Doverosa premessa per chi non sapesse di cosa sto parlando: un motore di ricerca interno. Ecco la novità presentata ieri sera da Facebook. Graph Search consentirà di navigare fra le informazioni pubblicate dagli utenti, le loro fotografie, i loro interessi e le indicazioni relative ai luoghi che hanno visitato. Il tutto, ha tenuto a chiarire Mark Zuckerberg nel corso della presentazione, nel rispetto delle indicazioni relative alla privacy di ogni singolo utente: chi, quindi, ha limitato la visione dei contenuti ai suoi amici non consegnerà in pasto al resto del miliardo di iscritti il suo materiale.
Si tratta, per capirci ancora meglio, di una sorta di Google ma basato “solo” sulle persone iscritte a Facebook, “solo” a quel miliardo di individui, a quelle centinaia di miliardi di foto, a quelle infinite relazioni sociali.
Un mostro straordinario, una gran bella cosa. Una cosa normale.
Mi spiego prima che qualche bravo programmatore mi venga a dire che la cosa non è affatto semplice: capisco perfettamente la complessità di mettere in relazione tra loro miliardi di dati, in contemporanea, fluidi ed in tempo reale, questo lo capisco, non sono scemo.
Capisco anche che sia una bellissima cosa, anche se internalizzata ad un social (se questo social contiene TUTTI).
Quello che non capisco sono quelli che non capiscono come mai il titolo non è decollato in borsa, all’apprendere di questa novità. Facebook ha sempre avuto un motore di ricerca interno aberrante, non funzionale e che per assurdo non trovava nulla. Si cerca ma non si trova.
La cosa ovvia è che la prima cosa da fare, dentro a un coso che contiene un settimo della popolazione del Pianeta Terra, è avere un modo per trovare le cose e le persone che interessano. E’ normale questo, non straordinario.
Zuckerberg (che ha il nome che ricorda un carrista della Wehrmacht (cit.)) ha presentato in pompa magna un servizio che tutti ci si aspettava e che tutti pensavano “innaturale” che non ci fosse.
Non ha presentato qualcosa di nuovo. Ha riempito un buco.
Ora, capisco anche che non potesse andare in una stanza e dire “ehi ragazzi, ho fatto la ricerca in FB” ma ha dovuto fare una cosa in grande, come è giustissimo che sia ma, ripeto, la Borsa non ha reagito bene perché di innovativo c’è poco.
E’ come se io avessi un vetro rotto nella macchina e lo facessi aggiustare: la macchina prenderebbe valore, certo, ma riprenderebbe il suo valore originale, non lo maggiorerebbe visto che non ho portato una miglioria ma una normalizzazione.
Gran bel ragionamento; l’esempio della macchina col vetro rotto rende bene il tutto. Ma voglio di re 2 parle sul commento di Marco Fabbri.
Io ricordo che tanti anni fa c’era tutte le mattine al mercato del pesce, rosso, sanguigno come la carne di toro da aratro, la carne di tonno. Non si diceva tonno rosso, il tonno era quello, solo quello! Nesusno avrebbe mai accettato un tonno giallo come il pollo!
Era una carne talmente rossa, forte e robusta che ci si faceva il ragù.
Non mi ricardavo piu di quella carne sublime, ormai introvabile, e chi non ha fatto in tempo non può capire!
Ciao bel articolo :)
Volevo gentilmente sapere se i banner sopra e laterali di Google+ sono inseriti manualmente o con tramite qualche plugin per WP, perchè solitamente lo vedo nei grandi portali ma non trovo mai il nome, grazie in anticipo!
Giovanni ha scritto:
???
@ Giovanni:
ho già risposto anche sopra Giovanni, manualmente :)