Ormai quello che si dice in giro è quasi univoco: i social network uccideranno i blog.
Ma perché questa idea serpeggia per la Rete?
Fino a non troppo tempo fa, i blog erano visti come la punta di diamante, la parte più avanzata dell’Internet collaborativo, partecipato e “dal basso”. Il punto più estremo dell’ormai noto Web 2.0.
Poi si è iniziato a sentir parlare di social network, di questi siti che offrono servizi di aggregazione rivoluzionari, che danno la possibilità di essere in contatto, in tempo reale, con una intera comunity.
Ecco che il mondo cambia e si ribalta di nuovo.
I blog vengono visti come il vecchio, il passato stagnante della comunicazione verbale e stantia, per altro quasi a senso unico. La gente inizia a dire: “perchè devo commentare un post quando posso partecipare ad una comunity paritaria in cui tutti siamo uguali ed abbiamo lo stesso potere divulgativo?”.
E Facebook, il social più di moda del momento cresce a dismisura: la gente non parla d’altro che di Facebook.
Si scambiano informazioni veloci, flessibili e se vogliamo dozzinali: decine di applicazioni rendono la piattaforma completa e potente, consentendo a tutti di sapere tutto di tutti gli altri… in tempo reale.
Ma proprio nella modalità di informazione risiede il punto forte ma allo stesso tempo debole dei social.
Se un blog permette di articolare concetti complessi all’interno di un contenitore semplice, i social veicolano concetti estremamente semplici in un contenitore relativamente complesso.
I network sociali non uccideranno i blog più di quanto i blog abbiano ucciso le testate giornalistiche.
Il futuro dell’informazione sta nell’integrazione e nel pluralismo della stessa. L’integrazione delle modalità informative sarà il futuro del Web ma niente, almeno per ora, è destinato a morire, ma solo ad evolversi.
Per quel poco che ne capisco concordo con Rudy. L’unico aspetto su cui non concordo è la definizione di “informazione”.
Nè i blog, nè tantomeno i SN costituiscono “informazione”.
L’informazione non esiste; e se esiste è affogata in mezzo a tonnellate virtuali di spazzatura tale da renderla irriconoscibile.
L’informazione, quella che fa breccia nella debole mente della massa, è saldamente nelle mani del regime. Il proliferare di blog e SN fa il gioco dell’informazione di regime, polverizzando e affogando quei rari scampoli di verità che qua e là ogni tanto capita di intravvedere.
io Nico non mi trovo d’accordo sull’ultima parte del tuo ragionamento. L’informazione è ciò che, per un osservatore o un recettore posto in una situazione in cui si hanno almeno due occorrenze possibili, supera un’incertezza e risolve un’alternativa, cioè sostituisce il noto all’ignoto, il certo all’incerto.
Wikipedia è l’esempio perfetto di informazione 2.0: la gente, gli utenti, le persone comuni scrivono su fatti o cose ed è il vaglio stesso di migliaia di persone a portare l’informazione ad essere al di sopra delle parti.
la vera rivoluzione che stiamo vivendo è proprio questa (non parlo dei SN): non c’è più solo il quotidiano a dare notizie ma ci sono migliaia di fonti. sempre più spesso infatti accade che siano i giornali “classici” a prendere spunto dal Web e sempre meno viceversa.
mi piace pensare ad un intelletto collettivo che verta a scremare e a bonificare le cazzate dalla verità.
i SN sono all’alba… è presto per poterli etichettare.
D’accordo. Ma è emblematico che siano i quotidiani o i TG a prendere spunto dal web per diffondere “verità scremate e bonificate”.
Peccato che quotidiani e TG siano l’esatto opposto del “democratico” mondo dell’informazione collettiva che aneli tu.
E’ ancora più evidente che “l’informazione” la fanno loro (i quotidiani e i TG di regime) facendo oltretutto passare l’idea che sul web il poutopuri è tale e tanto da rendere indispensabile la loro mediazione…
Paradossalmente, più il web evolve, più viene mistificato e reso indispensabile il filtro dell’informazione di regime!
non concordo amico mio… ma, banalmente, solo il tempo ci darà torto o ragione.
le famose “dot com” sono crollate quando si credeva fossero il futuro senza dubbi.
l’informazione, o quella che definiamo tale, sta cambiando e in una direzione che ancora non possiamo ben definire.
per me, di questo passo, tra qualche centinaio di anni saremo una razza come i Borg e a quel punto fanculo i TG di regime! ;-)
http://it.wikipedia.org/wiki/Borg
cazzo Nico… non siamo credibili con queste faccine del cazzo nei commenti!
diciamo cose sagge ma con una gran faccia da cretini!
hahaha
Ciao, ho letto con interesse la tua opinione. Soprattutto quando contrapponi blogs e facebook tramite concetti quali semplicità e complessità. Ora, il punto è: siamo davvero certi che questa foga democratica, questo individualismo esasperato in cui basta saper formulare in corretta sequenza soggetto, verbo e complemento, sia sufficiente a far presumere che le suddette sequenze debbano interessare? Altrimenti detto: dove ci porterà la presunzione di un pubblico che pretende di sovvertirsi?
Grazie, saluti
Crapula Club
No, non siamo certi che debbano interessare e onestamente non so dove ci porterà la presunzione di un pubblico che pretende di sovvertirsi.
la mia era un’analisi legata al fatto che non sono d’accordo che ci sia una guerra tra blog e SN e sul fatto che uno dei due debba vincere.
sono mezzi complementari e per farne un’analisi, sebbene semplice, devo portarne in superficie le attinenze e le divergenze.
detto questo, dove andremo a finire onestamente non lo so… davvero non lo so.
io sono fiducioso per natura: credo che il web sia una salvezza e non una condanna. ma non so se ho ragione.
ciao a te e grazie dell’intervento
Cambiare tutto per non cambiare nulla.
Non c’è web che tenga. Le redini sono saldamente sempre nelle stesse mani. E l’informazione è troppo importante perchè se la lascino scappare…
Crediamo davvero che tutta la (presunta) libertà che il web offre sia reale?…
Suvvia.
beh si, e comunque molto di più di quella con vaglio redazionale. questo è certo.
ma sappiamo che tu sei un duro e puro disilluso che non crede in niente… sei adorabile per questo.
la libertà assoluta non esiste: esistono diversi gradi di libertà e la rete è ad un grado di libertà maggiore che non i media tradizionali.
ovviamente sempre parlando di blog, sociale e 2.0 tutto
Sono d’accordo con te, in più aggiungo una cosa: da quando Facebook, ma soprattutto FriendFeed ha raggruppato i miei maggiori e migliori contatti sui blog ci sono meno post, ma di migliore qualità. Se prima si scriveva un po’ di tutto sul blog, ora ci si “sfoga” su Friend Feed e i post sono per i contenuti migliori.
PEr questo dico: “evviva i social network” :D
Evviva i social network!
Un giorno vedrò di approfondire.
Ma si tromba?… ;-)
per un cazzo!! :-(
No Nico non si tromba, di tutto questo ho capito ben poco, ma per il trombare sono sicuro, SI VA IN BIANCO. ciao belli
Beh, per ora tengo botta e non mi iscrivo alla moda del momento ovvero facebook. Mi fa venire in mente il periodo in cui era di moda il tatuaggino e, alé, tutti a farsi tatuare.
CONTROCORRENTE!!!
adesso io mi trovo pieno di tatuaggi ed iscritto a facebook :-D
…e non trombi.
esatto…