Per distopia si intende una società indesiderabile sotto tutti i punti di vista. Il termine è stato coniato come opposto di utopia ed è soprattutto utilizzato in riferimento alla rappresentazione di una società nella quale le tendenze sociali sono portate a estremi apocalittici.
Ecco, leggendo i giornali a me sembra di scrivere il prologo di un libro di fantapolitica, una storia distopica in cui non ci sono vincitori ma solo vinti. La storia contemporanea italiana ha i tratti malefici e sinistri di una storia di Orwell.
Questa è la situazione: la corruzione politica ha devastato e divorato dall’interno la politica stessa. Come una tenia, la corruzione si è insinuata nell’organismo “politica” e lo ha divorato dall’interno.
Da questa condizio assurda è nata una nuova forza politica guidata da un ex comico e da un’eminenza grigia esperta di “comunicazione di massa”, spesso populista e demagogioca, che attira a se quella che viene definita la “società civile” ovvero persone che lavorano per vivere e che sono stanche di subire le vessazioni di uno Stato governato da ladri e farabutti. La peggiore speme.
Nel mezzo di questo zibaldone paradossale abbiamo delle elezioni in una regione che è sempre stata lo specchio elettorale del Paese, in cui un rappresentante di un partito di sinistra e di un partito di democristiani (insieme? Stridente…) vince le elezioni, ed in cui la prima forza politica diventa il movimento guidato dal comico di cui sopra. I democristiani festeggiano. Quelli di sinistra festeggiano. Quelli del comico festeggiano. Nel mentre hanno votato meno della metà delle persone e non c’è nulla di cui festeggiare.
Dall’altra parte la politica continua ad alimentare se stessa in modo grottesco: chi ha perso dice che non ha perso, chi ha vinto grazie all’astensione esulta per una vittoria di Pirro, chi non ha combinato un cazzo festeggia lo stesso. Sempre festa e sempre allegri.
Ai lati della nostra distopia fantapolitica abbiamo uno dei personaggi principali di un tempo, una vecchia conoscenza, un ex premier, vecchio e con il viso di plastica, che esterna deliranti elucubrazioni politiche sulla possibilità di levare la fiducia ad un governo di “tecnici” non eletti, delegati dai delegati, (dopo averli appoggiati fino al giorno prima e senza dire cosa si farebbe dopo), ed un delfino senza alcuna personalità e senza alcun peso politico (forse un cyborg) che difende il suo padrone (quello con la faccia di gomma) anche a costo di perdere la dignità che ormai ha già perso da tempo.
A sorvolare tutta la nostra storia aleggiano, come i Nazgul del “Signore degli anelli“, altri personaggi bizzarri come una donna dalla faccia palesemente rifatta e senza espressione, che si vede in tutte le trasmissioni di approfondimento e che vomita demagogia e aggressività senza soluzione di continuità, ed imprenditori di mezza età, con occhiali blu e capelli bianchi, che si ritirano in Kenia con Faccia di Gomma (ex premier) per ordire chissà quali disegni oscuri.
Il tutto mentre eteree entità politiche (o ex politiche) sono accusate di tutto, ma proprio di tutto, a loro insaputa. E rimangono serene.