Per chi non sapesse come funziona Wikipedia lo spiego molto brevemente: in pratica il Wiki è un software, un bacino ad uso “orizzontale” in cui tutti possono inserire informazioni o modificare quelle esistenti. Semplicissimo: io inserisco una voce, un altro la modifica rendendola più veritiera e neutrale, un altro ancora apporta qualche limatura e così via, fino ad arrivare ad avere delle informazioni “vere”, informazioni in equilibrio tra le parti.
Come vedete è un progetto fatto dalla gente per la gente e state certi che le voci di Wikipedia che contengono delle informazioni “stabilizzate” ovvero che sono state vagliate e modificate, sono informazioni che rappresentano la verità. Nel 99% dei casi.
Ora a causa dello sciagurato DDL “ammazza blog“ che il governo vuole portare avanti insieme ai paletti per le intercettazioni, esiste l’opportunità che chiunque possa chiedere a chiunque una rettifica su quanto scritto, non in base ad una motivazione oggettivamente valida ma in base alla percezione che si ha nei confronti della notizia stessa: se mi sento offeso chiedo la rettifica, a prescindere, e se non viene fatta entro 48 ore il proprietario del blog/sito è nella merda. E li lo posso denunciare per mancata rettifica.
Ovviamente, appare chiaro che una simile legge manderebbe in pappa tutto il sistema Wikipedia e blogger: basterebbe che Dell’Utri dicesse di sentirsi offeso nel leggere che è un pregiudicato per obbligare Wikipedia a rettificare una informazione VERA. Siamo al manicomio.
Wikipedia quindi, preso atto di questo delirante disegno di legge, avvisa tutti (nella sua homepage) che questo sciagurato cambiamento metterebbe in crisi non solo Wikipedia stessa ma tutto il sistema informativo italiano:
“Tale proposta di riforma legislativa (…) prevede l’obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.
Purtroppo, la valutazione della “lesività” di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all’opinione del soggetto che si presume danneggiato.
Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiedere l’introduzione di una “rettifica”, volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti (…) Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell’onore e dell’immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall’articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione.”
In una intervista radiofonica al GR1 ho cercato di spiegare in poche parole (minuto 13), la scorsa settimana, il perchè è folle che si voglia mettere in pratica questa norma che ucciderà, di fatto, l’informazione dal basso.
Come scritto sulla pagina di Wikipedia: “In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per “non avere problemi”.”
Vogliamo davvero questo o è arrivato il momento di prendere i forconi?
Prendiamo i forconi! Questo Paese è anche nostro, soprattutto nostro!
Quel DDL è una porcheria, e il comma 29 innominabile. Ma sembra che il 29 lo leveranno. Comunque il punto sono i forconi. Mi sembra che in un mondo molto virtuale anche i forconi lo siano. Mi spiego: Il web si scatena contro le ingiustizie e le porcherie e l’abbiamo visto con Vasco/Nonciclopedia. Però ha vinto Vasco. Ogni tanto tuitto qualche cazzata anch’io: ieri sera, ad esempio, seguendo Ballarò su Twitter si aveva la sensazione che, insomma, ‘sta casta sia alla frutta. Però sono sempre lì e ne combinano di tutti i colori. Non sarà perchè sfogarsi sul web ci fa sentire partecipi o attori del cambiamento senza renderci conto che i cambiamenti richiedono ben altra partecipazione. Ci sfoghiamo ma i forconi rimangono al loro posto.
Noi illusi “virtuali”, loro più che reali….e ci sfottono!
@ mauro:
non sono mica d’accordo questa volta Mauro. Questo post lo stanno leggendo, contemporaneamente, 76 persone. Quindi vuol dire che nel giro di poche ore saranno centinaia e centinaia ad averlo letto, ed ovviamente non è l’unico della Rete.
La gente che sta leggendo vota e si presume ragioni, e quindi qui stiamo creando una coscienza del “giusto e dello sbagliato” senza avere io la presunzione di essere nel giusto. I forconi sono figurati, ma la gente che legge, impara, decide e poi vota no.
Nonciclopedi ha riaperto per le molte proteste del web…alla faccia dei forconi virtuali.@ mauro:
http://www.dirittodicritica.com/2011/10/04/nonciclopedia-riapre-wikipedia-chiude-contro-i-rischi-del-bavaglio/
@ Rappaport:
si, hanno anche fatto un passo indietro su Vasco. Cosa che per altro avrei fatto pure io senza pensarci un attimo. La figura di merda di Vasco rimane… l’esempio peggiore di personal branding degli ultimi anni.
La cosa tragica è che molte persone ritengono il comma 29 non solo valido, ma anche meritorio. E non sto parlando di gente senza cultura ma addirittura di avvocati, talmente miopi da non rendersi conto della pericolosità di questo comma.
Voglio dire… nessuno dice che il principio non sia valido ma messa così non è altro che un invito alla strumentalizzazione più selvaggia. E’ così ovvio da essere lampante, eppure c’è gente che non riesce a capirlo…
Italiasvegliati!!!
ma speriamo che chiuda così ci leviamo dalle palle una delle fonti più attinte e meno attendibili che si siano mai viste.
Il problema però non è questo, il problema è che io che scrivo su qualcuno lo faccio seguendo tutte le norme e leggi che tutelano la privacy, il rispetto delle persone, ma anche la libertà di stampa, quindi preferisco la denuncia, alla possibilità di rettifica, su protesta generica di un vecchio alterosclerotico che non si decide a cambiare spacciatore
@ JACK 3 MANI:
ben tornato :)
da oggi chiedo a tutti quelli che si occupano in un modo o in altro di informazione, di pubblicare i nomi di chi da problemi, in maniera tale che si possa arrivare a non parlare più di loro. Ogni provvedimento deve avere le sue contro indicazioni, e la stampa, spesso bagascia, deve assolutamente far capire, a quelli che si sveglia con la luna storta e manda diffide a raffica, che rischiano di non essere più cagati da nessuno.
Secondo me la legge sulla diffamazione è più che sufficiente a regolamentare le malelingue del web alla stregua di quelle della vita reale. Chi commette un reato nel web, come nella vita reale, sa di correre il rischio di incorrere in sanzioni o pene legislative, quindi diffama a suo rischio e pericolo. Applicare per il web una regolamentazione che consenta una rapida procedura esecutiva a discapito dei lunghi tempi della giustizia processuale sta ad indicare che tali soluzioni rapide sono ad essa sovrapponibile e che quindi a rigor di logica e coerenza potrebbero/dovrebbero essere applicate anche alla vita di tutti i giorni! Tutto ciò è ovviamente inconcepibile perchè trattasi di un metodo di giudizio superficiale e arbitrario (poichè in ultima analisi le decisioni sono messe nelle mani delle poche sempre invariate persone assegnate a questa mansione), ma siccome LA REALTà VIRTUALE NON VIENE ELEVATA A REALTà DEGNA DI IDENTITà COMPARABILE A QUELLA DELLA VITA PRATICA E CONCRETA DEL QUOTIDIANO, QUESTO TIPO DI SOLUZIONE è VISTA COME GIUSTA ED “ERGONOMICA”. Il web, oggi è per certi aspetti più efficace e “potente” di qualsiasi azione concreta del quotidiano (basti pensare che i 3 candidati al premio Nobel per la pace di quest’anno sono 3 blogger che hanno contribuito, con i propri blog, alla instaurazione della pace nel proprio paese), per questo dovrebbe essere preso in maggiore considerazione, o meglio, come già scritto, DOVREBBE GODERE DI MAGGIORE DIGNITà.
E io dove cerco le informazioni per i miei articoli? Mi toccherà inventare tutto di sana pianta… Fare un po’ come la Gelmini che si inventa i tunnel per creare una notizia…. mmmm… farà corsi a distanza? :D
@ Patrizia:
rettifica, rettifica immediatamente!
@ Rudy Bandiera:
Il fatto che leggano il blog non significa che cambino idea. Anzi. Il governo ha perso consensi ma li avrebbe persi anche senza il web. La sola cosa che stupisce è che non li abbiano persi tutti, i consensi, con quello che hanno combinato. La coscienza del “giusto” e dello “sbagliato” si forma, politicamente , ma non solo, molto presto e in modo piuttosto controintuitivo. A questo proposito (come al solito) consiglio la lettura di “Being Wrong” di Kathryn Schulz. Attaccando violentemente certe idee o comportamenti, o gruppi, o personaggi pubblici crei una bolla di auto-difesa che va ben aldilà del buon senso. Radicalizzi! Il miglior esempio è l’affare knox: gli inglesi a stragrande maggioranza colpevolisti e gli americani a stragrande maggioranza innocentisti. Eppure i fatti a conoscenza di entrambi gli “schieramenti” erano gli stessi (ovvero poca roba) ma hanno reagito entrambi in modo tribale. Il web non ha cambiato le cose nel senso di un maggior buon senso (passami il bisticcio….).
Vasco non ha perso i suoi fan e se organizzasse un concerto domani a San Siro riempirebbe lo stadio più di prima e riceverebbe plausi sperticati per la sua “azione” malgrado la sollevazione , come si è detto, del web.
Credimi!
Non ricordo, nelle mia ormai lunga vita di aver assistito a così tante porcherie da parte di governi (il nostro, in questo, batte tutti i record) o di categorie sociali (Wall Street/banche), ma non ricordo neanche nessuna decade così “piatta” malgrado la fibrillazione del web. Intere nazioni sono state socialmente distrutte dalla finanza (Grecia, Irlanda, Italia, Spagna e gli USA con milioni di americani che hanno perso tutto) ma le reazioni sono fiacche e non incisive sull’azione dei governi.
E se riprendiamo l’esempio degli USA, alle ultime elezioni, la destra, la stessa destra che aveva creato il casino, ha rivinto alla grande. Non solo: si è spostata ancora più a destra con i tea party. Obama già si preoccupa di non essere rieletto e forse la sua sola fortuna sarà di non avere un avversario credibile (ma basterebbe un Bush).
La gente legge ma non impara. Chi arriva sul tuo blog o la pensa già come te (noi)
o se ne va (a parte la desaparecida Cristina che più che altro si divertiva come una matta).
Comunque spero in futuro essere contraddetto dai fatti. Lo accetterei e ne sarei felice.
;-)
@ mauro:
non sono d’accordo, ma non ho tempo. SPero di farcela oggi pome. Ciao!
@ Rappaport:
Nonciclopedia aveva chiuso di sua spontanea volontà come ricatto (peraltro giustificato) alla denuncia di Vasco. Ha riaperto ottenperando alle richieste di Vasco
e ottenendo la cancellazione della denuncia. Inoltre, il comunicato di riapertura di Nonciclopedia era ossequioso e, a mio parere, molto deludente.
Chi ha vinto (a parte la peggior operazione di “personal branding” della storia come ha detto @skande, ma si può discuterne)?
Ho partecipato con #noncivasco alla protesta su Twitter ma i fatti sono fatti.
Franz, gli avvocati lo hanno capito benissimo, loro non sono blogger, non sono giornalisti, ma li potranno difendere in cause milionarie. La rete è bella cosi’, e noi italiani proprio per questo la dobbiamo rovinare.
Mauro.
Arriva il momento che la disperazione subentra alla pazienza, ed allora serve il forcone.
Una volta facevo le rettifiche al mio motorino, d’ora in avanti chiedero’ rettifiche a tutti i blogger della rete.
Low a tutti
@ ardu:
Ardu, forse mi sono spiegato male. Io sono per il forcone. Ci vuole eccome.
La mia grande disperazione (perchè tale è) è di NON vedere forconi in giro. Il web può servire da megafono- il ruolo che una volta avevano gli appelli ciclostilati o il bocca a orecchio (tv e radio sono per molto tempo stati solo in mano solo al potere) -ma poi ci vuole, appunto, la piazza.
E quest’ultima, per il momento, non reagisce, se non sporadicamente.
http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio_2/?cnfvVbb
petizione da firmare
Quoto mauro sul forcone.
In generale, secondo me il problema non è wikipedia (che se chiudesse impedirebbe il diffondersi di informazioni del cazzo specie in campo medico), ma il principio di fondo. Qualunque cosa che crea intasamento informativo, come si propone il decreto, va a discapito dell’informazione libera. E questo non è tollerablie. Sic et simpliciter.
Hai sintetizzato molto bene la questione Rudy. Sono convinto che Wikipedia, con la sua autocensura, abbia aiutato a sensibilizzare l’opinione pubblica sul danno arrecato dal comma 29 del DDL.