Non mi è mai successo di copiare per intero l’articolo di qualcun altro ma questa volta lo devo fare per un semplice motivo: Gilioli ha centrato perfettamente, al millimetro, non solo il mio pensiero (che per qualcuno potrebbe valere meno di zero) ma anche un problema cruciale della nostra società.
La premessa è questa: se aspettiamo il “momento giusto” per per discutere di diritti civili, non discuteremo mai di diritti civili e saremo per sempre incivili.
“Il problema dell’Italia non sono certo i matrimoni degli omosessuali. Un sacco di gente non arriva a fine mese, e abbiamo appena pagato l’Imu, e ci sono le cartelle di Equitalia, c’è lo spread, e le piccole imprese chiudono una via l’altra perché le banche non gli danno credito, insomma chissenefrega delle nozze gay.
E’ un refrain ricorrente, vero? Anche a sinistra, sì.
E’ difficile far capire che i diritti civili non sono mai in alternativa ai diritti sociali: ma che, al contrario, gli uni si portano appresso gli altri, sempre. (…)
Solo un Paese in cui i diritti civili non sono diversi a seconda degli orientamenti sessuali (così come non sono diversi per il colore della pelle) sarà un Paese fatto di cittadini e non di sudditi.”
Sveglia! E’ il momento di cambiare. Io voglio un mondo in cui la sessualità o il colore non siano una discriminante. Un mondo in cui due gay che adottano un figlio possano stare sereni che gli altri genitori non insegneranno ai loro figli che quel bambino è diverso.
Il “problema gay” nasce, paradossalmente, da chi gay non è.
Sottoscrivo.
@ Giorgia: ne sono felice :)
Le tue parole sono le mie. Bravo!
Penso che un pensiero del genere o lo si condivide in pieno, o si è totalmente contrari.
IO CONDIVIDO, e poi Gilioli è un grande.
Concordo! E poi non dimentichiamoci che siamo in Europa!! Se quasi tutti i Paesi (rimangono fuori ancora Italia e Grecia)dell’Unione hanno legiferato in questa direzione ci sarà un motivo o no? Siamo solo in Europa per la misura dei pomodori o delle banane?(vi do l’assist per fare le vs. battute… :) ) o per farci andare in pensione a 90 anni? …
Dico la verità: io stessa, da lesbica, penso che allo stato attuale ci siano altre “priorità” e che tocchi scegliere solo perché evidentemente l’attuale governo tecnico non riesce a muoversi su più fronti e neanche vuol farlo.
Come però detto giustamente in uno degli interventi al Roma Pride (non ricordo purtroppo da chi, ma molto probabilmente dal rappresentante delle Famiglie Arcobaleno), la realtà sociale italiana vuole la presenza di famiglie dello stesso sesso che non hanno diritti e che quindi si trovano a percepire la crisi come ancora più pressante.
Ora: i luoghi comuni vogliono le coppie omo benestanti (il che è vero in alcuni casi) perché prive di figli, ma è anche vero che ci stanno tantissime coppie conviventi e diverse tra queste anche con figli (soprattutto coppie composte da donne, dove magari la prole ne deriva dall’ex matrimonio di una delle due). Idealmente penso si venga sempre toccati prima come cittadini – più che altro perché allo Stato non dovrebbe interessare poi come si evolve la vita privata del singolo – ma se lo Stato stesso non ci garantisce i medesimi diritti bisogna solo che pretendere.
Considerazione personale: ogni volta che penso a quale tipo di futuro vorrei, penso sempre che in Italia non troverò spazio per un matrimonio e ancor meno per delle adozioni. Tutto ciò mi angoscia, perché non lo reputo “giusto”.
Io non mi sposerò fino a quando non ci sarà la parificazione tra gli sposati e i non sposati. E ne scriverò. Sempre. Spesso. Non serve a un cazzo, ma è quello che voglio fare.
Ecco.
@ Rudy Bandiera:
Non dimenticate (donne)che spesso il Principe Azzurro è Gay! :D :) ed è per questo motivo che i matrimoni etero sono sempre meno… non è certo per la legalizzazione del matrimonio omosex! :)