La scorsa settimana ho scritto un post in cui spiegavo che in sostanza sui social e in tutti i canali di comunicazione digitali, a nessuno frega nulla di quello che fai e degli impegni che hai ma tutti vogliono che tu risponda. Vogliono che tu ci sia, che sia disposto a coccolare le persone, a farle sentire ascoltate.
Criticavo questa moda di fare liste nelle quali inserire tutte le cazzate che si fanno e gli impegni che si hanno. Dicevo, in sintesi
Quindi, a nessuno interessa dei tuoi impegni, di quanto tempo hai e di quali cose bellissime fai. A nessuno interessa tutto questo e tutti ti giudicano in base a come sei con gli altri, quando gli altri siamo ognuno di noi presi singolarmente.
Giustissimo, tutto questo è giustissimo lo ribadisco e lo sottoscrivo ma… ma leggendo un post di Flavia Rubino su Facebook, un post in cui commentava proprio il mio contenuto, mi è venuto molto da riflettere.
Dice Flavia
PERO’ caro Rudy, dovremmo scrivere un post anche sull’altro lato della medaglia, su una follia collettiva che ci ha preso ormai tutti: da quando in qua le mail sono diventate Whatsapp, da quando ci scusiamo addirittura (e smetterò di farlo) se rispondiamo la sera a una mail arrivata la mattina, da quando i brief sono sempre per il giorno dopo e per la foga di mandare qualcosa altrimenti poverino mi sta in ansia, preferiamo arronzare una mezza cosa invece di prenderci il diritto di PENSARE e farci apprezzare per un pensiero fatto bene?
Esiste una policy di professionalità e correttezza non solo in chi risponde (risponderò entro 24-72 ore a seconda della coda e soprattutto della domanda) ma anche in chi chiede.
Ecco, anche questo è vero, verissimo, sarebbe da sottoscrivere.
Ci sono persone che ti mandano SMS per dirti che ti hanno mandato un Messenger nel quale ti avvisano che hanno mandato una mail… ma cazzo è, una caccia al tesoro?
E giuro che mi è successo. Ci sono persone che se non rispondi ad una mail in pochi minuti ti chiamano, altre che ti chiedono preventivi complessi adesso, per stasera, e altre che hanno sempre fretta quando riguarda gli altri ma mai quando riguarda loro.
Ci sono persone che ti chiedono di correre come il vento per un progetto, tu lo fai, e quando lo consegni non si fanno sentire per mesi per poi dirti “ho valutato…”.
Ci sono individui che NON hanno rispetto per il tempo altri, oggi la più rara e preziosa risorsa di ognuno.
Ho avuto persone che mi hanno chiamato durante l’incidente di giugno, quello da cui è scaturita #UnaMacchinaPerRudy e che, anche se spiegavo che ero in strada aspettando l’ambulanza loro continuavano a chiedermi appuntamenti o ad espormi progetti. Persone che mi ti chiamano di domenica alle 13 per dirti che ci si deve incontrare perchè hanno un progetto strabiliante che cambierà il mondo (quando l’unica cosa che si dovrebbe fare di domenica alle 13 è MANGIARE) o clienti appena abbozzati che ti chiamano alle 21 perchè la parola “arrotare” non sta bene in una frase in cui c’è anche la parola “prodromo”.
No ragazzi, Flavia ha ragione. Il nostro tempo è LA risorsa e la dobbiamo gestire come meglio possiamo e crediamo ma non solo, il nostro tempo è nostro. Non è degli altri, ricordiamolo sempre.
Dobbiamo essere disponibili, NON dobbiamo essere a disposizione
Quindi siamo gentili, rispondiamo, cerchiamo di essere social il più possibile ma, cosa in assoluto più importante di tutte, manteniamo un equilibrio.
Se i dispositivi mobili come gli smartphone ci dovevano liberare dal lavoro dandoci la possibilità di lavorare ovunque, ci hanno invece messo nella condizione di lavorare sempre: questo non va bene e dobbiamo armarci di buon senso per essere in grado anche di capire quando è il caso di mandare a cagare il prossimo. Sempre senza rancore.
Sono un digital coach, un docente e un TEDx speaker: sviluppo strategie in sinergia con i vari reparti delle aziende o con i professionisti per generare nuovi servizi, progetti e campagne di comunicazione online, creando e rafforzando l’identità di brand o di personal branding.
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