Negli ultimi due mesi è successa una cosa strana: Google mi ha “ammonito” per dei contenuti non consentiti in post che avevo scritto oltre 3 anni fa.
Questo è l’inizio della mail con la quale ti avvisano del problema legato alle “sconcezze”:
Con la presente email le comunichiamo che è richiesta un’azione per rendere il suo account AdSense conforme alle norme del programma AdSense.
Di seguito forniamo ulteriori dettagli, assieme alle azioni che deve intraprendere.
…
ADULTI/TESTO CON CONTENUTI SESSUALMENTE ESPLICITI: come stabilito dal
regolamento del programma, ai publisher AdSense non è consentito
pubblicare annunci Google su pagine che trattano contenuti destinati a un
pubblico adulto, tra cui testi sessualmente espliciti
In uno dei due post segnalati da Goolgle parlavo delle keywords che le persone cercano quando arrivano sul mio blog, tra le quali c’era la parola “incesti” e “video porno Pamela Anderson”.
Badate, non ho mostrato nessun film e nessun incesto, ho semplicemente pubblicato una lista di parole chiave estratte dall’Analytics del mio sito. Parole che la gente cerca. Tutto qua.
Nell’altro post, scritto nel mio stile dissacratorio e molto ironico e che ai tempi fece un bel successo, spiegavo: “Nella lingua italiana è curioso notare come alcune parole (e modi di dire), al maschile abbiano un significato e al femminile, se poste in taluni contesti, cambino diametralmente”.
Poi riportavo gli esempi che vedete nell’immagine qua sotto, del tutto ironici e simpatici, come ad esempio: il cubista è visto come un seguace del cubismo mentre una cubista è vista come una mignotta.
Tutto qua. Semplice, per nulla offensivo, quasi delicato. E tre l’altro questo post era un capolavoro assoluto, a mio parere.
Ora, come mai Google a volte si comporta da censore su cose che di pornografico, spinto o sconcio non hanno nulla? Se io parlo di un film con Pamela Anderson o pubblico la parola “incesti” devo passare per un sito definito pericoloso o con contenuti per un pubblico adulto?
E come mai questo avviene dopo tre anni dalla pubblicazione dei suddetti contenuti, dopo che tra l’altro gli stessi hanno già prodotto migliaia di visite?
A me pare evidente che vi siano segnalazioni umane, fatte da individui con una moralità molto vicina a quella di Torquemada.
Oppure dite che possa essere una questione algoritmica? Il PageRank e bacchettone e bigotto?
In realtà credo che il discorso sia alquanto semplice: Google si tutela (in modo del tutto discutibile, intendiamoci), e mostra spesso eccessi di zelo per via delle condizioni minime che deve garantire agli inserzionisti. Gente che, ricordiamo, paga per avere visibilità… se consideri che fino a qualche tempo fa si continuavano a vedere annunci Adwords relativi a siti per adulti capisci che ci sia davvero qualcosa che non va, ancora. Credo che nel tuo caso si tratti più semplicemente un errore algoritmico, ad ogni modo.
Ciao Rudy,
premetto che non capisco il collegamento tra Pagerank e l’ammonizione da parte di Google Adsense:-)
credo che quello ricevuto da te sia un controllo algoritmico, anche a me ha sospeso gli annunci Adsense su un sito che è online da 8 anni, dove gli utenti pubblicano delle frasi divertenti e barzellette, (l’unica colpa è aver pubblicato parole tipo prostituta, maroni (non il leghista), e simili, e non c’è stato verso di fargli capire che sono barzellette..
Credo che in qualche modo stia controllando a tappeto i siti, ma a mio modo sta facendo veramente male…
Ciao
@ salvatore:
il tuo ragionamento fila: io stesso sono un inserzionista e so come sono le dinamiche in queste cose, è il mio lavoro. Ma non ti pare strano che si accorga di questa cosa con tre anni di ritardo? Secondo me esistono delle segnalazioni. Non dico sia sbagliato eh, ma non può esserci un “lag” di tre anni, nell’autotutela.
MArco Bove ha scritto:
Te lo spiego: se scrivi un titolo affascinante la gente arriva, condivide e il tuo post è letto ;) E’ evidente che che l’algoritmo per l’indicizzazione non ha a che fare con adsense. Dici che lo devo scrivere prima che arrivino i “puntigliosi” a rompermi i maroni, non il leghista? ;)
In ogni caso per me c’è un intervento umano, o una segnalazione, o cose simili…. no?
@ Rudy Bandiera:
Bah, nel corso di 2 mesi ho ricevuto ben 8 siti diversi (con 3 account diversi) , avvisi dal team di Adsense, non credo che si siano messi a controllare a manina sito sito, credo invece che abbiamo migliorato l’algoritmo di controllo, che in presenza di parole “strane” intervenga, poi magari sta al team di adsense sospendere, disattivare o lasciar stare l’account.
Tra l’altro le persone che ci sono dietro sono assurde, ho fatto richiesta di rettifica della sospensione dell’account, che mi hanno bocciato 3 volte, alla 4 volta senza aver cambiato niente (perchè non c’era niente da cambiare) mi ha riattivato tutto.. bah…
Caro Rudy leggo il tuo blog da tempo e mi sono fatto grandi risate leggendo i post da te menzionati perchè trovo incredibili somiglianze con le ricerche che conducono i miei lettori per arrivare al mio blog.
Adsense è sviluppato sul concetto della morale del bambino di 10 anni secondo Google e pertanto i tuoi post risultano essere oltraggiosi perchè nominano figa e incesti nella stessa frase.
Se poi il bambino di cui sopra si fa un giro su Youtube e guarda per ore video di gente scarificata, incidenti in bici in cui l’asfalto ha la meglio su orge di denti non c’è mai nessun problema secondo big G.
Il tuo collega Skande in un post sul suo blog parlava di Megavideo e concludeva con una frase sibillina che recitava pressappoco così : I grandi si possono permettere di fare quello che vogliono ?
Nel caso di Google la risposta è sempre affermativa, non è la morale che guida il colosso di Mountain View ma solo il ritorno economico. Se il tuo blog danneggia in qualche modo i loro affari, anche se negli anni li ha fatti guadagnare parecchio, vieni ammonito e se persisti vieni allontanato del tutto senza possibilità di redenzione.
Oltre a fargli fare soldi mi chiedo quando saremo concordi sul fatto che il monopolio di Adsense ci ha francamente rotto le balle. Vogliamo affidare la nostra libertà di espressione a Google cercando di non offenderlo ? Vogliamo scrivere solo come è moralmente accettabile perchè altrimenti si viene bannati ?
Sono moltissimi i blogger che sentono la necessità di un vero confronto con Google anche perchè è appurato che nessun algoritmo è sufficientemente efficace nel dare risposte o interpretare i mille input mentali creati da un articolo brillante .
Se la distinzione tra un concetto pornografico e un concetto ironico non la fa Google facciamola noi e spegnamogli il rubinetto per un giorno . La morale evangelica se non è annaffiata dai dollari secca. Che aspettiamo a uccidere l’edera dei contenuti ?
MArco Bove ha scritto:
no no guarda, forse non mi sono spiegato a dovere e me ne scuso. Penso ci siano delle SEGNALAZIONI da utenti esterni, da qualcuno che avvisa Google (francamente non so da quale tool o contatto) che un sito non rispetta le caratteristiche e bla bla bla. Non che loro facciano le cose a manina.
Sul fatto che le persone dietro siano assurde è verissimo: pure noi abbiamo avuto dei problemi assurdi con un quotidiano… un quotidiano, non un blog. Mah
@ Rudy Bandiera: Magari qualche segnalazione “ad arte” da parte di competitor? A me per esempio sono capitati degli strani “spostamenti” di indirizzo di esercizi commerciali su Maps…
@ Enrico Giammarco:
mah… non ho competitor, riguardo al blog. Cioè, chi se ne frega del mio blog, mi viene da pensare.
E’ anche vero che il mondo è pieno di idioti…mah
Nessuno sa veramente cosa frulli nella testa di Google – mi riferisco ai massimi dirigenti… appunto qualcuno conosce il loro nome? – si parla sempre di Google come un’entità astratta soprannaturale – a parte il fatto di fare una montagna di dollari!! Credo sia dovuto soprattutto all’algoritmo che non distingue (non è ancora così intelligente..) i vari contesti in cui sono inserite determinate parole…Altra questione chiunque lavori in Google deve firmare una carta in cui non può assolutamente divulgare neanche come sono fatti i cessi in ufficio!:)
Google dovrebbe pesare meglio la densità delle parolacce rispetto al post e al sito, d’altra parte è giusto mettere un freno a certi tipi di parole perché dopo tutti le andrebbero ad infilarle nei posti strategici, e ne uscirebbe fuori un web con articoli “Valori in borsa e gnocca”, “Andare in moto con una gnocca”, “Pasta con fagioli mangiata insieme ad una gnocca”.