Mi permetto un breve post controcorrente, oggi parte il progettone Huffington Post sul quale, secondo lo stesso direttore Lucia Annunziata, non si percepisce danaro per la produzione di contenuti. Riporto dal TagliaBlog: “i blog [presenti nell’Huffington Post] non sono un prodotto giornalistico, sono commenti, opinioni su fatti in genere noti; ed è uno dei motivi per cui i blogger non vengono pagati”.
Se è vero che non si viene pagati in soldi, è vero che si viene ripagati in visibilità: si ha di fatto in cambio un’altra merce. E’ un baratto.
Ora, io me lo sono chiesto seriamente: se Huffington Post mi avesse chiamato a scrivere per loro, gratis, ci sarei andato? Penso di si, e penso di si perchè siamo in un mondo che vive di visibilità, che si alimenta di visibilità e che tratta la visibilità come una moneta di scambio.
Se mi avessero chiesto di sfilare nudo per Armani avrei detto di no (non me la sento, non mi va, non mi sento preparato) ma se mi avessero chiesto di scrivere per Huffington Post avrei detto di si, certo di avere avere un ritorno d’immagine che sarebbe diventato, nel tempo, fatturato.
Ciao Rudy!
Io credo che il punto in questione non sia il pagare o meno il blogger (anche io avrei scritto solo per la visibilità) ma lo svilimento dei concetti di blogger e di blog.
Guardalo bene, leggi i nomi chiamati a contribuire: c’è qualcosa che ti ricorda un blog? O altro che ti faccia pensare a qualcosa di nuovo?
La mia idea la trovi qui: http://www.mysocialweb.it/2012/09/25/la-mia-idea-di-huffington-post-italia/
Ciao!
Ecco, è la stessa cosa che ho pensato anche io. Sto leggendo cori di indignazione per il fatto che l’HuffPost non paga ma poi vorrei davvero vedere quanti, di fronte ad un proposta, sarebbero decisi a rinunciare. L’HuffPost non paga e lo dice, altri non pagano e non lo dicono… sono contenta di non essere l’unica voce controcorrente su questa cosa qua!
concordo con Riccardo… c’è svilimento di tutto, hai visto la pagina facebook dell’huff… il licordari si metterebbe le mani fra i capelli e non solo!!!
@ Riccardo Esposito:
@ davide:
ragazzi, il punto del quale voglio parlare io, o meglio del quale ho parlato io, è quello riferito al “non pagare” chi scrive. Lascio da parte tutto l’aspetto tecnico che, davvero, oggi non mi interessa. Ora, non credo che Michele Serra scriva gratis, ma penso che non si debba pensare che l’unica moneta di scambio sia il danaro.
Riccardo, non è svilente scrivere in un posto che ti offre milioni di visualizzazioni. Poi sul fatto che quello sia o meno un blog, ok, si apre un mondo…
@ Rudy Bandiera:
Ok, allora se ti riferisci solo al non pagare chi scrive sono 100% d’accordo con te. Inutile indignarsi, inutile fare polemiche: ti offrono una visibilità che vale oro.
:-)
@ Rudy Bandiera: ah poi su cosa ci sia di scambio oltre alla visibilità… beh torniamo al bunga bunga ahahahah!!
@ Riccardo Esposito:
Esatto! Mentre invece sembra che SOLO questo aspetto abbia indignato TUTTI! Tutti quelli che NON sono stati invitati a scrivere li…
@ davide:
TI AMO!!
Domanda: l’huffpost fa dei guadagni? Avanza qualche spicciolo dopo che si sono pagati server e robe del genere? Considerato che gli introiti arrivano dai contenuti, per me è giusto che vengano pagati chi i contenuti li crea: alla fine dell’anno si divide quello che avanzato e si divide con chi ha creato di più.
Per me questo è democratico.
Ma i soldi devono andare a quelli che sono effettivamente blogger. Tremonti, Vendola, Cucciari e i famosi partecipatori hanno già un lavoro, ben retribuito per altro.
@ Angel Acrossnowhere:
non mi sembra un commento molto lucido. Se l’Huff fa dei guadagni è ovvio che li fa perchè ci sono Tremonti, Vendola, Cucciari ecc. E se ci sono loro è ovvio che si fanno visite, quindi è ovvio che chi ci scrive a visibilità al traino e che quindi guadagna dal fatto che ci sono quei personaggi li.
Ripeto, lo vedo come uno scambio merce. Tutto qui.
Oh, a mio parere eh!
Se me lo chiedessero anche io scriverei gratis per loro (anche se non sono una blogger).
Vorrei però ricordare che siamo in Italia, dove già adesso molti siti pagano un articolo un caffè e una pulce, da qui a “ti paghiamo con la visibilità, lo fa anche l’Huffington Post” il passo è breve.
Sì, avrei accettato eccome, ma mettendo bene in chiaro che si tratta di collaborazione a titolo gratuito (con le libertà che ne derivano) e non di lavoro. Perché lavorare gratis non esiste e nessuno dovrebbe mai farlo, per dignità. Però fa curricula, sfido a non accettare.
L’Huffington post non paga, ma da visibilità. E quindi, in teoria, scrivendo su questo blog, riusciremmo ad ottenere più lavori? Può darsi, ma permettetemi di dire una cosa: ne ho piene le scatole di approfittatori che con la scusa della visibilità ti spremono come un limone. Alla fine sono i pezzi scritti dai blogger che, se scritti bene, portano visite e quindi guadagni ai grandi editori.
Ora voglio chiedere una cosa a Annunziata: o signora, ma lei lavorerebbe gratis per Rai Tre? Guardi che le danno un sacco di visibilità…
Rudy, ognuno è liberissimo di fare le proprie scelte, non è quello di cui si discute. Il baratto “contenuti vs visibilità” però è molto debole nella sostanza, prova a stimarmi un ROI del genere. ;-) Uno però fa i suoi conti. Quello che critico molto apertamente è il modello: una mini-redazione pagata e un esercito di manovalanza gratuita. Non è quello che ci serve per creare un nuovo modo di fare informazione, come non ci servivano agenzie di comunicazione con stagisti gratuiti pagati con un baratto “lavoro vs formazione”. Se l’HuffPost mi chiama, e non lo farà, gli dirò di no. Intanto aspetto di vedere quando faranno utili, quello americano ci ha messo 5 anni. Cinque, mica pochi per una corazzata.
Giusto o sbagliato che sia, come diceva il buon Pirandello, così é se vi pare… ed anche se non vi pare :-)
@ Andrea Giuseppe Capanna:
esatto. Se si avesse la possibilità (senza vincoli) non vedo il perchè no.
@ Francesca:
no no spetta: all’interno di quel contenitore sei affiancato da Tremonti, Renzi, Lune e nomi simili. Il punto è questo: se sei li sei credibile. Se sei credibile il valore della firma sale. Se sale guadagni. Non si tratta di lavorare per niente, è questo il punto che forse non è chiaro. Poi possiamo discutere di mille cose, come del fatto che l’Annunziata non capisco che cazzo c’entri li, per esempio.
@ Riccardo Polesel: il ROI… non inquiniamoci la testa sempre con i ROI :)
@ Rudy Bandiera:
Rudy, sai perfettamente quanto ti ammiro e sai che ti seguo ovunque, ma non raccontiamoci bischerate. Ma dove sono finiti i Guru del web che si facevano larga la bocca con frasi tipo:”siamo professionisti”, “dobbiamo far riconoscere la nostra categoria”. Ora ti chiedo: quando l’idraulico va ad aggiustare lo sciacquone di Berlusconi si fa pagare oppure, visto che ha aggiustato uno sciacquone dove caca un culo prestigioso, campa di passa parola?
@ Francesca:
dai cazzo, che esempio è?! L’idraulico non vive della sua visibilità in base ai culi che ha ripulito! Noi si. Ora, se io che ho una certa visibilità vengo contattato dall’UFF e mi dicono “ei, vuoi scrivere per noi, quando vuoi e di quello che vuoi” dimmi un solo motivo per cui dovere dire di no.
Poi lo so che ci vogliamo bene da tempo immemore :)
@ Rudy Bandiera:
Il problema è proprio quello: nessuno ti dice “scrivi quando vuoi e come vuoi”! Ma hai mai scritto per un blog prestigoso gratis? Hanno le stesse identiche pretese di chi ti paga, ne più ne meno. E, purtroppo, lo dico per esperienza personale.
E l’esempio è calzante, visto che parlo di professionisti, una categoria che nel web, se continuaiamo ad abbassare il capo all’Annunziata di turno, non arriverà mai.
Certo è che su HP non chiamano certo me, ma nomi illustri, nomi che si possono permettere di scrivere un post gratis. Ma questo è un altro discorso. E’ il concetto che è sbagliato, concetto che certamente non farà che rafforzare i soliti idioti che ti fanno il favore di farti scrivere sul loro blog perché “abbiamo oltre 5k di fan su Facebook, immagina la visibilità”.
E comunque rimani uno dei miei preferiti, insieme al tuo “fidanzato” Claudio Gagliardini :D
Francesca ha scritto:
non è assolutamente vero, dipende dai casi. FanPage ad esempio non chiede nulla. Dipende tutto da questo. Chiaro che se mettono vincoli la cosa cambia, ma se non ne mettono?
Non farne una questione di principio ma vedila in ottica pragmatica che è meglio… e lascia stare il mio fidanzato!
Permettetemi la logica stringente (che magari in realtà non ci si può permettere).
“Lavorare gratis è come fottere per la verginità.”
Posso capirlo solo e unicamente nel caso in cui, in cambio del mio lavoro, tu mi dai una cosa molto preziosa chiamata “competenza” che attualmente, se sono agli inizi, non ho.
Ma non ci si può marciare sopra: se io ti do 5 te mi devi restituire 5.
Lo so che funziona solo nel mondo ideale ma gente come L’HuffPostItalia mi pare come quella che, a un colloquio qualche anno fa, mi disse:
“Voi giovani del Web ci rubate il lavoro e volete pure essere pagati”.
Benedetto Motisi ha scritto:
questa è evidentemente un’aberrazione. Folle.
Detto questo vorrei vedervi, vorrei davvero vedervi, se vi chiedessero di scrivere per loro. Sarei curioso. Ho quasi 40anni di ho una cosa sola in più degli altri: l’esperienza.
Scommetti con me che molti di quelli che gridano all’abominio scriverebbero eccome?
E’ spesso la sindrome dell’escluso a parlare… poi ovvio, ci sono casi e casi diversi
@ Rudy Bandiera:
Guarda, te lo scrivo nero su bianco: se mi chiedono di scrivere una tantum, un guest post, perché no?
In ottica SEO (si ok, deformazione professionale) ne posso pure approfittare per prendermi un link da una fonte trusted.
E’ una forma di pagamento pure quella.. per un singolo post.
Se mi dicono (altamente improbabile) : “Ehi, Benedetto Roberto Motisi, scrivi per noi ti prego!”, quantomeno IMHO chiederei, se non c’è un guadagno meramente economico, in quale altra forma vorrebbero investire su di me.. e non vale un troppo generico “visibilità”!
Benedetto Motisi ha scritto:
verissimo. Si quantifica in visite, in prestigio e quant’altro. Io prima di dire no, come molti duri e puri vogliono far credere, ci penserei molto bene. Per la prima parte del tuo commento quoto in toto :)
un giornale di merda che fa un servizio su un uomo di merda!
@ Peppe:
un commento che arricchisce tutti noi.
@ Rudy, probabilmente anche io ci sarei andata gratis… Il problema (o meglio, uno dei tanti) è un altro: se si impone questo modello editoriale, siamo davvero finiti! L’Huffington Post è stato acquisito da un gruppo editoriale con annessa concessionaria pubblicitaria, uno dei più potenti in Italia e i main sponsor a oggi sono Eni, Wind, Citroen e Tod’s tanto per citarne qualcuno… big spender pubblicitari che hanno prestato il loro volto a questo lancio e che stanno facendo da “traino” ad altrettanti clienti… Quello che io temo maggiormente è la non serietà tutta nostrana con cui vengono gestiti progetti come questo che possono essere il grimaldello per legittimare tutto ma non la professionalità di chi vi opera, indipendentemente che si sia giornalisti professionisti o blogger… Di certo sono poco “lucida” e/o lungimirante, ma è un argomento che mi brucia molto sulla pelle, specie in questo momento…
@ Antonella:
tu sei sempre lucida, in tutto quello che scrivi. Ed il tuo è un commento del tutto rispettabile e del tutto corretto. Ma quindi il focus si sposta non dal fatto in se di scrivere gratuitamente ma dalla possibilità che il modello venga esteso a prescindere dalla piattaforma. Hai assolutamente ragione, in questo.
E, guardando il direttore che hanno messo, la cosa non mi sconvolgerebbe nemmeno… per me in questo hanno sbagliato di grosso. Con tanti “giovani” in gamba, come mai scegliere proprio una come l’Annunziata?
Fa pensare…
@ Rudy: Gruppo Editoriale: L’Espresso; Concessionaria Pubblicitaria: Manzoni. Ranking Audiweb di Repubblica.it e delle testate del Gruppo nel comparto news: prime dieci posizioni… i centri media guardano questo insieme al totale utenti unici giorno medio e i referrer social… E’ un’operazione commerciale potente e pesante questa dell’Huffington in un momento storico in cui l’informazione tradizionale sta perdendo credibilità
@ Rudy Bandiera:
In realtà non sono d’accordo ed è per questo che considero The HuffPost già un progetto perso in partenza in Italia.
Punto primo: l’Annunziata è un’ottima giornalista, ma è del 1950 e non sa nulla di blog.
Punto secondo: non mi interessa leggere quello che pensano Fini, Tremonti e robe del genere, perché li becco su tutti gli altri canali tematici.
Punto terzo: la dimostranza dei due punti di qui sopra è che oggi ci siamo trovati la faccia di Berlusconi in prima vista. E HuffPost non è targhetizzato agli utenti che vogliono Berlusconi (che leggono Libero o Il Giornale) né a quelli che non lo vogliono (che si dirigono sul Fatto o su Repubblica). HuffPost doveva essere indirizzato a quelli che oggi si lamentano che c’è berlusconi prima vista, perché volevano qualcosa di nuovo, volevano finalmente i blogger riconosciuti come un qualcosa che esiste e come una categoria che deve anche essere pagata per produrre.
Angel ha scritto:
è il bello del mondo :)
Cacchio te ne fai della visibilità se sei già famoso nel mare del grande web?