. Questa forma d’arte non ha nulla di meno rispetto alle grandi opere del passato, creazioni di ottimi tecnici della pittura, scultura e architettura, ma non dimenticare che producevano pezzi su commissione, e non so quanto talento (oltre la bravura col pennello) o significato si possa trovare in un ritratto fatto per soldi alla nobildonna locale.
L’arte non ha distinzioni per me, non sono abbastanza preparato per dire che una cosa fa schifo e una no. Se fossi io la capra che non ci arriva?
@ Andrea Giuseppe Capanna:
Andrea quello che hai scritto lo approvo appieno, proprio dal punto di vista concettuale quindi più ampio del termine, ma quello che mi fa incavolare, e purtroppo mi devo ripetere, è il presentere certe opere come novità e singolarità. NON è vero, l’opera del MOMA è solo un rifacimento allargato di quanto già espresso 50 anni fa. L’opera non merita un museo come il MOMA.
@ Andrea Giuseppe Capanna:
“Se fossi io la capra che non ci arriva?” Questo è fuori discussione, nel senso che è ovvio che siamo noi a non arrivarci: l’ho specificato nel post che sono troppo ignorante per capire.
Ma nella mia ignoranza sono anche pragmatico ed un mucchio di spazzatura è e rimane un mucchio di spazzatura.
Ovunque esso sia.
Ovviamente per me.
Boh!
Chi la mena sull’originalità, chi sonda il “significato profondo”. Io dico che composizioni come quelle del Moma o quelle del Reina Sofia, originali o no, spiegabili o no, non sono arte. Trovategli un altro nome che non infanghi il concetto di arte, che, per quanto ignoranti si possa essere (io ne sono il tipico esempio), rimane un’essenza alla portata di tutti.
@ Rudy Bandiera: stavo rispondendo a Nico sulla MERDA, avevo capito benissimo il senso del tuo post. E’ logico che un mucchio di rusco ai nostri occhi sembri tale.
@ Mauro: Evidentemente c’è chi ritiene che 50 anni siano ben pochi per considerare satura un concetto. Forse, e ci metto il dubbio, c’è ancora qualcuno che sull’argomento vuole dire qualcosa.
@ Nico: l’arte non è alla portata di tutti, non lo è mai stata. Per carpire l’essenza di certi Munch o Gauguin bisogna rasentare l’empatia. Secondo il tuo concetto l’arte con la A maiuscola sarebbe morta, anche perché un altro Caravaggio non c’è e non ci sarà mai più, tenendo ben presente che pure lui si è preso dei bei calci in culo per opere che ora definiamo capolavori assoluti. Arte è anche evoluzione.
@ Andrea Giuseppe Capanna:
“E’ logico che un mucchio di rusco ai nostri occhi sembri tale” non sembra tale ma E’ tale.
Concordo con te che l’arte non sia per tutti e che sia in evoluzione, te lo giuro, ma nel caso specifico per me non è questione di capire, o interpretare: quella era una discarica.
Oh, prendi sempre con i guanti quello che dico, ti parlo da ignorante.
@ Andrea Giuseppe Capanna: guarda, mi menzioni Munch, che è il mio autore preferito. Sono andato ad Oslo per vedere il Munch Museet. Sono e rimango ignorante, ma Munch mi trasmette. Gauguin, ad esempio, no. Ma ne apprezzo comunque il talento. L’arte è qualcosa che parla ai sensi. I sensi non si studiano, si hanno e basta. Quella che deve essere “capita”, “interpretata” non è arte; chiamatela in modo diverso: sperimentazione? tentativi? MERDA? Ma non arte.
@ Andrea Giuseppe Capanna:
Scusa Andrea ma dal momento che un concetto viene “esposto”
è già per natura stessa saturo, quello che viene dopo è solo rifacimento.
Tu che mi sembri assolutamente un conoscitore ti chiedo: se io ora rifacessi i tagli di Fontana sarei alla ricerca di un qualcosa di nuovo? Credo di no.
@ Mauro: …ma non è che necessariamente una cosa nuova sia anche artistica, eh!?
A Fontana poterei invidiare il portafogli, il culo di averci pensato per primo, l’abilità di aver saputo vendere una MERDA come un’opera d’arte.
A Munch invidio l’abilità (unica al mondo?) di saper trasmettere dipingendo; io non sono in grado di dipingere, non ho il talento per farlo; ma un fottuto taglio su una tela riesco a farlo anch’io!
Se permetti è diverso.
@ Mauro: No, non faresti qualcosa di nuovo sui tagli di Fontana se parliamo dell’idea. Ci metteresti la tua voce, magari risultando un mero ladro, ma non è da escludere che se (esempio), Fontana ci dice A B C, tu non possa mettere la D, o fornire una prospettiva nuova togliendo la B. Io non mi riferisco all’arte come ricerca dell’originale, o almeno non per forza penso debba essere così. Mi piace immaginare le opere d’arte come conversazioni, a volte sono dialoghi morti, altre volte a sorpresa arriva qualcuno che sa dire qualcosa di intelligente per rilanciare. Attenzione, con questo non voglio fare il difensore dei plagi.
@ Nico:
Guarda che tutto può essere arte, tu confondi il piacere o l’emozione personale. Poi se vuoi possiamo discutere in quale arte sottoscrivere una cosa piuttosto che un’altra. Vedi il tuo commento sul taglio di Fontana è tipico, peccato che lui l’abbia fatto negli anni 50, prova anche tu a fare un qualcosa che sia precursore del tempo, che nessuno ha mai fatto. Attento però perché i materiali sono già stati usati tutti, le tecniche pure, forse puoi provare sui concetti ma anche lì la vedo dura. Io non ho la presunzione di dire ma quello l’avrei fatto o dipinto io: peccato che non l’ho fatto per primo.
Per ultima cosa tu pensi che Fontana non sapesse disegnare nel modo classico che si intende? Prova a documentarti e vedrai che rimarrai stupito.
Situazione sempre più contorta, arte = sensi, trasmettere emozioni, Munch, Gauguin… Dimentichiamo di formulare l’ esempio del povero Vincent, che ad emozioni… non scherza, ignorato dai suoi tempi, etichettato come un pazzo… oggi giudicando con i nostri occhi possiamo dire che i caproni erano i suoi contemporanei! Chiaro, non tutto quello che viene prodotto è al massimo, la storia insegna, quanti artisti alla moda sono passati in secondo piano? Quanti di quelli incompresi hanno segnato il corso della storia? Non si può dire sono deluso, dal Moma… il Moma è uno spazio dove fare… L’analisi é complessa entrano in gioco un’infinità di fattori socio culturali ed etnici, la nostra società per semplificare si limita a classificare, ma solo il tempo ci darà risposta certa… nel frattempo non chiudiamo gli occhi e cerchiamo di essere almeno un po curiosi
@ Andrea Giuseppe Capanna:
D’accordo però converrai con me che sarebbe comunque una sorta di ampliamento di qualcosa già fatto, non parlo tecnicamente (perchè basta essere un buon artigiano…), ma concettualmente, l’idea non sarebbe originale. Comunque ne è nata una bella e interessante discussione, certamente sarebbe ancora migliore seduti ad un tavolino con una birra
o un buon bicchiere di vino in mano.
@ Mauro: lo so che Fontana dipinge. Ne ho viste di opere sue. Sono anche gradevoli. Mi fa imbufalire che Fontana passi alla storia per una cosa che riuscirei a fare anche io. Tutto qua.
Io il concetto di arte lo sposo con il talento; qualcosa che pochi o nessuno sono in grado di fare. Per me è un’opera d’arte il sorpasso di Rossi a Stoner a Laguna Seca, un plagio perfetto di Caravaggio, la Vespa. Non un taglio su una tela o una scala da imbianchino con un neon per traverso! Su…
@ Mauro: certo, non possiamo togliere il merito all’ideatore, questo mai. Dico solo che non avremmo degli ottimi pezzi se qualcuno non si fosse incaponito sul pennello dicendo: adesso ti faccio vedere io come si dipinge una Madonna con i putti. E sì, al tavolo sarebbe di gran lunga più gradevole ^__^
@ gianluigi: commenti su commenti e ci dimenticavamo della curiosità. Ecco cosa intendo quando mi riferisco a quel qualcuno che parla e rilancia in modo intelligente.
@ Nico:
Nico guarda che la risposta su Fontana te la sei data da solo: il talento.
Il paragone calza a pennello con Rossi, solo un talento poteva tagliare una tela, (e ripeto fatto negli anni 50), per cercare lo spazio che una superficie piana non può dare. Tutte le ricerche successive sullo spazio sono proprio figlie di Fontana. Lo so che è dura da accettare, lo capisco benissimo, tutto quello che i nostri occhi non percepiscono come ben preciso e delineato (ad es. una figura umana), lo “vedono” come non arte. Guarda che lo stesso Munch non è che fosse così apprezzato al suo tempo, ma quell’espressionismo era precursore dei tempi, da lui sono poi nati altri grandi artisti. Solo che l’opera di Munch tu l’accetti perché ci vedi comunque qualcosa di definito pur nella sua “bestialità” come l’urlo.
@ Andrea Giuseppe Capanna:
Sulla Madonna con i putti sfondi una porta aperta… Però chi al giorno d’oggi dipinge soggetti di quel tipo, o i soliti fiorellini, barchette e casette, sarà anche un bravissimo pittore ma è fuori tempo. Non mi provocherebbe nessuna emozione, forse me ne darebbe di più una fotografia.
@ Mauro: quello che non riesco a fare passare è che io non sarei mai in grado di dipingere come faceva Munch. Figuriamoci addirittura trasmettere tramite la pittura. Non so se mi spiego.
Io me ne fotto che Fontana cercasse spazio col suo taglio; posso magari apprezzare qualche suo “erede” che nello spazio ci colloca qualcosa che io non sarei in grado nè di immaginare, nè tantomeno di realizzare.
Ma apprezzare Fontana per la ricerca dello spazio, idolatrando qualla ciofeca di tela tagliata, è come idolatrare il primo uomo che si è dipinto la casa di bianco all’interno perchè ha fatto da precusrsore agli affrescatori del Rinascimento!
Mi sono spiegato?
@ Nico:
Guarda che come non saresti in grado, e neppure io, di dipingere come Munch, credimi, nello stesso tempo non saremmo in grado di tagliare una tela, perché concettualmente non ci saremmo arrivati. Sì ma gli eredi non esisterebbero, artisticamente parlando, senza Fontana, così come per gli eredi del cubismo o del dadaismo (giusto per fare 2 esempi).
@ Mauro: i soggetti sono cambiati, o forse è cambiato il metodo espressivo. Discorsi morti, forse. Quando parlavo della Madonna, mi riferivo a colui che per primo l’ha dipinta come la conosciamo nell’iconografia attuale, ha creato una divinità. Tantissimi artisti noti l’hanno poi ripresa sfidando il concetto. In questo caso rendiamo onore ai grandi che sono venuti dopo, visto che non si sa chi di preciso si è inventato Maria vestita di bianco e blu. Sono un romantico, anche la polvere mi racconta qualcosa.
@ Nico: io mi emoziono se penso al momento in cui Fontana ha apportato la prima incisione. Ci vedo una forza pazzesca e incontenibile. Questo mi esalta molto di più dell’opera finita. Ognuno ha il proprio mezzo per veicolare le emozioni trasmesse da un’opera. Ogni mezzo è diverso, così come i terreni, per questo tu avverti Munch mentre io no.
@ Andrea Giuseppe Capanna: mah. Io so che un taglio su una tela, per quanto “originale” non abbisogna di alcun talento particolare. Un dipinto qualsiasi invece si. Anche solo saper reggere un pennello e impastare del colore.
Voglio vendere su ebay la mia porta del bagno; quella in cui campeggia nel bel mezzo il bassorilievo del dorso della mia mano. Alla faccia della forza pazzesca e incontenibile… ero asserpentato e tra un po’ mi spacco la mano, ma la peggio l’ha avuta la porta. Non cercavo spazio, non intendevo creare un’opera d’arte, ma se la incornicio e la metto su ebay, tu me la recensisci come da par tuo?…
@ Nico:
“Les Demoiselles d’Avignon” di Picasso è un quadro terrificante! Forse uno dei più brutti che io possa immaginare… però apre la strada ad una nuova consapevolezza dello spazio… è un CAPOLAVORO ASSOLUTO!
Fontana oltrepassa lo spazio fisico e si proietta “oltre”, scopre una nuova luce, attraversa la tela, apre una nuova strada così come fece Picasso, Caravaggio, Van Gogh.
Abbandonate l’idea di bello o brutto, l’arte è arte.
@ Andrea Giuseppe Capanna:
Avevo capito cosa volevi dire, io mi sono permesso di aggiungere altro per allargare la discussione, ma sono pienamente d’accordo con te.
Anche sul romantico sono al tuo fianco, io adoro Piero della Francesca o Antonello da Messina così come Mondrian o Fontana o Burri ed è vero quello che hai scritto anche la polvere ha una sua storia da raccontare, è molto bella quell’affermazione.
Alla fine aveva ragione Picasso che odiava le etichette nell’arte.
Ultima provocazione, poi vi mollo. Se va a fuoco la planta dell’arte contemporanea al Reina Sofia o se va a fuoco la planta con le tele di Picasso, tra cui Guernica, Mirò e Dalì, per voi perdiamo lo stesso patrimonio artistico?…
Cià!
@ gianluigi:
Ottima analisi Gianluigi, è vero alla fine quello che conto è l’arte.
Se posso consigliare un libro: “Che cos’è l’arte astratta” di Georges Roque, Donzelli editore. Leggetelo è molto interessante e scoprirete che l’arte astratta molto probabilmente non è nata come tutti pensiamo.
@ Nico:
Io non so se perdiamo lo stesso valore artistico, magari fra 100 anni potremmo affermarlo con maggiore precisione, sicuramente se fosse possibile salverei tutto, proprio per permettere ai posteri l’ardua sentenza.
Non mancherò di leggerlo, anche se … come spiegato prima non mi piace etichettare, dividere. Un Picasso per me vale quanto un Pollock, un Merz o un Penone. Purché mi stimoli la curiosità, purché mi istighi ad indagare, a ragionare a domandare, purché parta la pupilla dell’occhio in su è in giù a cercare non so cosa. Così come evito di dividere l’arte in pittura, musica, letteratura architettura ecc, ecc.
@ gianluigi:
Guarda neppure a me non piacciono le etichette nell’arte e l’ho anche scritto, quel libro infatti va oltre, ripeto è molto interessante e non ti deve ingannare il titolo, perché la ricerca che viene fatta dall’autore va nella direzione opposta dell’etichetta e in più si scoprono le origini di un’arte spesse volte messa un po’ nell’angolo.
Buona serata a tutti.
Sull’ipotetico incendio. Mi dispiacerebbe per tutte le opere, ma è ovvio che la componente emozionale sulle mie preferite avrebbe la meglio. Un Dalì è un tesoro adesso perché abbiamo scoperto quanto è prezioso. Diamo tempo a quello che non capiamo. Concludo inneggiando a “Zero Etichette” e vi auguro buona serata. Ciao Rù.
@ Nico: Sono d’accordo pienamente con Nico…. una volta (non mi ricordo in che museo ero…forse al Reina Sofia… non so…) ho visto l’esposizione di un grande lenzuolo bianco appeso con un puntino di vernice blu…..Ma allora perchè se lo faccio io non guadagno niente??? E questo autore americano si beccava un sacco di soldi!!!…. Al dì là che l’arte debba o no suscitare un’emozione credo fondamentalmente che debba emergere il “talento” dall’opera… quel “qualcosa” che nessun altro riesce a fare….(o comunque molto pochi…)….La Monna Lisa è un’opera d’arte…. la cozzaglia di merda o altro NO!!