Vi ricordate quando in febbraio del 2007 parlavo della nascita, agoniata e costosissima di Italia.it? Bene: non c’è più. Senza clamore, in sordina, coperto da uno scandaloso e costosissimo silenzio, Italia.it è morto e si è ingurgitato e digerito quarantacinque (45) milioni di euro dei contribuenti. Come spesso accade nel Bel Paese, il portalone è partito lo scorso febbraio tra mille polemiche dopo essere costato qualcosa come un euro per ogni italiano. Dopo meno di un anno è stato chiuso senza spiegazioni e senza i nomi dei colpevoli di un gigantesco furto ai danni di una nazione intera.
Riporto una parte dell’ interessante analisi di Luca Spinelli da Punto informatico riguardo a questa imbarazzante vicenda:
“Silenzio. È la parola che meglio riassume la vicenda di italia.it, il megaportalone italiano: poco mega, poco portale, molto italiano. Silenzio sulle sorti dei milioni stanziati, silenzio sui nomi dei responsabili, silenzio sui fatti, ed ora, il silenzio totale.
All’ora di pranzo di venerdì scorso, quella che è una delle vicende più tristi ed emblematiche della Rete italiana ha esalato il suo ultimo respiro in silenzio: il sito italia.it è stato chiuso. Una decisione presa giovedì sera dal Dipartimento dell’innovazione tecnologica del ministro Luigi Nicolais. Niente annunci. Niente comunicati stampa. Niente spiegazioni.
La notizia era nell’aria da qualche tempo, così come ormai era palpabile l’imbarazzo governativo per quella vetrina internazionale che meglio d’ogni parola riassumeva i problemi di modernità dell’Italia. In ogni istante. In tutto il mondo. L’Italia dei cassonetti da un lato, l’Italia punto it dall’altro.
Il sito è scomparso, ma delle critiche è ancora piena la Rete: pochi e discutibili i contenuti, difficili da navigare, poco compatibili, graficamente criticati, snobbati dai navigatori e dalle istituzioni locali che avrebbero dovuto fornirne di aggiornati. Per un progetto mal strutturato dal precedente governo, non meglio gestito da quello attuale.
58 i milioni di euro stanziati, stando alle ultime dichiarazioni istituzionali (meno quelli effettivamente spesi). Un euro per ogni cittadino italiano. Più del costo di un aereo da guerra F117 Stealth. Il prezzo di circa 20 mila tonnellate di pane. Cinquemila anni di lavoro per un impiegato con mille euro al mese. Ma il balletto delle cifre è destinato a cambiare come è cambiato negli ultimi mesi (chi colto da estasi parlava di nessuno stanziamento, chi di 45 milioni, chi, più realisticamente, di 58).”
Per leggere il resto dell’ articolo: http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2165721)
E facciamo caso ad un dettaglio: NESSUNO ne parla. Ne giornali ne televisioni. E noi abbiamo dato tutti un euro…
Please visit the website but please visit Italy, in our country ce magnamo tutt’e sorde!
Non possiamo lamentarci, è il sistema Italia che non funziona. Non esiste dignita’, basta guardare cosa succede in parlamento. Ciao belli
comunque sia, io rivoglio indietro il mio euro
lo rivorremmo tutti…. TUTTI!