Molte aziende promettono di produrre contenuti virali, ma la grande verità è che NESSUNO al mondo è in grado di sapere se un contenuto diverrà virale. Possiamo essere certi che raggiungerà un tot numero di persone, in base a quanto siamo disposti a spendere per promuoverlo sui vari social, ma la viralità è altro, è ben altro. Roba da benaltristi ;)
Diciamo che possiamo costruire contenuti che siano potenzialmente virali o il più possibile vicini a quella che è una effimera et dozzinale ricetta della viralità, e quindi, quali sono gli ingredienti della viralità, ovvero dell’esplosione di qualcosa in modo del tutto incontrollato e repentino?
Come dicevamo non lo sa nessuno ma io ho provato a dare delle linee guida.
1- Rendere le cose “un fatto personale”
Se quello che postate è “personale” e vi riguarda da vicino, gli utenti si sentiranno coinvolti, in parte perché sono esperienze vissute anche da loro e in parte per poter saziare il voyeurismo che fa parte di tutti noi. La curiosità di vedere la vita degli altri è un motore potente.
2- Spiegare mentre si racconta
Se si tratta di una foto o di un video (che non sia un tramonto) una breve descrizione con parole veloci e incisive, è fondamentale. Se riuscite ad essere anche ironici avete centrato il punto. Ricordate sempre che la gente sui social ha voglia, prima di tutto, di divertirsi.
3- La diatriba sociale e i tabù
All’interno della descrizione deve essere presente un chiaro schierarsi. Lo schierarsi porta alla luce le diatribe sociali e i tabù nei quali tutti i giorni c’imbattiamo e ci serve a connotare, in modo forte, la nostra appartenenza. Le persone non hanno solo voglia di leggere un’informazione, vogliono una notizia e una notizia è per sua natura connotata. Alle persone piace sentirsi dire cosa pensare, non perché siano limitate, ma perché creiamo e solidifichiamo le opinioni in base a quelle degli altri.
4- Il cardine sociale
Tutto deve girare attorno ad un cardine socialmente riconosciuto. Il matrimonio, l’unione tra le persone, è uno dei più potenti. Potenti e positivi. Oppure la nascita della vita, il duro lavoro, la famiglia e così via. Alle persone non piace identificarsi e riconoscere un cardine sociale negativo, perché tendono ad identificarsi con quello che vedono. Se vedono cose positive partecipano, se vedono cose negative meno, perché identificandosi stanno male. E’ il principio dell’empatia.
5- La provocazione
La provocazione (della quale ho parlato anche in questo post in collaborazione con Buzzoole) genera dibattito e il dibattito è la benzina dei social. Si deve solo fare attenzione a non trascendere nella brutalità, nell’offesa, nel sarcasmo o in qualcosa che possa essere offensivo o lesivo per qualcuno. Non è per nulla facile, essere provocatori.
Come potete immaginare tutto quello che ho scritto è evanescente e del tutto empirico, basato su mie esperienza personali. Ognuno avrà le proprie, certamente, ma non pensate che il mondo dell‘influence marketing basi molto di se stesso proprio su questi 5 principi?
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