Nelle mie incaute e malsane digressioni mentali, mi trovo spesso a pensare alla Grande Rete, a quell’ internet che sta rivoluzionando il modo di concepire il mondo e percepire gli altri.
Nata come rete militare a sostegno delle comunicazioni in caso di guerra totale, sotto il nome di Arpanet, internet è oggi il vero motore dell’economia mondiale e della civiltà stessa.
Oltre a tutti i fattori etico sociali che vengono presi in causa parlando della rete, per capirne la portata basta pensare ad una sola cosa: i paesi con un’alta alfebitizzazione informatica, sono i paesi più ricchi e più evoluti del pianeta. Non è una banalità ma un fatto: più ci sono computer interconnessi tra loro e più si è economicamente (e quindi politicamente) potenti.
Non sto dicendo niente di nuovo, ma sto semplicemente scrivendo queste cose più per chiarirle nella mia testa che per divulgarle.
Quello che trovo interessante è questo: la vera rivoluzione alberga in internet o nella banda larga?
Ora, internet è certamente una invenzione straordinaria e di grande impatto “emotivo”, ma senza le grandi capacità messe a disposizione dalla tecnologia delle reti negli ultimi anni, sarebbe rimasta un’applicazione militare, di elite o quantomeno sterile a livello di beneficio per la società tutta.
È chiaro che la banda larga non avrebbe motivo di esistere se non ci fosse una rete globale da supportare, ma la vera rivoluzione, che abbiamo già iniziato a vivere ed esploderà nei prossimi anni, sarà semplicemente la quantità di dati che ci potremo scambiare in un tempo relativamente breve.
I servizi in rete sono un presente in espansione ed un futuro dinamico e certo, che rivoluzionerà di nuovo il mondo. In un futuro non troppo lontano, tutti i PC di questa terra, saranno interconnessi in maniera massiva e a loro volta saranno allacciati a potenti server che daranno agli utenti finali tutti i servizi possibili senza dover più installare o possedere nulla sul proprio computer.
Non esisteranno più i back up, in quanto gli hard disk non risiederanno più sulle nostre macchine, ma su server remoti che gestiranno, al sicuro da danni fisici o black out, i dati per noi.
I programmi stessi non dovranno più essere installati, visto che risiederanno sulla rete: già oggi Google fornisce dei servizi on line molto efficienti, che sostituiscono in maniera egregia buona parte della suite Office di Microsoft. Per editare un file con Word, non è necessario “possedere” Word sul proprio PC, ma basta uploddare il file in questione sui server di BigG e lavorare on line.
Lo stesso discorso vale già oggi per la posta elettronica: perché devo scaricare sul mio PC centinaia di messaggi di posta con il rischio di perderli a causa di un crash o di non riuscire a recuperare la rubrica se si rompe l’hard disk? Ci sono servizi di posta on line che funzionano benissimo e permettono la gestione del proprio account e della propria rubrica senza paura di perdere un dato ed offrendo degli spazi virtualmente illimitati per i nostri messaggi.
Anche i giochi non avranno più motivo di esistere sui nostri computer, ma saranno solo “raggiunti” dalle nostre macchine (che quindi avranno un harware molto più leggero e “specializzato”). Second Life ne è un esempio: il piccolo client che si scarica ed installa non è il gioco vero e proprio, perchè questo alberga sui server di Linden Lab, ma un ponte che ci permettere di raggiungere il nostro avatar e tutte i nostri profili salvati su dei PC che sono in California!
Detto questo è bene pensare anche al lato negativo che comporta una massa tale di dati appoggiata su server che non risiedono fisicamente nelle nostre case: la privacy.
Se non si interverrà con norme rigide e giuste, si rischia di andare incontro ad un mondo globalizzato si, ma anche dispersivo per quello che riguarda i nostri dati sensibili.
Qualche anno fa, quando si cominciava ad aumentare l’ampiezza di banda anche per uso domestico, io mi chiedevo: “ma a chi potrà mai servire tutta questo passaggio di dati?”: oggi credo di aver capito la direzione che abbiamo preso.
Forse ho detto un mare di cazzate ma era una vita che volevo scrivere un post su questa cosa ma non ne ho mai avuto il tempo e la voglia… mi sono finalmente levato il dente :-)
“I servizi in rete sono un presente in espansione ed un futuro dinamico e certo, che rivoluzionerà di nuovo il mondo. In un futuro non troppo lontano, tutti i PC di questa terra, saranno interconnessi in maniera massiva e a loro volta saranno allacciati a potenti server che daranno agli utenti finali tutti i servizi possibili senza dover più installare o possedere nulla sul proprio computer.
Non esisteranno più i back up, in quanto gli hard disk non risiederanno più sulle nostre macchine, ma su server remoti che gestiranno, al sicuro da danni fisici o black out, i dati per noi.”
E QUESTO TI SEMBRA UN BENE ?!?!?!?!?!
non ho posto questioni morali tra bene e male, ma ho semplicemente detto quello che, secondo me, accadrà nel nostro futuro prossimo.
Marinner, conosco il tuo acume e la tua intelligenza, lascio giudicare a te quello che sarà bene e quello che non lo sarà ;-)
Non è una questione di sicurezza delle informazioni o possibilità di chiunque (o di qualcuno…) di entrare in possesso di informazioni “personali”. anche perchè la possibilità di possedere “memoria locale” ci sarà sempre.
Qua si tratta della impossibilità di fatto di garantire il pluralismo al futuro della rete, Marinner.
Controllo delle informazioni inteso non nel senso del controllo a fine di conoscenza (voluta o no), controllo inteso al fine di censura!…
Mostruoso.
Non capisco i termini che usate, ma la mia idea me la sono fatta. C’è il pericolo che il tutto diventi un GRANDE FRATELLO. Inquadrati, schedati e orientati a piacimento. Lo so che non tutti accetteranno passivamente, ma quando puoi guidare le masse, le frange diventano facilmente eliminabili. Questa era la mia parte critica, per il resto adoro internet per quello che mi puo’ dare usando il mio poco sapere. ciao belli
non credevo che un post così “tecnico” accendesse così tanti ed onorevoli commenti. siete belli e bravi oltre che censurati!! continuate e ricordate che è difficile “spegnere” la rete…
Spegnere la rete è difficile, vero. Ma non è difficile CONTROLLARE chi ci naviga, chi ci si esprime, chi la utilizza con il fine di divulgare (o anche solo scriverci) le proprie LIBERE OPINIONI.
Attenzione, non parlo del controllo in senso passivo; parlo del controllo nell’accezione attiva del termine. Solo in questo caso è bello prendere spunto dalla lingua inglese che segna un profondo distinguo tra le parole “check” e “control”; check significa (circa) verifica, control significa “potere di controllo”.
Quello che stanno introducendo “gli amici” al Governo è il potere di controllo! Che significa omologazione dell’informazione, anche sul web.
Io non lo ritengo un fatto “tecnico”. Io la ritengo violazione della libertà di informazione.
E’ urgente mobilitarsi per fermare la deriva autoritaria.
Utilizzando proprio la rete, prima che sia troppo tardi.